Indietro
menu
Politica Provincia

Rimini porta della Regione. E' stato il tema del Consiglio Provinciale

In foto: Il Sistema Rimini: “Porta” della Regione Emilia-Romagna. Riportiamo la sintesi del Consiglio Provinciale di ieri come elaborato dall'Ufficio Stampa della Provincia di Rimini.
Il Sistema Rimini: “Porta” della Regione Emilia-Romagna. Riportiamo la sintesi del Consiglio Provinciale di ieri come elaborato dall'Ufficio Stampa della Provincia di Rimini.
di    
Tempo di lettura lettura: 5 minuti
mar 23 ott 2001 13:56 ~ ultimo agg. 00:00
Facebook Whatsapp Telegram Twitter
Print Friendly, PDF & Email
Tempo di lettura 5 min
Facebook Twitter
Print Friendly, PDF & Email

La seduta consiliare di lunedì 22 ottobre ha visto la presentazione, da parte del Presidente Fabbri, delle linee programmatiche per la restante parte del mandato amministrativo in corso.

Punto centrale della relazione, quello che si potrebbe sinteticamente riassumere nell’affermazione del Sistema Rimini, come “Porta” della Regione Emilia-Romagna.
“Nella utile sfida competitiva che si è aperta fra i sistemi territoriali locali – ha spiegato Fabbri – per muoversi con successo, occorre come prima cosa aver chiaro il ruolo che si vuole giocare, in un ambito che per noi può solo essere quello europeo. Ebbene, c’è un punto principale, un vero e proprio fulcro, attorno al quale ruotano le scelte e le priorità di fondo su cui stiamo lavorando: l’affermazione della provincia riminese, del Sistema Rimini, come seconda porta del sistema regionale”. Tre, le ragioni principali di questa convinzione:
1) Bologna da sola non può contenere l’insieme delle funzioni terziarie avanzate necessarie per collegare il sistema Emilia Romagna alla rete del mercato globalizzato;
2) la crescita degli interessi politici ed economici dell’Europa verso Est, interessi che spostano il baricentro europeo su Paesi che sono stati per troppi anni separati dalla loro naturale gravitazione mitteleuropea, favorisce nuove rotte per le merci, per gli affari e per i movimenti delle persone. Di fronte a questo nuovo e incombente scenario, il nord-est e, soprattutto, la sua parte adriatica devono giocare fino in fondo le loro carte;

3) le innovazioni che si sono affermate nella nostra terra negli ultimi 10 anni. Si sono, infatti, verificate delle dinamiche poderose che hanno modificato sensibilmente l’offerta dei servizi turistici, a partire da quelli afferenti alla ricettività, che hanno fatto crescere e differenziare il tessuto economico, con settori che vedono le imprese riminesi leader nel mondo, e che hanno trovato nell’intervento pubblico non solo sostegno, ma qualità di realizzazioni (le grandi opere di infrastrutturazione che hanno accompagnato, e spingono ancora in avanti, l’innovazione del tessuto produttivo). Dall’amalgama di ciò che si è messo in moto discende un formidabile valore aggiunto che soprattutto il territorio riminese contiene: la grande capacità di ospitare.

Dopo una breve premessa su un contesto generale che, dopo l’11 settembre, risulta segnato dall’incertezza e dal rischio di rallentamento, anche a livello locale, “di quelle dinamiche di innovazione sociale ed economica” che in particolare la nostra area aveva intrapreso nell’ultimo quinquennio, il Presidente Fabbri ha sottolineato come i dati generali riguardanti lo stato della realtà locale evidenzino al momento una situazione in crescita (presenze turistiche, manifattura locale, tasso di occupazione, infrastrutture). Se il Sistema Rimini è stato finora in grado “di offrire ai propri cittadini, alle proprie famiglie e alle proprie imprese opportunità di crescita e di sviluppo “, i risultati del referendum costituzionale investono le Province, “epicentri del governo di sistemi territoriali complessi”, di un’ancora maggiore responsabilità. In particolare, la Provincia di Rimini si caratterizza come “un unico bacino non più monoculturale per le trasformazioni profonde dell’economia e non più costierocentrico per la riorganizzazione del reticolo urbano e produttivo”.
L’obiettivo di fondo – “fare assumere all’area riminese sempre più i caratteri europei di una Provincia aperta all’ospitalità e ai servizi alla persona e all’impresa” – è ormai patrimonio comune, un fatto culturale che investe tutta la classe dirigente. Ora, il Piano Strategico Provinciale, declinazione di tale obiettivo, con particolare riferimento alle competenze proprie legate allo sviluppo dell’area vasta, si compone di sei assi strategici:
Mobilità e logistica, Infrastrutture di pregio, Cultura, Comunicazione (e marketing territoriale), Ambiente (sviluppo sostenibile) e Sicurezza urbana.
In particolare, tra le competenze proprie vanno ricordati: “l’aggiornamento del PTCP con la riconferma dei punti fermi riguardanti, per esempio, la fasce di rispetto territoriale, i limiti all’espansione residenziale, l’ubicazione delle aree produttive e dei poli per l’organizzazione logistica; la progettazione e la risoluzione dei nodi riguardanti la mobilità; la realizzazione del TRC; il decollo felice dei nuovi servizi per l’impiego; la qualificazione dei percorsi di formazione e l’integrazione con i progetti scolastici; l’adeguamento delle strutture scolastiche e il sostegno all’autonomia degli Istituti; il varo dell’Agenzia provinciale per il marketing turistico; i progetti per l’integrazione fra la fascia territoriale costiera e quella collinare con la valorizzazione dei prodotti tipici; le molteplici azioni a favore della piccola impresa agricola, commerciale e artigianale; la predisposizione delle aree produttive di valore provinciale; i progetti per l’Agenda XXI rilanciati dalla Conferenza internazionale sul turismo sostenibile; l’opera di coordinamento e di impulso all’interno delle Agenzie territoriali (Tram, Ato, Acer, Autorità di Bacino); le numerose ed indispensabili iniziative di valore sociale a partire dalle politiche per l’immigrazione e l’accoglienza; l’affermazione dei percorsi storici e delle risorse culturali attraverso gli strumenti degli Insediamenti malatestiani e dei Contenitori culturali; le iniziative per la Sicurezza urbana”.

I principali nodi da affrontare riguardano:
1) Mobilità: “priorità delle priorità del nostro lavoro rimane l’impegno per incidere positivamente nel miglioramento dell’assetto viario e dei servizi per la mobilità delle persone e delle merci. Al primo posto vi è la nuova SS 16 fino a Cattolica. Altri obiettivi prioritari sono la terza corsia autostradale fino a Cattolica, la progettazione della nuova Romea, intervenire concretamente sulla Marecchiese, la progettazione del ponte sul Conca (SP 17 Saludecese). Entro novembre ci sarà la sentenza del Consiglio di Stato sul TRC e se essa sarà positiva, i 250 miliardi già stanziati potranno essere al più presto utilizzati, per essere in grado, poi, di partecipare, assieme alla Provincia di Forlì-Cesena e ai Comuni a nord, al prossimo bando del ministero dei trasporti per il terzo lotto dei lavori;
2) Logistica: è strettamente connesso al precedente, anzi si potrebbe dire l’altra faccia della medaglia. “La nostra Regione e, dunque, le province romagnole, sono maledettamente indietro nell’organizzazione del traffico delle merci: è un grave ritardo il mancato collegamento efficiente (intelligente) delle infrastrutture di servizio per la mobilità della merci. Nel quadrilatero Bologna – Ravenna – Rimini – Forlì ognuno sembra pensare per conto proprio. Grandi risorse come il porto di Ravenna, gli aeroporti, le piattaforme logistiche, i centro agroalimentari, le aree produttive attrezzate non sono messe in rete e non dialogano fra loro. Se si aggiunge l’inesistenza di una logistica urbana razionale con la conseguenza del caos nel trasporto minuto che appesantisce il traffico e mina il clima delle nostre città, soprattutto costiere, il quadro d’insufficienza risulta chiaro. Arrivare in poco tempo ai livelli ottimali di alcune aree europee non è ipotizzabile, ma bisogna iniziare a pensare alla logistica come risorsa indispensabile per favorire l’economia, i consumi, l’uso a basso impatto ambientale del territorio. E’ argomento che va visto prima di tutto investendo l’ambito romagnolo e coordinando le iniziative con l’area bolognese. Presenteremo in consiglio, nelle prossime settimane, la proposta di partecipazione della Provincia a progetti per il miglioramento della logistica urbana e per quella di livello superiore, da farsi in pool con altre città e territori provinciali.”
3) Infrastrutture: “vogliamo essere un’area europea vocata ai servizi e all’ospitalità. Rappresentiamo nei fatti una Porta del sistema regionale. Occorre dunque che le infrastrutture superiori abbiano una qualità e una capacità di risposta di primo livello all’evoluzione dei mercati. E con la realizzazione della nuova Fiera abbiamo segnato un risultato che corrisponde alle aspettative nostre e del mercato. Lo spirito di collaborazione sperimentato e quella lungimiranza nel sostenere il ruolo strategico di tali infrastrutture vanno mantenuti per non fermarsi e compiere gli ulteriori passi necessari per dotarsi degli altri “gangli vitali”, di cui un corpo come il nostro ha bisogno (dal completamento dei padiglioni fieristici, al nuovo Centro congressi – compreso quello in fase di finanziamento di Riccione, rispetto al quale siamo disponibili a non tirarci indietro – all’affermazione dell’aeroporto di Rimini/San Marino come aviostazione annuale). Ci aspettano decisioni importanti riferite alla trasformazione dell’Ente Fiera in S.p.A., alla tipologia del nuovo Centro Congressi, all’allargamento della base sociale di Aeradria, alla presenza attiva della Provincia nel Centro agroalimentare. Decisioni che coinvolgeranno a pieno titolo il ruolo di programmazione del Consiglio provinciale.”

In ultimo, alcune riflessioni sul quadro politico che coinvolge direttamente la maggioranza e dunque la Giunta. Fabbri ha sottolineato come “in Provincia vi sia una maggioranza unita e forte nei consensi e il buon lavoro fatto dalla Giunta è frutto anche del contributo, serio, impegnato, giustamente sensibile agli interessi della comunità provinciale, di tutta la minoranza.” Fabbri avverte tuttavia l’esigenza “di avere un esecutivo che possa, il più possibile, rappresentare tutta la coalizione che ha contribuito alla vittoria nella primavera 1999. Non è in discussione la capacità della Giunta di governare e di raggiungere gli obiettivi definiti. Valuto però che sia rimasto aperto per il centrosinistra un problema politico che deve essere risolto, che è quello, come dicevo, della rappresentanza delle sue componenti nell’esecutivo di governo provinciale. Poiché il nuovo statuto mi consente di completare il quadro delle responsabilità con l’aumento del numero degli assessori, favorendo così anche una ripartizione ancora più efficiente delle deleghe e del lavoro dell’esecutivo, informo il Consiglio che nei prossimi giorni mi adopererò in questa direzione.”

Il testo integrale della relazione è presente nelle news
del sito web: www.provincia.rimini.it