Le Acli: ''Terroristi alla giustizia. Ma l’azione anglo-americana è sbagliata"
ROMA - "Per sradicare il terrorismo non bisogna scatenare un'altra guerra. C'è il rischio che quello che sta avvenendo a Kabul, ci porti verso una china pericolosa sulla quale i proclami da "guerra santa" di Bin Laden possono trovare terreno favorevole".
Le Acli si dicono convinte “che il terrorismo si sconfigge sia con mezzi politici e finanziari sia, se necessario, ricorrendo all'uso della forza”, e ricordano come il Consiglio di Sicurezza dell'Onu, con diverse risoluzioni, “aveva tracciato una strada del tutto condivisibile, creando un Comitato Permanente dello stesso Consiglio come luogo di decisione e coordinamento di tutte le azioni, anche quelle che implicano l'uso della forza contro il terrorismo. Un modo chiaro e netto per condurre la lotta al cancro del terrorismo all'interno di una cornice di legalità internazionale”.
Per le Acli, invece, “l'azione angloamericana, pur all'interno di un quadro di alleanze a vasto raggio, segue un altro percorso. Di fatto è stato deciso, seppur con la finalità di colpire le basi del terrorismo, di attaccare un altro Stato, l'Afghanistan. Riteniamo questa strada sostanzialmente diversa da quella che avevamo auspicato – ovvero un'azione di polizia internazionale sotto l'egida dell'ONU – e quindi non condivisibile anche perché pone una seria ipoteca sullo sradicamento del fenomeno terroristico senza contemporaneamente creare altre vittime tra i civili”.
“Non vogliamo assecondare nessun antiamericanismo di maniera – concludono - né si può mettere sullo stesso piano Bush e Bin Laden. E' una via da rifiutare in ogni modo, come sono da condannare gesti che alimentano odio e disprezzo verso gli Stati Uniti. Ugualmente diciamo che occorre seguire solo ed unicamente la via tracciata dall'ONU: individuare i colpevoli dell'attentato dell'11 settembre, catturarli anche con l'uso della forza per impedire che possano compiere altri crimini contro l'umanità e consegnarli alla giustizia”. Le ACLI hanno confermato l’adesione alla "Marcia della Pace" Perugia –Assisi e hanno rinnoviamo l'invito a tutti gli aclisti ad essere presenti a questa grande iniziativa di pace.

Per le Acli, invece, “l'azione angloamericana, pur all'interno di un quadro di alleanze a vasto raggio, segue un altro percorso. Di fatto è stato deciso, seppur con la finalità di colpire le basi del terrorismo, di attaccare un altro Stato, l'Afghanistan. Riteniamo questa strada sostanzialmente diversa da quella che avevamo auspicato – ovvero un'azione di polizia internazionale sotto l'egida dell'ONU – e quindi non condivisibile anche perché pone una seria ipoteca sullo sradicamento del fenomeno terroristico senza contemporaneamente creare altre vittime tra i civili”.
“Non vogliamo assecondare nessun antiamericanismo di maniera – concludono - né si può mettere sullo stesso piano Bush e Bin Laden. E' una via da rifiutare in ogni modo, come sono da condannare gesti che alimentano odio e disprezzo verso gli Stati Uniti. Ugualmente diciamo che occorre seguire solo ed unicamente la via tracciata dall'ONU: individuare i colpevoli dell'attentato dell'11 settembre, catturarli anche con l'uso della forza per impedire che possano compiere altri crimini contro l'umanità e consegnarli alla giustizia”. Le ACLI hanno confermato l’adesione alla "Marcia della Pace" Perugia –Assisi e hanno rinnoviamo l'invito a tutti gli aclisti ad essere presenti a questa grande iniziativa di pace.">

GUERRA/PACE – Le Acli: ”Terroristi alla giustizia anche con la forza. Ma l’azione angloamericana è sbagliata”
ROMA – “Per sradicare il terrorismo non bisogna scatenare un’altra guerra. C’è il rischio che quello che sta avvenendo a Kabul, ci porti verso una china pericolosa sulla quale i proclami da “guerra santa” di Bin Laden possono trovare terreno favorevole”.
Le Acli si dicono convinte “che il terrorismo si sconfigge sia con mezzi politici e finanziari sia, se necessario, ricorrendo all’uso della forza”, e ricordano come il Consiglio di Sicurezza dell’Onu, con diverse risoluzioni, “aveva tracciato una strada del tutto condivisibile, creando un Comitato Permanente dello stesso Consiglio come luogo di decisione e coordinamento di tutte le azioni, anche quelle che implicano l’uso della forza contro il terrorismo. Un modo chiaro e netto per condurre la lotta al cancro del terrorismo all’interno di una cornice di legalità internazionale”.
Per le Acli, invece, “l’azione angloamericana, pur all’interno di un quadro di alleanze a vasto raggio, segue un altro percorso. Di fatto è stato deciso, seppur con la finalità di colpire le basi del terrorismo, di attaccare un altro Stato, l’Afghanistan. Riteniamo questa strada sostanzialmente diversa da quella che avevamo auspicato – ovvero un’azione di polizia internazionale sotto l’egida dell’ONU – e quindi non condivisibile anche perché pone una seria ipoteca sullo sradicamento del fenomeno terroristico senza contemporaneamente creare altre vittime tra i civili”.
“Non vogliamo assecondare nessun antiamericanismo di maniera – concludono – né si può mettere sullo stesso piano Bush e Bin Laden. E’ una via da rifiutare in ogni modo, come sono da condannare gesti che alimentano odio e disprezzo verso gli Stati Uniti. Ugualmente diciamo che occorre seguire solo ed unicamente la via tracciata dall’ONU: individuare i colpevoli dell’attentato dell’11 settembre, catturarli anche con l’uso della forza per impedire che possano compiere altri crimini contro l’umanità e consegnarli alla giustizia”. Le ACLI hanno confermato l’adesione alla “Marcia della Pace” Perugia –Assisi e hanno rinnoviamo l’invito a tutti gli aclisti ad essere presenti a questa grande iniziativa di pace.