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Cronaca Rubicone

L'assessore sammaurese Gori finalista al premio Frontino

In foto: 'Senza movente' il romanzo dell’assessore alla cultura del comune di San Mauro Pascoli e direttore della Cineteca di Rimini, è finalista al prestigioso premio Frontino, fondato da Carlo Bo, con menzione speciale della giuria.
'Senza movente' il romanzo dell’assessore alla cultura del comune di San Mauro Pascoli e direttore della Cineteca di Rimini, è finalista al prestigioso premio Frontino, fondato da Carlo Bo, con menzione speciale della giuria.
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mar 9 ott 2001 14:21 ~ ultimo agg. 00:00
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Gori, saggista e studioso di cinema, ha già pubblicato, oltre a un numero imprecisato di saggi e articoli di cinema, due raccolte di poesie in dialetto romagnolo (Strafócc, Cianfrusaglie, e Gnént, Niente). Con Senza movente prosegue, per così dire, il suo discorso poetico.
Il romanzo, che è stato pubblicato da un editore “piccolo” ma assai prestigioso, soprattutto nel campo della narrativa e poesia, il romagnolo Mobydick di Faenza, è diviso in due parti. Nella prima è ambientato nella Romagna degli anni cinquanta, e più in particolare tra e San Mauro Pascoli e Rimini; nella seconda nella San Mauro dell’inizio degli anni novanta.
Da un canto “giallo” anomalo ma assai avvincente, dall’altro racconto “filosofico” e sorta di bilancio di una generazione, Senza movente ha ottenuto ampi consensi critici soprattutto per l’originalità dell’invenzione linguistica. S’è parlato, infatti, “di contaminazione tra il dialetto e italiano di una forza e un’intensità a dir poco sorprendenti” (Angelini, “Il Resto del Carlino”); di “una lingua affascinante… che mischia sapientemente le parole” e “di una prosa piena di suggestioni, capace di evocare non solo immagini, ma odori, rumori emozioni”(Bessone e Emiliani, “Corriere Romagna”); di un “parlato quotidiano… nobilitato a forma di stile, con risultati piacevoli e niente affatto ostici” (Granziero “Il Gazzettino”). Lo si è definito “gotico/romagnolo” fondato su una “ispirazione noir ma con vena malinconica e ironica” (Tonelli “La Repubblica”); “un albero con tanti rami e soprattutto radici” e “vero e proprio gioco di riflessioni sulla provincia” (Gradara e Ravegnini “La Voce”).
E tutto ciò per restare ai quotidiani. Ma sull’originalità, la pregnanza e la coerenza dell’invenzione linguistica di Senza movente si sono soffermati anche altri recensori: Casalini, Cavalli, Coccoli, Foglietta, Ghirardelli, Lauretano…

Da un ultimo un giudizio inedito di Flavio Nicolini, sceneggiatore, regista e scrittore di Santarcangelo. Che scrive, tra l’altro, all’autore: il tuo libro “è un curioso intrigo, acuto e qua e là convincente per l’autore e i suoi personaggi. Tu racconti in quel modo per ottenere di essere loro. In questo maniera non c’è trucco e artifizio dialetto-lingua (fra l’altro troppo di moda), ma immersione per strutture linguistiche calde, significative… parli sgangherato, ma ottieni la chiave (unica!) per raccontare, facendo conto d’essere nel tuo gioco di fantasia…”

Gianfranco Miro Gori presenterà Senza movente il 23 ottobre prossimo alla Sangiovesa al mare, lungomare Tintori 21 a Rimini, alle ore 21 nell’ambito della rassegna “A cena con l’autore” a cura di Stefano Tassinari.