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Rimini

nomadi a Corpolò l'incontro del sindaco Ravaioli con La Frazione

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mar 14 ago 2001 11:28 ~ ultimo agg. 00:00
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“Se entro questa settimana i nomadi non se ne andranno sabato bloccheremo la Marecchiese”. Con questo ultimatum si è chiusa ieri sera l’assemblea organizzata a Corpolò dal comitato “La Frazione” per incontrare gli amministratori riminesi. Sul tavolo che secondo il sindaco doveva essere di concertazione il cosiddetto “problema nomadi”. Sindaco e vicesindaco di Rimini alle 21.30 erano davanti ad una folla inferocita e dopo mezz’ora erano fischiati dai corpolesi. Inutili le spiegazioni di Ravaioli e Melucci sul fatto che a Corpolò sia arrivata una sola famiglia.
E’ infatti, quella che si trova a Corpolò, una delle quattro famiglie residenti a Rimini che l’amministrazione comunale aveva pensato di continuare ad ospitare sul proprio territorio dopo il progetto nomadi, che ha visto lo smantellamento dei campi di via Portogallo e Islanda e l’acquisto da parte dei nomadi di terreni dove potersi fermare. “Tre hanno scelto i terreni forniti dalla Curia e una ha deciso di andare in appartamento” spiega il vicesindaco Melucci.
A tentare la mediazione Nicola Parato, rappresentante del comitato “La Frazione”, che propone al Comune una soluzione alternativa: pensare a un’altra ubicazione perché lì sotto c’è il metano. Si infervora anche Gioenzo Renzi, consigliere comunale di Alleanza Nazionale, che aggiunge : “roulotte su un campo agricolo uguale abuso edilizio”.
Ma tutte le proposte, anche quella del parroco don Nicola, di convincere la famiglia a trasferirsi in appartamento è inascoltata dai corpolesi. “Non li vogliamo, ne in quel campo ne altrove. Se ne devono andare da Corpolò”. Questa in sintesi la richiesta dei cittadini presenti all’assemblea.
Ravaioli e Melucci, che forse questa accoglienza non molto civile se l’aspettavano, hanno ribadito due punti: 1) Non può essere messo in discussione il diritto della famiglia nomade, residente a Rimini, di rimanere su un’area regolarmente acquistata. 2) Va riconosciuto il diritto dei residenti di esprimere una valutazione circa l’impatto che qualsiasi nuovo insediamento urbanistico ha sul territorio.

Purtroppo dall’ assemblea di ieri sera non è venuto fuori nulla di buono. Nessuno infatti ha chiesto informazioni sulla famiglia nomade. L’importante era mandarla via. Melucci, a margine dell’incontro, ci ha detto che è ottimista e spera in un accordo. Beato lui, che ci crede.


Barbara Bastianelli,
giornalista de Il Ponte