Il caso nomadi a Corpolò
La popolazione protesta per essere stata tenuta all’oscuro dell’arrivo dei nomadi, e lo fa in grande stile: quattro sere di riunioni consecutive, la raccolta di oltre 500 firme, la costituzione di un comitato di protesta che oggi sarà ricevuto alle 13 dal vicesindaco Melucci.
L’assessore Vitali se ne va, con le dimissioni. Non si aspettava una reazione del genere ad un progetto partito oltre un anno fa, che prevedeva lo smantellamento del campo nomadi di Via Portogallo a favore di una distribuzione in piccoli territori, sufficienti a singole famiglie. Risale sempre ad un anno fa l’acquisto dei 5 terreni sui quali insediare le famiglie Rom sloggiate da Via Portogallo, venduti dall’Istituto per il sostentamento del Clero. Il terreno di Corpolò è costato solo 2 milioni al comune, e il prezzo simbolico, è l’unico aspetto concordato con la Diocesi, che ha condiviso lo spirito del progetto, che per il resto è del tutto dell’amministrazione comunale, di offrire la possibilità di un inserimento dignitoso alla famiglie Rom che avessero accettato queste condizioni.
Per l’assessore, l’inserimento della famiglia Rom a Corpolò rientra quindi appieno nella logica stabilita un anno fa; Stefano Vitali, interpellato oggi da noi, ha preferito comunque non fare altri commenti alle sue dimissioni, che ancora non sono state accettate dal Sindaco.
La famiglia Rom di sei persone arrivata a Corpolò, è incensurata e svolge lavori occasionali. Sentiamo Mijan al nostro microfono: