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Riccione

Via la fontana dal 'Ceccarini'

In foto: Il monumento al 'nuotatore' sarà rimosso. Dal '54 era l'emblema delle cartoline
DOPO MEZZO secolo la fontana del nuotatore sparirà da piazzale Ceccarini. Dal 1954 era diventata l’emblema di Riccione, tanto da essere immortalata in primo piano davanti al Palazzo del Turismo in migliaia di cartoline, che hanno fatto il giro del mondo. Il monumento sarà smontato, per lasciare spazio al prefabbricato, che supplirà il Cinema Turismo, prossimo alla demolizione.
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DOPO MEZZO secolo la fontana del nuotatore sparirà da piazzale Ceccarini. Dal 1954 era diventata l’emblema di Riccione, tanto da essere immortalata in primo piano davanti al Palazzo del Turismo in migliaia di cartoline, che hanno fatto il giro del mondo. Il monumento sarà smontato, per lasciare spazio al prefabbricato, che supplirà il Cinema Turismo, prossimo alla demolizione. ">
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mer 4 lug 2001 08:15 ~ ultimo agg. 00:00
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I tecnici dei Lavori pubblici intendono piazzarlo all’Alba, ma l’operazione prima dovrà ottenere il via libera della Sovrintendenza di Ravenna, che aveva già espresso parere negativo. Per trasferire la fontana, dunque, si farà leva sul fatto che ancora non ha compiuto cinquant’anni. “Spostarla è un delitto”, sbotta la professoressa Gabriella Manicone, una milanese fedelissima di Riccione, appoggiata da decine di riccionesi.
A commissionare quel monumento allo scultore milanese Remo Brioschi, su progetto dell’architetto Elio Monesi, nel 1954 fu suo padre, il grande ufficiale Teodoro, cittadino onorario di Riccione, che così volle ricordare il figlio, Gianfranco, scomparso a soli 18 anni in un incidente stradale, dopo aver trascorso le vacanze nella Perla.
A Franchito, così lo chiamavano gli amici, per una ventina di anni fu dedicata anche la Maratona Adriatica di nuoto, che richiamava decine di campioni olimpionici.
“Quella fontana – commenta Gabriella, 73 anni, laureata alla Bocconi – era unica. Volevano erigerla in piazzale Roma, ma era troppo piccola, così finì davanti al Palazzo del Turismo. Di fontane a Riccione ne hanno fatte altre, ma una più brutta dell’altra”. Con un pizzico di nostalgia l’anziana signora rispolvera l’album delle memorie.
“Era il 1942 – rammenta – quando per la prima volta arrivammo a Riccione. L’assicurazione Ras da Milano si era ritirata qui e mio padre, amico del direttore, lo seguì. Restammo in via Bianchi, ora Giordano Bruno, fino al ’44. In quegli anni conobbi il professor Rino Molari. Di ritorno, dopo il passaggio del fronte, in via Tasso comprammo una villa, che ho venduto lo scorso inverno”.
La signora Manicone coi genitori, il padre Teodoro e la mamma Olga, e i fratelli Gianfranco e Luisa, tornò a Riccione ogni estate. Anche se i suoi rampolli ora frequentano altre località e la casa non c’è più, Gabriella assicura, che non volterà mai le spalle alla sua cara Perla.
Poco importa se la riconoscenza degli attuali amministratori nei confronti della sua famiglia sembra svanita.

Nives Concolino