Obiettori riminesi o comaschi?
Anzi, si scopre che i medesimi giovani non hanno mai ricevuto alcuna cartolina con l’indicazione della destinazione e del giorno di inizio, e quindi, non si presentano a prendere servizio. Le cartoline con i loro nomi, prendono la strada di Como, inviate a veri ragazzi residenti a Rimini e dintorni, ma a indirizzi nella provincia sul lago.
Alla fine, il bandolo della matassa non poteva essere che all’ufficio nazionale per il servizio civile: sembra per un virus che si è introdotto nel computer centrale, i giovani in partenza per il servizio civile in provincia di Rimini ora risultano tutti residenti a Come e vicinanze. E’ lì quindi che le cartoline-precetto vengono inviate, dove non vengono ovviamente ricevute da nessuno, con il risultato finale di non avere obiettori negli enti, di rendere eterni, per chi attende, i tempi di chiamata, e di sottoporli anche al rischio di sanzioni per non essersi presentati a prendere servizio. La situazione è kafkiana, con l’ingranaggio burocratico a farla da padrone, e a causare scene grottesche: ve li vedete i ragazzi riminesi in provincia di Como a cercare di intercettare lettere loro destinate?
Massimo Spaggiari, presidente dell’ARCI Rimini e portavoce obiettori per la Provincia.