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L’Euro non cambia più qui

“Chiuderemo, come tutti quelli che lavorano in prevalenza con le monete dell’Euro” afferma sconsolato il signor Angelini, titolare di un’agenzia di Marina Centro. “Se anche Blair deciderà di entrare nell’Euro, ci rimane da cambiare solo il franco svizzero”. “Noi lavoriamo al 90% con le monete europee. Come facciamo ad andare avanti?” fa eco la titolare di un’altra agenzia riminese. Stesso refrain cantano dall’agenzia Poli di Gatteo: questa, probabilmente, sarà l’ultima estate di attività. Un barlume di speranza viene da Riccione, dove i dollari degli sceicchi di passaggio – racconta l’impiegata di un ufficio cambi – possono ammortizzare in parte la perdita delle valute europee.

In alto i dollari

Coi dollari, quelli che tengono in mano i russi che sbarcano ancora in riviera, lavora anche la Maccorp Italiana, che gestisce l’ufÞcio cambi dell’aeroporto di Miramare. Va detto che la Maccorp non vive solo di cambi: in qualità di subagente della Western Union, svolge anche altre attività legate soprattutto a trasferimenti di denaro. E, oltre ai dollari, può contare anche sulle sterline: c’è però da mettere in conto il ‘rischio’ dell’ingresso della moneta britannica nell’Euro e c’è l’interrogativo sul futuro del collegamento Rimini-Londra dopo il divorzio con la Ryanair.

Qualcuno, prima di arrendersi, ha provato a darsi da fare: la più agguerrita è stata Catia SeraÞni, titolare di un’agenzia cambi di Misano Adriatico. La Serafini ha seguito la vicenda da quando, dopo il trattato di Maastricht, si decise che le agenzie di cambio potevano fare cambi e nient’altro. Un anno dopo è arrivato l’annuncio ufficiale della moneta unica europea, e sono stati lanciati i primi allarmi. Ma nessuno, a quanto pare, ha avuto più di tanto a cuore il futuro dei cambiavalute.

Il futuro è nero

In Parlamento c’è chi ha ipotizzato una riconversione o persino una rottamazione delle agenzie, ma la proposta non ha avuto seguito. “Ho scritto diverse e-mail ad enti e organismi italiani ed europei, ma in pochi hanno risposto”. E le risposte arrivate sono di quelle che fanno cadere le braccia: la Camera di Commercio ha ribadito che le agenzie non possono svolgere attività diverse dal cambio; ancora più beffarda è stata la risposta dell’Unione Italiana Cambi: “Potete continuare a cambiare le monete che non fanno parte dell’Euro”. Ma con quelle – commenta laconica Catia Serafini- non ci si paga neanche l’affitto dell’ufficio. Esiste anche un’Associazione Italiana Cambi, che però non pare conti un granché: la Serafini ha partecipato due anni fa ad un congresso, ma i partecipanti si contavano sulle dita delle mani. Sempre che il detto ‘mal comune mezzo gaudio’ abbia una sua validità in questi casi, nel loro tramonto ai cambiavalute della nostra Riviera non mancherà la compagnia: nelle zone di frontiera, come il versante francese, la situazione è la stessa. A meno di colpi di scena dell’ultimo minuto, a molte agenzie di cambio non resta quindi che prepararsi a chiudere i battenti. Per passare alla storia come le prime vittime della moneta unica.

Maurizio Ceccarini