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Riccione

Premio Ilaria Alpi, quando il giornalista è in carcere

In foto: Premio Ilaria Alpi a Nadire Mater e Carmen Churracaga
Quest’anno il premio, intitolato alla giovane inviata uccisa in Somalia mentre svolgeva il suo lavoro, vuole dar nuova forza a questo giornalista che da nove anni è chiuso in carcere di massima sicurezza per aver diffuso notizie, per aver rifiutato di sottomettersi alla censura, semplicemente per aver fatto il suo mestiere.
<b>Premio Ilaria Alpi a Nadire Mater e Carmen Churracaga  </b>
    <br>Quest’anno il premio, intitolato alla giovane inviata uccisa in Somalia mentre svolgeva il suo lavoro, vuole dar nuova forza a questo giornalista che da nove anni è chiuso in carcere di massima sicurezza per aver diffuso notizie, per aver rifiutato di sottomettersi alla censura, semplicemente per aver fatto il suo mestiere.
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ven 11 mag 2001 12:28 ~ ultimo agg. 00:00
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SONO CIRCA ottanta i giornalisti che oggi si trovano in carcere per il loro lavoro.


E per ricordare che la democrazia fa un passo indietro ogni volta che un giornalista viene aggredito, messo in prigione e ucciso il prossimo 3 maggio, si svolge l’undicesima Giornata internazionale per la difesa della libertà d’informazione, promossa dall’Onu.

I lettori de Il Ponte sono sensibili a questo tema.

Nayyouf: dal Ministero solo assicurazioni


Già dallo scorso anno insieme al Premio Ilaria Alpi e a Radio Icaro ci siamo impegnati raccogliendo oltre duemila firme per liberare il giornalista siriano Nizar Nayyouf.

Nella serata del 2 giugno l’organizzazione sta cercando di portare in Italia un parente o un collega di Nizar per consegnargli il Premio Ilaria Alpi. “Non è facile, ma noi non ci arrendiamo anche se siamo di fronte ad un vero e proprio muro di gomma. – spiega Francesco Cavalli, presidente di Comunità Aperta, associazione che insieme alla Regione Emilia Romagna, al Comune di Riccione e alla Provincia di Rimini organizza il Premio – Dopo varie lettere e telefonate al Ministero degli Esteri e alle ambasciate, ancora oggi, dopo quasi un anno, continuano ad affermare ‘che Nayyouf è stato oggetto negli ultimi mesi di ripetute offerte di rilascio, alla condizione che ne facesse richiesta secondo la form ula prescritta’. E per ‘formula prescritta’, come ampiamente denuncia Reporter Sans Frontieres, si intende l’ammissione di colpe che Nayyouf non ha mai commesso e per le quali appunto sconta dieci anni di carcere duro!”
Due donne coraggiose premiate a Riccione

E di giornalismo e diritti civili si continuerà a parlare in giugno al Premio Giornalistico Televisivo Ilaria Alpi che nella serata delle premiazioni, che si svolge quest’anno il 2 giugno ha organizzato un talk show condotto da Andrea Vianello, conduttore del programma di Rai1 Radio anch’io. A salire sul palco del Palazzo del Turismo di Riccione due giornaliste che ogni giorno rischiano per il proprio mestiere.
Saranno infatti, premiate la turca Nadire Mater e la basca Carmen Churracaga. A discutere di libertà di stampa arriverà a Riccione anche Robert Menard direttore di Reportes sans Frontieres che traccerà anche il drammatico rapporto sui giornalisti uccisi ed incarcerati di cui si occupa l’associazione, da anni impegnata a far rispettare i diritti umani nel mondo dei media.

Il ricordo di Antonio Russo

Il Premio dedicherà in questa serata anche un ricordo ad Antonio Russo giornalista di Radio Radicale ucciso in Cecenia. Molti lo ricordano come l’unico giornalista occidentale rimasto in Kosovo durante i bombardamenti della Nato. Antonio Russo, giornalista di Radio Radicale è stato assassinato lo scorso ottobre in Cecenia.

Attraverso il suo telefono satellitare era rimasto a raccontare nel 1999 la tragedia di Pristina e poi era riuscito a fuggire da quella zona mimetizzandosi in una colonna di profughi albanesi diretta in Macedonia. Nell’ottobre del 2000 stava invece lavorando in Cecenia per cercare di raccontare quella guerra dimenticata.

Barbara Bastianelli