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Nayyouf è libero

In foto: Scarcerato il giornalista siriano che si batteva per il rispetto dei diritti umani grazie ai lettori del Ponte
IL GIORNALISTA siriano Nizar Nayyouf è stato liberato. È accaduto la sera di domenica 6 maggio. La notizia è stata data a Reporters sans frontières dalla sua famiglia. La liberazione giunge dopo nove anni di carcere e un anno prima lo scadere della pena....
 
Scarcerato il giornalista siriano che si batteva per il rispetto dei diritti umani grazie ai lettori del Ponte  <br>
    
 IL GIORNALISTA siriano Nizar Nayyouf è stato liberato. È accaduto la sera di domenica 6 maggio. La notizia è stata data a Reporters sans frontières dalla sua famiglia. La liberazione giunge dopo nove anni di carcere e un anno prima lo scadere della pena....
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ven 11 mag 2001 13:16 ~ ultimo agg. 00:00
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IL GIORNALISTA siriano Nizar Nayyouf è stato liberato. È accaduto la sera di domenica 6 maggio. La notizia è stata data a Reporters sans frontières dalla sua famiglia. La liberazione giunge dopo nove anni di carcere e un anno prima lo scadere della pena. Accompagnato da forze di polizia, il giornalista è stato condotto presso la propria abitazione, nella città costiera di Lattachia, dove è stato posto agli arresti domiciliari.

La notizia giunge dopo che nei giorni scorsi in maniera autonoma sia Reporters sans frontières che il Premio Ilaria Alpi insieme con il nostro settimanale, avevano fatto appello al Papa, in occasione del suo viaggio in Siria, perché intervenisse in difesa di Nayyouf.

Tutti coloro che si sono impegnati a livello internazionale (e fra questi anche circa duemila riminesi che hanno accolto l’invito del Ponte a firmare una petizione al ministro Dini e all’ambasciatore siriano in italia) non possono non esprimere la loro gioia per la liberazione di Nizar Nayyouf. Certo, ci si rammarica che non sia giunta prima e che non si tratti ancora di una libertà totale. Secondo la famiglia infatti, la autorità siriane hanno precisato che Nizar Nayyouf non potrà abbandonare il Paese e i suoi spostamenti saranno controllati. Non è stato rilasciato nessun documento ufficiale concernente la sua liberazione. Per protestare contro queste misure, il giornalista ha deciso di proseguire lo sciopero della fame, iniziato il 24 aprile scorso, in prigione. Attualmente si trova in un stato di salute molto preoccupante.

Si chiede ora alle autorità siriane di togliere tutte le restrizioni, affinché il giornalista possa beneficiare della vera libertà. Raggiunto al telefono da RSF, Nizar Nayyouf ha espresso l’intenzione di lasciare la Siria per farsi curare all’estero. “Mi piacerebbe essere ricoverato in un Paese europeo”, ha dichiarato. Per nove anni, Nizar Nayyouf non ha potuto beneficiare di nessun’assistenza medica adeguata per potersi curare. Secondo i suoi familiari, sarebbe affetto da un linfoma (tumore delle ghiandole) e porterebbe le conseguenze delle torture subite durante la sua detenzione. La frattura di alcune vertebre, causata da un particolare tipo di tortura noto come “la sedia tedesca”, lo costringe a muoversi con le stampelle.

Giornalista del mensile Sawt el Demokratia, collaboratore delle riviste Al-Huriyya e Al-Ma’arifa, e componente dei CDF (organizzazione vietata dal regime), era stato arrestato nel 1992. E’ stato condannato a dieci anni di carcere e alla sospensione dei suoi diritti civili per aver scritto dei rapporti di CDF in cui denunciava le violazioni dei diritti umani commesse durante le elezioni del 1991. Insignito, nel 1998, del premio “Reporters sans frontières – Fondation de France” e quest’anno del premio Ilaria Alpi, al giornalista erano state vietate le visite dal dicembre 2000 al febbraio scorso.

Il Premio Ilaria Alpi, il settimana Il Ponte e Radio Icaro proseguono intanto la raccolta di firme in favore della totale scarcerazione del giornalista siriano, firme che saranno inviate all’Ambasciatore di Damasco in Italia. Le adesioni alla campagna di solidarietà si possono inviare via e mail agli indirizzi
redazione@ilponte.com o
ilariaalpi@libero.it
e anche via posta, alla sede del Ponte,
via Cairoli, 69 – 47900 Rimini.