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Rimini Social Valmarecchia

Progetto Sprar, il bando dell'Unione Valmarecchia

In foto: repertorio
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di Redazione   
Tempo di lettura lettura: 2 minuti
ven 13 apr 2018 14:33 ~ ultimo agg. 15:12
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L’Unione di Comuni Valmarecchia ha pubblicato l’avviso di istruttoria pubblica per la coprogettazione e la realizzazione del progetto Sprar (Sistema di Protezione Richiedenti Asilo e Rifugiati) per il periodo compreso dall’1/7/2018 al 31/12/2020.

Dal 2015 l’Unione è tra gli enti locali che su sollecitazione del Ministero dell’Interno hanno aderito alla rete Sprar, il sistema di accoglienza integrata finalizzato al recupero dell’autonomia personale attraverso servizi, strumenti e buone prassi condivise a livello nazionale e gestite sotto il controllo dell’Ente.

L’avviso e i relativi allegati, da utilizzare per la presentazione della domanda, sono già disponibili sul sito web dell’Unione, all’interno della sezione “Bandi” nell’Albo Pretorio online.

Le modalità:

All’istruttoria possono partecipare i soggetti del Terzo settore in possesso dei requisiti indicati nel bando: le domande vanno presentate entro le ore 13 di venerdì 11 maggio. Una commissione tecnica dell’Ente ne valuterà l’ammissione e pubblicherà la graduatoria entro lunedì 14 maggio, individuando il partner con cui procedere alla coprogettazione e alla realizzazione. Per ogni richiesta di chiarimenti è possibile scrivere alla mail di progetto sprar@vallemarecchia.it.

Attualmente lo Sprar dell’Unione Valmarecchia si occupa dell’accoglienza di 19 persone in tre appartamenti collocati nei Comuni di Santarcangelo e Verucchio. Il progetto è finanziato per il 95% dal Ministero dell’Interno attraverso il Fondo nazionale per le politiche e i servizi dell’asilo, mentre il contributo richiesto all’Ente locale è pari al 5%.

Lo Sprar è l’unico sistema di accoglienza integrata previsto dall’attuale normativa italiana (D.lgs n. 142/2015) e costituisce la sola alternativa alla gestione emergenziale dei migranti, richiedendo agli enti locali quella governance del fenomeno che può garantire controllo di spesa, efficienza e qualità dei servizi, in un’ottica di responsabilità e integrazione positiva con i territori.

Il concetto di accoglienza integrata, infatti, supera la sola distribuzione di vitto e alloggio, prevedendo in modo complementare misure di alfabetizzazione e insegnamento della lingua italiana, informazione, accompagnamento e orientamento al lavoro attraverso la costruzione di percorsi individuali di inserimento socio-economico, nei limiti dei tempi di permanenza stabiliti dalle norme (6 mesi prorogabili per altri 6) e autorizzati di volta in volta dal Ministero dell’Interno.

Aderire alla rete Sprar significa anche poter esercitare la cosiddetta “clausola di salvaguardia”, ovvero far sì che ogni territorio accolga un numero di richiedenti e titolari di protezione non superiore alla percentuale prevista dal piano di ripartizione nazionale del Ministero dell’Interno, favorendo la conversione o la chiusura dei Centri di accoglienza straordinaria (i Cas, gestiti dalle Prefetture e presenti in modo diffuso in tutto il territorio).

Benché rappresentino ancora una parte minoritaria del sistema di accoglienza italiano (circa il 20% sul totale dei posti), le adesioni al sistema Sprar sono in costante aumento: a febbraio 2018 i progetti sul territorio nazionale sono 876, con 758 enti locali coinvolti e 35.869 posti finanziati, con un aumento del 40% rispetto a fine 2016.