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Nuove generazioni, non seconde...

di Redazione   
Tempo di lettura lettura: 2 minuti
ven 6 apr 2018 09:43 ~ ultimo agg. 9 apr 11:24
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Luna, 21 anni, è nata in Marocco, ma di africano ha solo la città natale oltre al cognome, El Maataoui. Luna infatti è in Italia da quando arrivò con la famiglia a Fornovo ad appena sei mesi. Il suo percorso è quello di tanti migranti arrivati da altri paesi ma italiani a tutti gli effetti: né qui né lì, sospesi in un limbo. “Ero ancora piccola quando un bambino mi disse: «Tuo padre ha rubato il lavoro al mio». Lì capii che non ero italiana. Non mi sentivo di casa anche se dentro di me mi sono sempre sentita orgogliosa di vivere qui e di essere io stessa italiana. Nel 2006 l’Italia arrivò alla finale dei mondiali contro la Francia. In quel momento mi sono sentita per la prima volta parte di questo paese. Ai rigori speravo tanto di vincere. Avevo 9 anni. Però in momenti in cui l’Occidente viene scosso da gravi atti terroristici, come è avvenuto nel novembre 2015 a Parigi con la strage del Bataclan, mi sento vittima e colpevole”.
Luna ha raccontato la sua difficile storia al centro A. Tarkovskij di Rimini, davanti a ottocento adolescenti riminesi e una cinquantina di insegnanti, in occasione dell’evento i “Muri o ponti. L’integrazione come possibilità”. Come lei altri giovani delle nuove generazioni hanno condiviso la propria storia di integrazione che, come spesso rammenta il Papa, è essa stessa una storia di popoli e di culture che si incontrano.

Spesso le nuove generazioni che oggi popolano un’Italia sempre più multietnica, restano intrappolate in pregiudizi sociali e culturali che non facilitano un processo di integrazione già molto osteggiato dalla burocrazia italiana. Se facciamo la somma dei minori stranieri nati da genitori immigrati o arrivati qui da piccoli, di quelli che hanno acquisito la cittadinanza italiana e dei figli di coppie miste, superiamo il milione e mezzo di persone. Una cifra significativa, alla quale vanno aggiunti i figli ormai maggiorenni nati da genitori stranieri. Per tutti loro, come hanno confidato i ragazzi intervenuti all’evento organizzato dalla Consulta di Rimini e dall’Ufficio Scolastico Provinciale, la scuola rappresenta un tetto sicuro. In Italia oggi si contano circa 815 mila studenti stranieri, il 9% del totale, sei su dieci, non sono “immigrati” ma nati in Italia, più di un terzo frequenta la scuola primaria.

Sul palco del centro Tarkovskij, insieme a Luna, sono saliti Mina Sharkawy, giovane di origini egiziane; Luna El Maataoui, seconda generazione di un famiglia arrivata dal Marocco, studentessa universitaria di Scienze giuridiche, e Marouen Bejaoui, di origini italo-tunisine, studente universitario di Filosofia, Valeria Khadija Collina, autrice del libro Nel nome di chi, in cui racconta la drammatica esperienza del figlio Youssef, italo-marocchino, uno degli autori dell’attentato perpetrato a Londra il 3 giugno 2017 e in cui sono morte 11 persone tra cui i tre attentatori.

 

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