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Politica Regione

Legge vaccini. Sensoli (M5S): a rischio frequenza a centri ricreativi e sportivi

In foto: Raffaella Sensoli
Raffaella Sensoli
di Redazione   
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ven 13 apr 2018 11:39
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Piscine, baby parking, centri ricreativi e sportivi “vietati” ai bambini non vaccinati: è il rischio a cui si potrebbe andare incontro se la nuova legge regionale sull’obbligo vaccinale, introdotta a novembre del 2016 dalla Regione Emilia-Romagna, dovesse essere interpretata alla “lettera”, come già sembra avvenga in alcune realtà turistiche della Riviera“. A denunciarlo è Raffaella Sensoli, consigliera regionale del Movimento 5 Stelle, che ha presentato un’interrogazione sul caso chiedendo alla Giunta di fare chiarezza.

C’è il rischio che una interpretazione molto espansiva della legge porti a una limitazione non da poco per tutte quelle attività turistiche che, soprattutto nei mesi estivi, accolgono famiglie con bambini stranieri e di altre regioni offrendo loro servizi a carattere ricreativo e sportivo – spiega la Sensoli – L’articolo 6, comma 2° della legge regionale n. 19 del 25 novembre 2016, infatti, dispone che per poter frequentare anche i servizi ricreativi i bambini in età da 0 a 3 anni debbano essere in regola con le vaccinazioni. Visto che tra questi servizi possono essere comprese diverse attività, tra cui quelle fornite alle famiglie da parte di alberghi ma anche all’interno di circoli e centri sportivi, a nostro avviso si potrebbe creare un’invasione impropria nella privacy delle famiglie, anche straniere, oltre che rappresentare un potenziale danno per l’economia delle nostre zone turistiche”.

A nostro avviso – conclude – sarebbe del tutto auspicabile che da questa norma fossero esclusi sia i servizi estivi per l’infanzia che si avviano dopo la chiusura delle scuole, sia quelli caratterizzati da attività ludica, ginnica e sportiva, ma soprattutto si deve evitare di creare vincoli alle attività ludiche e ricreative estive e più in generale alle attività economiche rivolte al turismo che hanno necessità di semplificazione e non di un aggravio di pratiche amministrative”.