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Attualità Provincia

Insulti razzisti. Lisi: colpisce più la violenza verbale di quella fisica

In foto: Gloria Lisi in consiglio comunale
Gloria Lisi in consiglio comunale
di Andrea Polazzi   
Tempo di lettura lettura: 2 minuti
mer 21 mar 2018 13:06 ~ ultimo agg. 22 mar 08:31
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Il caso del 17enne insultato con epiteti razzisti e malmenato da un gruppo di tre coetanei in un comune del riminese (vedi notizia) suscita la reazione del vicesindaco di Rimini Gloria Lisi. “Una violenza verbale che colpisce come e più di quella fisica” scrive ricordando i tanti casi di discriminazione dell’ultimo anno. “Anche Rimini, come accade in altre zone d’Italia, ha bisogno – spiega Lisi – di ritrovarsi come comunità, senza diffidenza. Timori, intolleranza e violenza nascono quando si sfilacciano i legami e i valori che li tengono insieme. Lavorare su questi, a partire dalle famiglie e dalle scuole – come quelle che frequentano i ragazzi coinvolti – è la migliore reazione e l’antidoto più efficace contro la violenza e il razzismo“.


L’intervento di Gloria Lisi, vicesindaco di Rimini

“Sporco negro”, e ancora “devi morire” o “ricordati che odio i negri”; una violenza verbale che colpisce come e più di quella fisica, che ha comunque lasciato il segno sul volto e nel cuore di un giovane diciassettenne della provincia di Rimini. Se le notizie riportate questa mattina dagli organi di informazione corrispondono al vero, siamo di fronte ad un caso del più bieco e becero razzismo, a cui dobbiamo reagire con forza. Anche perchè, nell’ultimo anno, sono troppi gli episodi di discriminazione, fisica e verbale, avvenuti a un passo da casa nostra.

Storie diverse ma con un unico comune denominatore: la brutale tendenza alla prevaricazione su chi viviamo come diverso, la paura che diventa fragilità e si trasforma in vigliaccheria, quella di una società che attacca invece di difendere i più soli.

Ciò che colpisce, leggendo quest’oggi le cronache, è anche la sfrontatezza di questo attacco, portato avanti alla presenza della mamma del ragazzo, in casa sua e in pieno giorno; come se gli aggressori non avessero la percezione della gravità enorme del loro agire. Non basta allora, come rimarco comunque con grande nettezza, la solidarietà nei confronti del giovane aggredito e della sua famiglia e la condanna di quanto accaduto. Questi casi mettono nuovamente in evidenza un lato violento della nostra società che fa riflettere. Anche Rimini, come accade in altre zone d’Italia, ha bisogno di ritrovarsi come comunità, senza diffidenza. Timori, intolleranza e violenza nascono quando si sfilacciano i legami e i valori che li tengono insieme. Lavorare su questi, a partire dalle famiglie e dalle scuole – come quelle che frequentano i ragazzi coinvolti – è la migliore reazione e l’antidoto più efficace contro la violenza e il razzismo.