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Regione Sanità

Malattie virali o batteriche. Nei reparti a rischio lavorerà solo chi è immune

In foto: repertorio
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di Redazione   
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gio 15 mar 2018 17:30
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Nei reparti ospedalieri “a elevato rischio” (oncologia, ematologia, neonatologia, ostetricia, pediatria, malattie infettive, nei Pronto soccorso e nei Centri trapianti) potrà lavorare solo chi è immune nei confronti di morbillo, parotite, rosolia e varicella. Si tratta di aree del Servizio sanitario regionale dove operano circa 4000 persone, di cui un migliaio sono medici, 2500 infermieri e 500 ostetriche. Lo prevedono i nuovi criteri di idoneità per gli operatori sanitari definiti dalla Giunta dell’Emilia Romagna. In Regione, dal 2012 al 2016, su 464 casi di morbillo 61 hanno interessato proprio operatori sanitari; 76 i focolai in tutto, di cui 20 hanno coinvolto operatori sanitari. Per quanto riguarda il rischio da agenti patogeni trasmessi per via ematica (virus dell’epatite B e C, HIV) l’operatore in condizioni di infettività non potrà svolgere le procedure invasive “ad alto rischio”. Le indicazioni del documento sono destinate sia al personale in servizio che al personale di prossima assunzione e in quest’ottica la Regione ha stanziato circa 500mila euro per la promozione della salute nelle Aziende sanitarie con un focus particolare sulle vaccinazioni.

Dopo aver fatto da apripista con la legge sui vaccini obbligatori per i bimbi che frequentano il nido, la Regione Emilia-Romagna vuole occuparsi delle strutture sanitarie, di chi ci lavora e dei pazienti – sottolineano il presidente della Giunta, Stefano Bonaccini, e l’assessore alle Politiche per la salute, Sergio Venturi. Questo documento, oggetto anche di un confronto con i sindacati, introduce elementi di garanzia e tutela, per chi cura e per chi è curato. È una questione di civiltà. È nostro dovere– proseguono- proteggere l’operatore sanitario che, per motivi professionali, è maggiormente esposto al contagio, e gli utenti del servizio sanitario, dunque i pazienti, spesso in condizione di fragilità e quindi esposti a un grave pericolo per la salute”.