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Politica Provincia

Il voto visto dalla Lega: Carroccio traino del centrodestra, si punta ai Comuni

In foto: La Lega, con i suoi due eletti a Roma, festeggia il risultato delle urne
La Lega, con i suoi due eletti a Roma, festeggia il risultato delle urne
di Andrea Polazzi   
Tempo di lettura lettura: 2 minuti
mer 7 mar 2018 17:38 ~ ultimo agg. 8 mar 11:47
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Non si sbilanciano sul futuro colore del Governo nazionale, con le consultazioni che devono ancora partire, ma su quello delle amministrazioni locali i neo parlamentari romagnoli della Lega (Elena Raffaelli e Jacopo Morrone) hanno le idee chiare. L’obiettivo è traghettare dal centro sinistra al centro destra molti dei 17 comuni che andranno al voto in provincia nel 2019 e anche la Regione stessa. Speranze alimentate dal voto del 4 marzo dove 15 comuni riminesi hanno visto la vittoria del centro destra, compresi Rimini (che al voto ci andrà nel 2021), Santarcangelo e Bellaria (già amministrata dal centro destra) e con la Lega a fare da traino alla coalizione e con risultati eclatanti nei comuni dell’Alta Valmarecchia. Il segretario della Lega Romagna Morrone, neo parlamentare insieme alla riccionese Raffaelli, ipotizza proprio un modello Riccione per il voto del 2019 con l’apertura a realtà civiche ma non nasconde che, visti i numeri usciti dalle urne, la responsabilità è tanta ed è necessario costruire un’alternativa credibile partendo dai programmi.

Solo due o tre anni, ricordano il segretario provinciale Bruno Galli e quello del comune di Rimini Oscar Fabbri, la Lega era un movimento da ricostruire e se ci si è riusciti è stato grazie al traino nazionale ma anche all’impegno dei volontari e alla loro presenza sul territorio. Ed è per questo che Galli ci tiene anche a rispondere alle dichiarazioni del sindaco di Rimini Andrea Gnassi: “quando Gnassi dice che nelle amministrative le cose saranno diverse perché i sindaci PD ci mettono la faccia ed hanno credibilità, si dimentica che lui durante questa campagna elettorale la faccia ce l’ha messa molto spesso ma i risultati per il suo partito non sono comunque arrivati. Neppure a Rimini. Gli esponenti del Pd restano ‘quelli dei salotti’ noi invece giriamo nelle strade e nelle piazze.

I neo parlamentari promettono di mantenere un filo diretto con la realtà locale (la Raffaelli infatti resterà anche assessore a Riccione) e da questo scaturiranno anche le priorità da portare a Roma. “Sicuramente un tema fondamentale sarà quello della Bolkestein che fa preoccupare 35mila famiglie che – spiega Elena Raffaellimeritano di avere delle certezze per il loro futuro. Non dimentichiamo che abbiamo, e uso il plurale perché anch’io sono un’operatrice balneare, abbiamo investito tutti i nostri risparmi in quel pezzo di sabbia e dobbiamo avere il giusto tempo per potere beneficiare dei nostri investimenti.

In un’ottica federalista, Jacopo Morrone punta il dito su riordino istituzionale portato avanti dall’attuale amministrazione emiliano romagnola. “L’assessore Petitti e il presidente Bonaccini – attacca – hanno fatto un disordine istituzionale nel quale non si capisce quali siano le competenze di una provincia o di una unione di comuni e i piccoli comuni non hanno referenti. Il Pd ci vuole propinare una provincia unica di Romagna ma non so che valore può avere visto che prima volevano abolire le province. Io credo che si debba invece ragionare su un progetto di Regione Romagna. Servono progetti a lungo termine.”