Indietro
menu
Nazionale Rimini Social

Elezioni, il sociale nei programmi di partito

In foto: repertorio
repertorio
di Redazione   
Tempo di lettura lettura: 3 minuti
ven 2 mar 2018 14:57
Facebook Whatsapp Telegram Twitter
Print Friendly, PDF & Email
Tempo di lettura 3 min
Facebook Twitter
Print Friendly, PDF & Email

La campagna elettorale che si chiuderà domenica con le elezioni, ha avuto un rapporto altalenante con i temi del sociale. Se l’immigrazione, soprattutto dal punto di vista della sicurezza, è stata uno degli argomenti tra i più dibattuti, altri, come la disabilità e i giovani sono stati solo sfiorati.

Nelle scorse settimane, i giornalisti di Radio Icaro Simona Mulazzani e Andrea Polazzi hanno intervistato nella loro trasmissione Tempo Reale la maggior parte dei candidati di Camera e Senato (non tutti hanno risposto all’invito), chiedendo la loro posizione riguardo ai temi caldi del sociale.

Per chi volesse farsi un’idea più precisa, in questa pagina sono online i video di tutti i candidati passati in trasmissione.

Di seguito la posizione dei partiti sul tema dei migranti.

 

Per Potere al Popolo (candidati alla camera, Francesco Vittori, e al senato Maria Silvia Riccio) i migranti andrebbero distribuirli sul territorio i piccoli progetti di accoglienza, dando così la possibilità di una migliore integrazione nel tessuto sociale, e questo non limitatamente all’Italia, ma all’Europa.

Sergio Pizzolante e Tiziano Arlotti, rispettivamente candidati per il Centro Sinistra alla Camera e al Senato affermano che l’accoglienza deve essere fatta in maniera più seria e non strumentalizzata. “Non si può speculare né sull’accoglienza, né sugli immigrati, ma neanche sui cittadini”, afferma Pizzolante.

Per Arlotti: il tema dell’accoglienza deve essere trattato a livello europeo. Ai paesi che non collaborano e anzi hanno atteggiamenti xenofobi, l’Europa deve tagliare i contributi. In generale l’Europa deve essere più coesa: “I nostri confini, le nostre coste sono quelle dell’Europa, non dell’Italia”.

Posizione diversa quella del Centro Destra (candidati Elena Raffaelli alla camera e Antonio Barboni al senato), secondo cui “le persone che arrivano devono avere la possibilità di un futuro. Invece spesso a chi arrivano non possiamo dare un lavoro, anzi, ci sono gravi difficoltà anche nel paese. E con l’Europa dobbiamo rivedere gli accordi – afferma Barboni –  ma abbiamo un governo forte e allora possiamo negoziare per avere una migliore ripartizione dei migranti”.

Serve maggiore capacità di inclusione per Liberi e Uguali (Giuseppe Chicchi alla Camera e Giovanna Ubalducci al Senato). “Serve essere attrezzati, servono più risorse, e servono percorsi di integrazione che saranno lenti, non semplici ma che devono portare all’obiettivo di vivere insieme. Per le persone per bene dobbiamo fare il massimo per garantire l’integrazione. I problemi spesso non riguardano l’emarginazione razziale, ma sociale, persone povere che spesso sono spinte nelle mani della malavita. Chi invece delinque va trattato di conseguenza”.

Il Popolo della famiglia è invece a favore dello Ius Sanguinis e contrario allo Ius Soli. Per Dino Angeli, candidato alla Camera, i migranti che si trovano sul territorio spesso diventano soggetti preposti a delinquere perché non hanno di che vivere. Invece, i figli di immigrati al 18° anno di età se lo desiderano veramente possono chiedere la cittadinanza.
Aurelio Perrini, per il Senato, chiede di riportare nel loro paese quei migranti che non hanno motivi per stare in italia.

Una posizione simile a quella dell’estrema destra. Elena Pierantoni (candidata Casa Pound per la Camera, afferma che “prima di dare sostentamento a chi viene da fuori dobbiamo pensare prima agli italiani. Noi siamo per il rimpatrio, prendendo accordi bilaterali con gli stati come la Libia. Siamo pronti ad aiutare la Libia a ricostruire il suo stato sovrano, anche aiutandoli col lavoro dei ragazzi che si trovano nei centri di accoglienza”.
Stessa posizione anche quella di Roberto Lo Giudice, candidato al Senato per Italia agli italiani che rilancia la posizione: aiutiamoli a casa loro. “La frase può sembrare semplicistica – dice – ma è quello che va fatto. Nessuno vuole lasciare la propria nazione: se le persone scappano dalla guerra e dalla fame, l’Europa deve fare fronte unito e lavorare in modo che le persone non siano costrette a fuggire dal proprio paese. Se questo non avviene  è perché l’immigrazione è un business”.

 

Il sito HandyLex ha invece estrapolato le politiche dei partiti sulla disabilità.