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Politica Rimini

Aumenti Tari. Pecci (Lega): comune spreme i cittadini. Petrucci (Pd): bilancio virtuoso

In foto: Marzio Pecci
Marzio Pecci
di Andrea Polazzi   
Tempo di lettura lettura: 4 minuti
mer 14 mar 2018 18:20
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Le precisazioni dell’assessore Brasini che anche oggi in una nota ha spiegato che l’amministrazione non userà mai la leva tributaria per coprire buchi di bilancio non convince il consigliere della Lega Marzio Pecci. Anzi. “La politica tributaria della Giunta Gnassi – scrive – è quella di “spremere” ulteriormente le tasche dei cittadini e degli imprenditori”. A far esplodere la discussione l’aumento della Tari del 2,9% presentato ieri in commissione. “La Lega – prosegue Pecci – comprende la necessità dell’Amministrazione di reperire risorse per far fronte alle future spese di gestioni del teatro Galli e di Castel Sismondo, dopo il recesso dal contratto della Fondazione della Cassa di Risparmio, ma la soluzione non è e non deve essere quella dell’aumento del prelievo fiscale da chi con fatica sta “tirando il carretto” dell’economia locale, ma dovrà essere quella del taglio delle spese”. Pecci accusa poi l’amministrazione di sperperi nella gestione della macchina comunalefatta di 1.150 dipendenti e oltre 25 dirigenti la cui produttività non risponde ai bisogni della città.
Di tutt’altro avviso il consigliere del Pd Matteo Petrucci che, pur partendo dalla premessa che l’incremento della tassazione non è mai piacevole parla di “bilancio virtuoso nel quale non esistono spese incontrollate e rafforzato da un forte recupero di denari proveniente dalla lotta all’evasione e all’elusione”. Petrucci si sofferma poi sulle modifiche all’articolo cinque. “Ritengo sacrosanta – dice – l’esenzione dal pagamento della Tari per quanto riguarda le aule di divulgazione del culto e di catechismo. Non solo. La mia speranza per il futuro è che si riesca ad estendere l’esenzione a tutti gli spazi in cui si divulga un culto ufficialmente riconosciuto dallo Stato Italiano e che con esso possa vantare rapporti istituzionali


L’intervento di Marzio Pecci (Lega)

Le dichiarazioni dell’Assessore Brasini alla stampa per giustificare l’aumento della Tari fanno capire che la politica tributaria della Giunta Gnassi è quella di “spremere” ulteriormente le tasche dei cittadini e degli imprenditori.

Dalle stesse dichiarazioni dell’Assessore appare evidente che gli insoluti della Tari sono dovuti ad una crisi economica in cui versa l’imprenditoria locale che è costretta a “fare banca” rinviando il pagamento dei debiti tributari per “sopravvivere” e riuscire così a pagare dipendenti e fornitori.

L’amministrazione comunale, invece, di individuare soluzioni utili per aiutare le imprese in difficoltà le penalizza con aumenti delle imposte e delle tasse che sono spropositati e, ormai, oltre ogni limite di tollerabilità: sicuramente anche quest’anno la pressione fiscale locale aumenterà del 3% rispetto all’anno precedente!

Non comprendere lo stato di difficoltà delle imprese significa contribuire a gettare sul lastrico tanti imprenditori che onorevolmente reggono l’economia locale.

La Lega comprende la necessità dell’Amministrazione di reperire risorse per far fronte alle future spese di gestioni del teatro Galli e di Castel Sismondo, dopo il recesso dal contratto della Fondazione della Cassa di Risparmio, ma la soluzione non è e non deve essere quella dell’aumento del prelievo fiscale da chi con fatica sta “tirando il carretto” dell’economia locale, ma dovrà essere quella del taglio delle spese.

La Lega difende la politica amministrativa virtuosa, quella del “passo secondo la gamba” e della spesa oculata, e, per questo, denuncia gli sperperi dell’Amministrazione nella gestione della macchina comunale fatta di 1.150 dipendenti e oltre 25 dirigenti la cui produttività non risponde ai bisogni della città dato anche il peggioramento dei servizi comunali.

I cittadini vogliono il buon governo!

L’intervento di Matteo Petrucci

Il giorno seguente ad un avvenimento ritenuto importante e significativo, viene di solito dedicato ai commenti rispetto a ciò che è accaduto. Per quanto riguarda il lieve aumento della Tari, votato martedì in Commissione, non è andata diversamente. Partendo dalla premessa che l’incremento della tassazione non è mai piacevole, risulta da scartare in toto l’ipotesi che l’Amministrazione utilizzi la leva tributaria per coprire buchi di bilancio.
In primis perché il bilancio è virtuoso, non esistono spese incontrollate, e soprattutto è rafforzato da un forte recupero di denari proveniente dalla lotta all’evasione e all’elusione. E se la Tari ha registrato un incremento del 2,9% e non del 14%, è merito di un’Amministrazione che mette in campo ogni strumento e sforzo a sua disposizione, per intercettare i soldi non versati da chi crea danni economici e sociali ai riminesi non pagando il dovuto. Poi le detrazioni e gli incentivi programmati, evidenziano la volontà di impattare il meno possibile sui contribuenti e di promuovere
contemporaneamente il rispetto per l’ambiente e per il decoro urbano e cittadino.
Vorrei inoltre soffermarmi sulle modifiche all’articolo cinque che in
Commissione hanno catalizzato gran parte del tempo dedicato alla
discussione, avviando anche un interessante dibattito tra i presenti.
Personalmente, ed è una mia riflessione personale, ritengo sacrosanta l’esenzione dal pagamento della Tari per quanto riguarda le aule di divulgazione del culto e di catechismo. Non solo. La mia speranza per il futuro è che si riesca ad estendere l’esenzione a tutti gli spazi appartenenti ai luoghi di culto. Da questo punto di vista sia sufficiente pensare alla valenza educativa e sociale (non solo spirituale) che caratterizza le parrocchie, divenute col tempo incrollabili punti di riferimento per le realtà in cui sono immerse. Infatti le attività formative e ludico-ricreative di vario tipo, promosse all’interno degli spazi a disposizione delle comunità religiose, non sono altro che momenti complementari alla divulgazione del culto: rappresentano a tutti gli effetti importanti modalità per vivere la religione, rivolte a persone di ogni età. Senza dimenticare che i campanelli delle canoniche sono tra i primi ad
essere suonati da persone in difficoltà. Quindi spero prossimamente si possa programmare l’esenzione dal pagamento della Tari per tutti gli spazi dei centri religiosi, in cui si divulga un culto ufficialmente riconosciuto dallo Stato Italiano e che con esso possa vantare rapporti istituzionali.