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Ambiente Economia

Agricoltura è anche sociale: due attività che possono coesistere

di Francesca Magnoni   
Tempo di lettura lettura: 3 minuti
gio 29 mar 2018 11:44 ~ ultimo agg. 11:49
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Agricoltura e sociale possono coesistere? Sì e lo vediamo nella quinta puntata di New Farmers dove nell’astigiano conosciamo la storia di Patrizia De Pollo, che conduce una cooperativa agricola un po’ speciale, insieme al marito Cesarino e a 9 soci lavoratori.

Suddivisi tra la Casa di Reclusione di Quarto Asti e la loro fattoria didattica situata nella frazione di Sessant, Patrizia coltiva in 5 ettari pomodori, melanzane, insalata, zucchini, pesche, mele, pere, albicocche e allevano asini e animali di bassa corte.

La loro è una cooperativa sociale agricola che svolge attività di inclusione socio-lavorativa, terapia con gli animali per minori, disabili e anziani, turismo agricolo-sociale e formazione. L’agricoltura sociale è quell’insieme di attività imprenditoriali che, oltre a produrre reddito, includendo socialmente soggetti svantaggiati, persegue anche l’intento di creare un nuovo sistema di welfare: questo è l’esempio virtuoso che unisce la cooperativa di Patrizia con la Casa di Reclusione di Quarto d’Asti, dove l’ottica segregativa-assistenzialistica si trasforma in una vera e propria cultura virtuosa del lavoro.

Da New Farmers: un viaggio tra i nuovi agricoltori conosciamo Patrizia De Pollo, una imprenditrice che ha saputo sposare agricoltura e sociale

Guarda la puntata completa cliccando qui

L’AGRICOLTURA NEL CARCERE DI ASTI

Il progetto che Patrizia con la sua cooperativa porta avanti prevede che i detenuti, soci lavoratori, dopo aver appreso adeguate tecniche agronomiche, sono impegnati in prima persona in attività agricole nei campi di proprietà dell’ istituto penitenziario, prevedendo anche la commercializzazione dei prodotti agli stessi detenuti e al libero mercato, in particolare ad altre realtà che condividono la stessa filosofia. Avere un lavoro e una retribuzione pur stando in carcere, e svolgerlo ritrovando un contatto con la natura. Sono questi i punti di forza del progetto. Qui piccoli appezzamenti di terra, altrimenti incolti, sono stati resi fruttuosi dai detenuti, che trascorrono parte della giornata all’aperto prendendosene cura. Alcuni detenuti sono soci della cooperativa di Patrizia, diventando così parte attiva del lavoro. Anche la scelta dei prodotti da coltivare non è stata lasciata al caso: è stato inserito, ad esempio, il pomodoro cerrato, una varietà autoctona.

L’AGRICOLTURA SOCIALE

L’agricoltura sociale è un comparto produttivo in evoluzione sostenuta anche dal Parlamento, prevedendo che le regioni, attraverso il Piano di Sviluppo Rurale 2014-2020, possano destinare finanziamenti ad attività di agricoltura sociale. “L’agricoltura sociale è una via economica ed etica insieme racconta Patrizia – capace di dare soddisfazioni sia all’imprenditore che ai lavoratori coinvolti, in cui reddito, dignità e reinserimento sociale possono dare gratificazione al nostro lavoro, oltre che una chance in più a chi intende intraprendere un percorso di vita più dignitoso. Il mio auspico è quindi che le regioni siano sempre più sensibili a questi progetti, sostenendo le aziende agricole in tal senso; spero anche che la nostra esperienza qui in Piemonte possa essere d’esempio per altre regioni”.

PET THERAPY IN FATTORIA

Patrizia nella sua fattoria didattica conduce anche attività di pet therapy, una pratica in cui si dà vita ad un’interazione tra uomo e animale, impiegata su alcune tipologie di persone con l’obiettivo di un miglioramento comportamentale, fisico, cognitivo o psicologico. Tra loro, ci sono ad esempio bambini e anziani. La storia della pet therapy è molto lunga, con i primi tentativi per impiegarla a partire dalla fine del 1700. Ma fu durante il secondo conflitto mondiale che la Croce Rossa Americana impiegò per la prima volta gli animali per il recupero di militari gravemente feriti o con gravi turbe emotive. Col passare del tempo la pet therapy ha avuto un’applicazione più ampia, ad esempio sui bambini in contesti educativi o ludici. Il contatto con gli animali stimola l’attivazione emozionale e favorisce nuovi modi di comunicare, facendo calare paure e ansie. Le “linee guida nazionali per gli interventi assistiti con gli animali”, recepite da tutte le regioni d’Italia, ritengono in particolare la fattoria didattica un luogo idoneo per lo svolgimento di interventi di pet therapy.