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Economia Rimini

Valturio €conomy Week. Una lezione in inglese sui mercati finanziari internazionali

In foto: Maurizio Morolli
Maurizio Morolli
di Roberto Bonfantini   
Tempo di lettura lettura: 2 minuti
ven 2 feb 2018 17:26 ~ ultimo agg. 17:28
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Tra gli incontri proposti nel corso della “Valturio €conomy Week”, in corso di svolgimento all’ITES Valturio, uno è stato interamente in inglese, dedicato ai mercati finanziari internazionali. Relatore un ex studente dell’Istituto Tecnico Economico Statale “Valturio”, Maurizio Morolli, consulente finanziario presso Azimut. Lo abbiamo incontrato.

Che effetto le fa tornare dopo 35 anni al “Valturio” e in veste di relatore per l’Economy Week?
“Ne sono onorato. Il Valturio è un’eccellente scuola riminese che già ai miei tempi ben preparava gli studenti ad entrare nel mondo del lavoro fornendo loro quelle conoscenze pratiche che altre scuole ancora oggi faticano a dare. L’idea poi di fare incontrare gli studenti con esponenti del mondo del lavoro è un’ottima idea, che dovrebbe venire proposta anche in altri ambiti”.

Il suo intervento inerente i mercati finanziari internazionali è stato svolto in inglese: quanto è importante conoscere le lingue oggi per uno studente italiano?
“I ragazzi mi hanno chiesto quali sono le materie che meglio preparano per il mercato del lavoro oggi. Ho risposto Inglese, Matematica e Marketing. Senza una buona padronanza della lingua inglese non sarà possibile ottenere un lavoro decente, né in Italia né all’estero. La Matematica è alla base di tutte le problematiche pratiche e senza la capacità di vendere, prodotti, servizi o se stessi, non saranno mai in grado di superare la concorrenza”.

Un argomento avanzato come i mercati finanziari internazionali e in inglese: i ragazzi sono stati in grado di seguirla?
“Sì. Abbiamo discusso di questo la professoressa Grazia Urbini ed io. Ai dubbi iniziali è subentrata la consapevolezza che per crescere occorre porre l’asticella ad un livello sempre più alto. I fatti ci hanno dato ragione: i ragazzi non solo seguivano l’argomento, ma hanno anche attivamente partecipato. Ecco, ai miei tempi queste cose erano impensabili”.

Nel suo recente libro di Educazione Finanziaria auspica una necessaria alfabetizzazione economico-finanziaria.
“Alfabetizzazione economica significa libertà finanziaria: prima i nostri ragazzi se ne renderanno conto meglio sarà per loro”.

Un titolo di studio, una laurea, aiutano a trovare lavoro oggi in Italia?
“È un dato di fatto: in Italia non si dà la dovuta importanza al titolo di studio. La colpa è però del sistema scolastico italiano, che ancora oggi risente della riforma Gentile del 1923, la quale teorizzava la superiorità delle materie umanistico-filosofiche a scapito di quelle scientifiche e tecniche, lasciando queste ultime alla parte meno “nobile” degli studenti. Per usare le parole del Professor Stefano Zamagni: l’impostazione nozionistica del sistema scolastico italiano Insegna (mettere dentro), ma non Educa (tirare fuori). Il risultato è una grande percentuale di laureati con conoscenze teoriche di ben poca utilità pratica. Non tutto è però perduto, come dimostra questa iniziativa”.

Per uno come lei che ha avuto la fortuna di studiare sia in Italia che in Inghilterra quali sono le differenze principali fra i due sistemi educativi?
“Le differenze sono tante e non essendo io tanto esperto per argomentarne mi limito ad osservare che gli studenti anglosassoni vanno a scuola vestiti più elegantemente dei nostri ragazzi. Sembra una sciocchezza, ma pensate alle brutte figure che fanno i ragazzi quando si presentano ai colloqui di lavoro vestiti da rapper metropolitani!”