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Politica Provincia

Rilancio del turismo, la ricetta di Carla Franchini

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di Redazione   
Tempo di lettura lettura: 4 minuti
dom 18 feb 2018 07:04 ~ ultimo agg. 07:05
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Carla Franchini, candidata del Movimento 5 Stelle al Senato per il Collegio Uninominale Rimini – Cesena, propone una serie di proposte per far sì che il turismo riminese sappia cogliere le occasioni che non sono state colte negli ultimi anni. Tra queste, l’abbassamento dell’iva per i servizi turistici e una ridefinizione della tassa di soggiorno.


Turismo, la nostra ricchezza. L’economia dalla quale dipende l’intera Romagna. Eppure in sedici anni di politiche turistiche questa linfa non è stata rinvigorita. Anzi è rimasta la stessa del 2000. Poca lungimiranza? Mefreghismo? Incapacità? Probabilmente un mix di tutto questo. Fatto sta che i numeri di questo immobilismo ce li abbiamo davanti. Evidenti, chiari. Da un’indagine diffusa dal libro di Primo Silvestri “Turismo 2030. Il sistema Rimini nella competizione globale”, emerge, infatti, che mentre il turismo mondiale dal 2000 al 2016 è cresciuto a ritmi sostenuti da 674 milioni di arrivi internazionali nel 2000 a 1,2 miliardi (il doppio) nel 2016, a Rimini e in tutta la Romagna questo non si è verificato, anzi c’è stato un vero e proprio stallo: 3 milioni e mezzo di arrivi e circa 16 milioni di pernottamenti, a fine 2016.

Numeri importanti, certo, ma che sono gli stessi del 2000 per quanto riguarda i pernottamenti, il vero ossigeno della nostra economia.

Chi ha governato il Paese, insomma, in questi 16 anni (Centrodestra e Centrosinistra) non ha fatto nulla per cogliere questa grande occasioni, per approfittare di questa situazione favorevole. Come, invece, hanno saputo fare in Spagna e in particolare in Catalogna, con presenze estere che continuano a scegliere le zone costiere più del doppio dell’Italia, nonostante una disponibilità di posti letto costieri quasi simile. Cosa fare allora, come cambiare questa tendenza negativa? La politica governativa in questi ultimi anni è stata quella di promuovere il turismo quasi esclusivamente insieme alla cultura, tanto da aver creato un unico Ministero. Sbagliato. Noi del M5S modificheremo questa strategia

ISTITUZIONE DEL MINISTERO DEL TURISMO

Il M5S, una volta al Governo, istituirà, infatti, il Ministero del Turismo proprio per poter puntare a promuovere l’Italia nel mondo nel suo insieme, senza tagliare fuori località come la nostra Riviera. Sono state lasciate alle Regioni, ad esempio, la classificazione delle strutture alberghiere. Risultato? Modelli discordanti e confusione tra turisti stranieri. Per andare nel concreto, in Emilia Romagna la legge 16/2004 definisce gli standard costruttivi, qualitativi e di servizio delle attività ricettive: da quanto grandi devono essere le stanze a quante volte alla settimana devono essere cambiate le lenzuola per un 2,3, 4, o 5 stelle. E così accade spesso che gli standard imposti ad un albergo riminese non siano gli stessi di una struttura di un’altra Regione e questo genera una differenza sostanziale di costi di esercizio e una concorrenza interna molto svantaggiosa. Per questo è importante il Ministero del Turismo per ridare centralità e unità d’intenti all’intero settore.

ZONE FRANCHE TURISTICHE

Per quanto riguarda, poi, le aree turistiche in crisi, una volta al Governo istituiremo le Zone franche all’interno delle quali realizzare misure di politica fiscale e contributiva vantaggiose, al fine di sostenere la ripresa socio-economica ed occupazionale. In particolare daremo agevolazioni che consentano la compensazione di imposte sui redditi, dell’imposta regionale sulle attività produttive, dell’imposta municipale propria, dei contributi sulle retribuzioni da lavoro dipendente. Sono convinta che l’introduzione di questa misura possa essere un volano di sviluppo per le aree del nostro entroterra che hanno un grandissimo potenziale turistico. Soprattutto devono essere sostenute le piccole imprese che possono crearsi per iniziativa di giovani che hanno idee e volontà per investire su questi territori.

TURISMO ALTERNATIVO

Ma guai a non puntare sul Turismo alternativo. Penso alla realizzazione di percorsi naturalistici, storico/artistici, eno-gastronomici e ad interventi finalizzati al recupero del patrimonio culturale e paesaggistico. Percorsi paralleli che leghino i luoghi a pagine della nostra letteratura, della storia dell’arte o del nostro repertorio musicale.

IMU, TASI E TARI RIDOTTE.

Ma per realizzare tutto ciò è fondamentale una politica fiscale nuova, rivoluzionaria. Sugli immobili alberghieri va, necessariamente, ridotto il peso dell’Imu, della Tasi e, soprattutto, della Tari. L’imposta municipale unica è resa più gravosa dal fatto che è dovuta anche in periodi di bassa stagione, o quando gli alberghi sono a riposo o quando le stesse strutture a causa della crisi economica, hanno definitivamente chiuso. Pagina a sé sulla tassa sui rifiuti Tari molto elevata per alberghi, ristoranti, bar e le molte attività legate al turismo. E’ giusto che alle imprese del settore venga ridotta la Tari per le attività stagionali in base all’effettiva produzione di rifiuti: chi meno inquina, meno paga.

TASSA SOGGIORNO PIU’ EQUA

La tassa di soggiorno deve essere destinata a finanziare interventi in materia di turismo, compresi quelli a sostegno delle strutture ricettive, interventi di manutenzione, fruizione e recupero dei beni culturali ed ambientali locali nonché investimenti per i relativi servizi pubblici locali. Ma alcuni comuni utilizzano i proventi dell’imposta di soggiorno per coprire sostanzialmente le perdite di bilancio. Ebbene, il M5S propone una tassa di soggiorno più equa e che sia applicata a tutte le strutture ricettive (alberghi, B&B, affittacamere, case vacanza). La tassa di soggiorno deve essere applicata in modo proporzionale al prezzo della camera e non sulla categoria (in base cioè alle stelle). Questo permetterebbe agli stagionali di poter rimodulare i prezzi di vendita anche in bassa stagione in maniera decisamente più competitiva. Si agevolerebbero anche i Tour operator che lavorando con un anno di anticipo riuscirebbero in modo più preciso a determinare i prezzi per i pacchetti vacanze.

IVA AL 5%

L’attuale legislazione prevede per i servizi del settore turistico un’aliquota IVA al 10%. Noi invece la porteremo al 5%. Questo permetterebbe all’Italia di essere maggiormente competitiva rispetto ai Paesi europei che applicano aliquote più basse del 10% come Germania, Spagna, Portogallo e Malta, ma soprattutto rispetto a Paesi emergenti che non prevedono affatto questa imposta.

Dunque, le possibilità di tornare ad essere quelli di un tempo ci sono. La Romagna e Rimini hanno tutte le carte in regola per riprendersi lo scettro di Capitale del turismo. Quel ruolo che tutti ci invidiavano, anche in Europa, quando a fine anni 80 e per tutti i 90, grazie anche ad imprenditori illuminati come Bibi Ballandi, col suo Bandiera Gialla, o Gianni Fabbri, col suo Paradiso, la Riviera era la meta turistica preferita da giovani e meno giovani, italiani e stranieri. Basta poco, basta volerlo. Basta dare fiducia al M5S. Decenni di paralisi politica li abbiamo vissuti coi Governi di Centrodestra e di Centrosinistra. Ora è arrivato il momento di cambiare. Con noi il turismo, in particolare quello balneare, tornerà ad avere il ruolo centrale nella politica economica del Paese. Con la Romagna vero e proprio territorio guida.


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