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Coriano Cronaca

Morte Pamela. San Patrignano: sia occasione per far luce su dramma tossicodipendenza

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di Redazione   
Tempo di lettura lettura: 2 minuti
gio 8 feb 2018 17:28
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Una ragazza fragile come tante, con un bagaglio pesante di dipendenza e di disperazione. Se la sua morte poteva essere evitata è una domanda che non possiamo evitare di farci di fronte alla tragedia che si è consumata”. La Comunità di san Patrignano propone una riflessione dopo la tragica morte di Pamela Mastropietro.

Quella di Pamela è la storia di una generazione di ragazze interrotte nella spensieratezza della loro adolescenza vuoi per problemi di natura diversa che non hanno trovato risposte o semplicemente ascolto. Ragazze che nel bisogno di colmare un vuoto, hanno scoperto la droga e molto spesso ne hanno subito la violenza, il buio di quartieri e compagnie malfamate, perdendo il rispetto per se stesse, per il proprio corpo“.

La tragedia è stata subito trasformata nell’ennesimo pretesto per fare campagna elettorale, perdendo per l’ennesima volta l’occasione per fare luce sul dramma della tossicodipendenza, un problema quanto mai attuale. Se sempre più giovani come dicono i numeri, si avvicinano alle sostanze, significa che la normalizzazione del consumo di droga ha preso il sopravvento vincendo resistenze sempre più vacillanti“.

L’essere rigorosi nell’occuparsi di un disagio è un prerequisito che deve fondare la propria solidità su un sistema di leggi chiare e su istituzioni che nella progettualità sociale devono tenere conto dei bisogni dei giovani. Invece ancora oggi ci troviamo a fronteggiare l’emergenza droga attraverso una normativa di circa 30 anni fa, che non fa i conti con il presente, di come il fenomeno sia cambiato negli anni e mancante di pene chiare e specifiche rispetto allo spaccio. E’ indispensabile rafforzare la lotta alla tossicodipendenza, favorendo l’orientamento al recupero, in modo da riportare quanti più ragazzi alla vita, introducendo strumenti di verifica rispetto ai risultati dell’impegno delle comunità e abbandonando quell’idea ormai obsoleta di riduzione del danno che spesso si trasforma in eterne terapie di mantenimento.

Crediamo fermamente che la strada per aiutare questi ragazzi ci sia e lo diciamo forti di un’esperienza di 40 anni in cui siamo riusciti ad accogliere oltre 26mila giovani. Un impegno quanto mai attuale che negli anni, oltre al recupero, ha visto crescere sempre più un’importante attività di prevenzione con oltre 50mila studenti raggiunti ogni anno in tutta Italia con il nostro progetto WeFree Ragazzi che spesso cercano solo qualcuno che abbia voglia di ascoltarli e che chiedono solo un modo per amare la vita in tutta la sua pienezza”.