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Messaggio danni da vaccino sui bus: replica e precisazioni dei promotori

In foto: il messaggio che era apparso sui bus a Rimini
il messaggio che era apparso sui bus a Rimini
di Redazione   
Tempo di lettura lettura: 4 minuti
mar 6 feb 2018 17:05 ~ ultimo agg. 7 feb 15:47
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I genitori dei gruppi “E pur si muove” di Rimini e provincia e “Genitori di Cervia per la Libera Scelta”, promotori del messaggio sulle reazioni avverse da vaccino esposto ieri sul retro di alcuni autobus riminesi e subito rimosso (vedi notizia), espongono le proprie ragioni in risposta alle accuse arrivate ieri in particolare da Amministrazione Comunale e Ordine dei Farmacisti tramite il presidente Mignani.

I genitori ribadiscono innanzitutto di non essere “no vax”, ma per la libertà di scelta e a favore di piani personalizzati per i singoli bambini. Quanto all’accusa di allarmismo, ricordano che in Italia esiste ancora una legge a tutela delle persone danneggiate dai vaccini e a loro volta accusano Mignani di avere strumentalizzato dei dati. E attendono chiarezza sull’interruzione di un contratto “regolarmente sottoscritto previa visione e condivisione dei contenuti”.


Le precisazioni dei genitori di “E pur si muove” e “Genitori di Cervia per la libera scelta”

“Siamo stati ripetutamente accusati, tra ieri e oggi, di aver pubblicizzato un messaggio pericoloso attraverso la “strumentalizzazione” di numeri, pur avendo fatto riferimento a dati riportati da un documento ufficiale pubblicato dall’Agenzia Italiana del Farmaco, indicando tra l’altro uno short link (http://bit.ly/2FUNeNq) e un QR code che consente di risalire immediatamente a tale dato e a tale autorevole fonte (il dato è a pagina 16 del “Rapporto sulla sorveglianza postmarketing dei vaccini in Italia 2016” http://www.aifa.gov.it/sites/default/files/Rapporto_Vaccini_2016.pdf).

Sono mesi che veniamo etichettati come “no-vax” senza essere interpellati seriamente su ciò che vogliamo e chiediamo e nonostante in ogni nostra azione si parli sempre e solo di libertà di scelta. Lo scopo di questa campagna di sensibilizzazione è stato quello di continuare la nostra battaglia contro questo obbligo a cui ci opponiamo con tutte le nostre forze ed energie. Il messaggio è chiaro e non è interpretabile: se l’AIFA, l’organo incaricato dallo Stato per osservare e vigilare, tra le altre funzioni, sulle reazioni ai farmaci, riporta che le segnalazioni di sospette reazioni avverse ai vaccini sono state nel rapporto del 2016 pari a 4.766, e non pari a 0, allora noi abbiamo il diritto di ribadire per i nostri figli sani la possibilità di scegliere se e quale trattamento sanitario eseguire.

Qualunque sia la gravità di queste 4766 reazioni avverse, dalla “semplice” febbre alla disabilità acquisita, fino alla morte per shock anafilattico, noi abbiamo il diritto di ricevere le informazioni che ci servono, nei tempi che ci servono, e di poter decidere un piano personalizzato in base allo stato di salute dei nostri figli e al rischio correlato alle malattie contemplate dal Piano vaccinale.

Quando c’è rischio deve esserci scelta, questo l’unico messaggio veicolato. E il rischio c’è, tanto è vero che esiste una Legge dello Stato a tutela dei danneggiati da vaccino: la numero 210 del 1992, intitolata “Indennizzo a favore dei soggetti danneggiati da complicanze di tipo irreversibile a causa di vaccinazioni obbligatorie, trasfusioni”.

Nessuna intenzione allarmistica dunque da parte nostra, ma la rivendicazione forte e chiara di un diritto che è stato tolto ai nostri figli, che se non si sottoporranno al piano pluri vaccinale imposto, non potranno accedere ai nidi e alle scuole d’infanzia, e verranno discriminati ed emarginati.

Il presidente dell’ordine dei farmacisti ci accusa di estrapolare dati e utilizzarli al solo scopo di diffondere diffidenza e paura nei confronti dei vaccini. Vorremmo ricordare al Presidente Mignani che, per approvare in urgenza una legge che obbliga all’assunzione indiscriminata di farmaci, è stata fatta una campagna politica e mediatica attraverso l’utilizzo, anche da parte delle Istituzioni stesse, di dati non solo estrapolati dal contesto e dalle situazioni specifiche, ma in alcuni casi anche assolutamente falsi come i più di 200 morti di morbillo in Inghilterra tanto sbandierati dal Ministro della Salute all’opinione pubblica (Piazza Pulita del 22/10/2015 al minuto 5’,57 https://www.youtube.com/watch?v=BZFyTam4Sys).

Per fortuna tali dati si sono rivelati essere, nella realtà, pari a zero (fonte: Dati Ufficiali Governo Inglese – https://www.gov.uk/search?q=deaths+measles+2014).

Lo stesso Presidente dell’Ordine dei farmacisti fa leva sull’“epidemia” di morbillo e parla di 4885 casi del 2017 provando a mettere in atto lui stesso la strategia che ci ha attribuito nelle intenzioni, quella dell’allarmismo, dimenticando di dire, per esempio, che il morbillo è una malattia infettiva ad andamento ciclico (fonte: http://www.epicentro.iss.it/problemi/morbillo/epidItalia.asp) e che nel 2011 i casi di morbillo sono stati 4.671, con una copertura vaccinale tra l’altro pari a 90,1%, maggiore dunque di quella rilevata alla fine del 2016 e pari all’87,4% (dati presi da http://www.epicentro.iss.it/problemi/morbillo/epidItalia.asp). Senza dimenticare l’allarmismo sull’epidemia di meningite di tipo C che avrebbe colpito la Toscana e che ha dato il via al percorso che ha portato pochi mesi dopo all’approvazione della legge: ora, tutti sappiano che il vaccino contro il meningococco C non è stato neppure inserito fra quelli obbligatori. Non è stato considerato poi così pericoloso dunque? Comunque non al pari della varicella o della parotite, parrebbe.

Qualunque forma di epidemia è stata poi smentita da Gentiloni in conferenza stampa il 19 maggio 2017, quando afferma che non si tratta di emergenza, ma di una preoccupazione (fonte: https://youtu.be/9m7CZc4DPBk).

Contro l’obbligo si sono espressi anche illustri parlamentari, giuristi, medici e scienziati di fama internazionale, primo tra tutti il premio Nobel Montagnier.

Ed è alla luce di ciò che i genitori chiedono un piano vaccinale personalizzato per i propri figli.

Restiamo in attesa di chiarezza da parte dell’agenzia pubblicitaria con la quale abbiamo regolarmente sottoscritto un contratto previa visione e condivisione dei contenuti, e dalla Start Romagna che ha interrotto una campagna concordata presumibilmente sotto le pressioni dell’Amministrazione Comunale che ha male interpretato il messaggio veicolato impedendone arbitrariamente la sua diffusione.