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Nazionale Rimini

Firmo quindi sono, la battaglia di Simone Parma

di Redazione   
Tempo di lettura lettura: 3 minuti
ven 9 feb 2018 11:44 ~ ultimo agg. 10 feb 08:18
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“Un accorato appello a chi ci rappresenterà dopo le elezioni affinché porti avanti la battaglia Firmo quindi sono di Simone. Una battaglia di civiltà a favore di tutte le persone disabili in grado di intendere e volere, affinché non debbano delegare i loro diritti”.

L’appello arriva da Grazia Zavatta, madre di Simone Parma, il riminese promotore della campagna Firmo quindi sono per il diritto di firma delle persone diversamente abili. La battaglia di Simone Parma era cominciata nell’ottobre 2014, dopo essere andato all’Ufficio Anagrafe per rinnovare la sua carta d’identità in scadenza. Non poteva firmare con le proprie mani a causa di una disabilità fisica e per questo gli fu posta la dicitura “impossibilitato”, pur essendo riconosciuto capace di intendere e volere.

Simone voleva partecipare attivamente alla vita sociale, culturale ed economica della sua città senza dover essere costretto a delegare qualcun altro a rappresentarlo nelle azioni burocratiche. “Ritengo che lo Stato, attraverso gli strumenti tecnologici moderni, debba fornirmi i mezzi per firmare adeguati alla situazione mia e di migliaia di disabili in Italia e non costringermi a delegare un mio diritto“, scriveva Simone su Facebook.

Elaborò lo slogan “Firmo quindi sono”, il logo e diverse proposte. La sua campagna trovò il sostegno di associazioni, amministratori e rappresentanti di diversi schieramenti politici. Si batteva per tutte le persone diversamente abili, per superare il buco legislativo che non permetteva ai disabili motori di firmare, e per trasformare questo diritto in legge.

Simone purtroppo ci ha lasciato nel novembre 2015 ma la battaglia nata dalla sua tenacia è continuata.

 

Proprio due anni fa, il 10 febbraio 2016, grazie all’interessamento del deputato riminese Tiziano Arlotti, “Firmo quindi sono” varcò la soglia di Palazzo Chigi. A incontrare i rappresentanti del Governo c’erano la madre Grazia, il presidente nazionale UILDM Luigi Querini (in carica in quel periodo), Daniele Cicchetti dell’Ass. UILDM di Rimini, Ivan Innocenti e Mina Welby dell’Ass. Luca Coscioni. Oltre ad Arlotti c’erano il sottosegretario Angelo Rughetti ed Elio Gullo della presidenza del Consiglio dei Ministri.

Un impegno che ha portato il primo fondamentale risultato nel luglio 2017, con la circolare n° 3/2017 dell’Agenzia per l’Italia Digitale (AgiD) dal titolo “Raccomandazioni e precisazioni sull’accessibilità dei servizi pubblici erogati a sportello dalla Pubblica Amministrazione, in sintonia con i requisiti dei servizi online e dei servizi interni”. Le raccomandazioni contenute, in linea con i principi della Convenzione Onu sui diritti delle persone con disabilità, sollecitano la Pubblica Amministrazione a favorire il più possibile l’inclusione dei servizi in questione.

Con una lettera del 12 dicembre 2017 il direttore di AgiD Antonio Samaritani, specificava inoltre che la Circolare “ha valore giuridico e le pubbliche amministrazioni sono chiamate alla rimozione degli ostacoli che si frappongono alla realizzazione dell’amministrazione digitale e alla piena ed effettiva attuazione del diritto all’uso delle tecnologie ICT (Information and Communication Technologies)”.

Con il Comune di Rimini è già stato avviato un confronto: è un percorso complesso, che si deve integrare con i nuovi passaggi per la digitalizzazione indicati da Roma, ma che si auspica possa portare risultati concreti a breve. E perché il diritto che Simone rivendicava possa diventare davvero realtà sarà importante anche il contributo di chi siederà in Parlamento.

 

Simone Parma era nato a Rimini il 10 settembre 1978. Era affetto da Distrofia Muscolare di Duchenne che dall’età di 10 anni lo aveva costretto su una sedia a rotelle. Si era diplomato all’Istituto Einaudi con il massimo dei voti. Aveva tante passioni come cinema, teatro e le nuove tecnologie. A Rimini era molto conosciuto: fino a quando le sue condizioni glielo avevano consentito, con la sua carrozzina raggiungeva i luoghi di ritrovo cittadini per incontrare gli amici. E’ scomparso il 4 novembre 2015.

La campagna è sulla pagina https://www.facebook.com/firmoquindisono/.