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Casa Gallo su Fuori Campo

di Redazione   
Tempo di lettura lettura: 2 minuti
ven 9 feb 2018 10:04
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Su Fuori Campo, il secondo rapporto sugli insediamenti informali e le marginatà sociali pubblicato da Medici senza frontiere, si parla anche dell’esperienza di Casa Gallo (pag. 9).

“Nel dicembre 2015 le associazioni “Rumori Sinistri” e “No Border” (dopo un importante ciclo di lotte per il diritto alla casa) stipulano una convenzione con il Comune di Rimini per gestire una struttura d’accoglienza nell’ambito del piano freddo. La struttura, ribattezzata “Casa don Gallo”, ospita italiani e migranti stranieri. Nel progetto presentato le due associazioni criticano fortemente il modello di accoglienza richiesto, ovvero un dormitorio aperto solo nelle ore notturne durante i mesi più freddi. Casa Gallo ha messo in discussione questo modello e l’ha praticato: aprendo lo spazio anche nelle ore diurne; al posto di un’accoglienza intesa come “parcheggio a termine”, sono avviati percorsi mirati all’autonomia degli ospiti (segretariato sociale, ricerca attiva del lavoro, sportello salute ecc.); il limite temporale dell’accoglienza viene fissato al momento del raggiungimento di tale autonomia. Alla scadenza della convenzione (aprile 2016), le associazioni restano a gestire la casa insieme agli ospiti, in completa autonomia, anche finanziaria. Di recente è stato trovato un accordo con il Comune per regolarizzare l’occupazione e prorogare le attività fino al 30 aprile 2018 ma è in corso una trattativa per trovare una soluzione stabile. Dalla sua apertura, Casa don Gallo ha ospitato 71 persone, 16 delle quali provenienti dalla Somalia. Oggi 44 persone vivono nel centro, 39 uomini e 5 donne, italiani e stranieri. 24 provengono da CAS: alcuni sono titolari di una forma di protezione internazionale o umanitaria; altri si trovano nella fase di appello, di primo o secondo grado, avverso il diniego di protezione; ad altri ancora l’accoglienza all’interno dei CAS è stata revocata prima della conclusione dell’iter della richiesta di asilo. 3 persone sono fuoriuscite da centri ENA. 4 persone hanno una condizione di invalidità riconosciuta, 7 manifestano disturbi di tipo psichiatrico o di sofferenza psicologica più lieve”.

 

fonte: http://fuoricampo.medicisenzafrontiere.it/Fuoricampo2018.pdf