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Attualità Rimini

Voli russi al Marconi. Indino: più sleale la concorrenza di Ancona

In foto: Gianni Indino
Gianni Indino
di Redazione   
Tempo di lettura lettura: 2 minuti
mer 10 gen 2018 14:15
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Prende sempre più corpo l’ipotesi che Ural Airline, compagnia che opera tra Italia e Russia, dirotti alcuni dei suoi voli dall’aeroporto Fellini di Rimini al Marconi di Bologna. Questa mattina sulle pagine del Resto del Carlino, il presidente dello scalo bolognese Postacchini conferma un contratto in essere con la compagnia. “Ci hanno cercato  perché hanno valutato positivamente i nostri servizi“. I voli partiranno a primavera.

Notizia che ha già aperto il dibattito e creato preoccupazione sulle conseguenze che questa decisione potrebbe provocare sul traffico di passeggeri russi del Fellini. Sulla vicenda interviene anche il presidente di Confcommercio Rimini Gianni Indino, non tanto per stigmatizzare le scelte che Ural ha operato su Bologna, ma per riaccendere i riflettori su un altro competitor per le stesse rotte, molto più simile per storia e vicissitudini all’aeroporto Fellini: lo scalo di Ancona.

Uno scalo – afferma Indino – sull’orlo del fallimento con circa 38 milioni di debiti, con una procedura fallimentare che pende sul capo del gestore Aerdorica rinviata proprio l’altro ieri dal Tribunale al 25 gennaio, in attesa di conoscere le decisioni dell’UE sulla ricapitalizzazione di 20 milioni di Euro legiferata dalla Regione Marche. Uno scalo, quello marchigiano, andato in crisi negli stessi tempi di quello riminese, ma per il quale è stato accettato da tutti gli attori un “concordato fai da te”, fatto di tanti benefici come due anni di congelamento dei mutui, pagamenti rateali ai creditori, rateazione dei debiti tributari, contributivi e comunali. A Rimini invece non è stato concesso nulla di tutto ciò, pur essendo stato richiesto dagli stessi creditori. Non vogliamo rivangare il passato, ma per giocare allo stesso tavolo servono le stesse regole, altrimenti la concorrenza non è leale e qualcuno viene penalizzato. Gli aeroporti devono rimanere privati? Allora, che lo siano tutti”.

Guardando in casa poi Indino aggiunge: “Sul territorio riminese rimangono dubbi, amarezza, ma soprattutto la forte richiesta di tutto il tessuto imprenditoriale di avere un aeroporto efficiente. Possiamo investire, possiamo spremerci le meningi per inventare iniziative, cambiare la città, aprire nuovi mercati, ma senza uno scalo che attiri i turisti e li faccia arrivare comodamente, rimaniamo giocoforza ancorati ad un vecchio modello di turismo che aspetta treni e pullman o si muove in auto. Senza aeroporto non possiamo andare da nessuna parte. La Riviera di Rimini è ancora tra le mete turistiche più ambite d’Europa, ma per rimanere al passo e riuscire a fare il salto di qualità tanto auspicato le nostre imprese hanno assoluto bisogno di poter contare sull’aeroporto e che tutte le componenti, imprenditoriali e politiche, lavorino per questo”