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Ambiente Regione

Torna lo smog, a Rimini il picco. L'intervento dei Grilli Pensanti

In foto: repertorio
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di Redazione   
Tempo di lettura lettura: 3 minuti
lun 8 gen 2018 11:32 ~ ultimo agg. 13:47
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Il clima degli ultimi giorni, con nebbia e foschia e scarsa ventilazione, ha favorito il ritorno dello smog in Emilia Romagna. Negli ultimi tre giorni tutti i capoluoghi hanno sforato, e Rimini ha fatto segnare ieri il valore al momento più alto del nuovo anno in Regione, con 87 microgrammi per metro cubo (dopo i 71 di venerdì e gli 86 di sabato).

A Rimini la domenica ecologica inizialmente in programma il 7 gennaio è stata spostata al 14. Per altre misure emergenziali, bisognerà valutare i valori dei prossimi giorni.

Le statistiche

Sul tema dello smog, anche alla luce dei dati del 2017, intervengono i Grilli Pensanti di Rimini che chiedono interventi strutturali per il traffico ma anche per l’inquinamento derivante da riscaldamento.

“L’emergenza smog sembra ormai qualcosa con cui dobbiamo convivere. È diventata una malattia cronica che affligge la nostra città ed i cui sintomi quest’anno si sono presentati ben prima del rigido inverno, con picchi di polveri sottili oltre il limite di tolleranza. Sicuramente i cambiamenti climatici non aiutano ma è evidente che mancano anche interventi strutturali da parte di Regioni e Comuni a contrastare il fenomeno se siamo tornati quasi ai livelli negativi del 2015.

Il 2017 per Rimini si chiude con un dato molto negativo, il 31 dicembre c’è stato uno sforamento con 61 mg/m3 rispetto al limite di 50. La centralina di monitoraggio di Via Flaminia ha registrato nel corso del 2017 57 sforamenti rispetto ai 51 del 2016, mentre la centralina del parco Marecchia 42 rispetti ai 31 del 2016, superando entrambe il limite di massimo 35 sforamenti annui.

I dati scientifici parlano chiaro, le amministrazioni devono assumersi la responsabilità di gestire il fenomeno mettendo in campo interventi concreti altrimenti questa patologia cronica, ecologica e sanitaria sarà destinata ad aggravarsi a danno della salute dei cittadini.

In Italia nei primi sette mesi del 2017 le nuove immatricolazioni di autovetture sono aumentate dell’8,6%, le diesel il 56,4% del totale (56,5% nello stesso periodo del 2016) e quelle a benzina il 32,5%. Si consideri poi che le auto diesel inquinano più di quanto dichiarato dalle case costruttrici come dimostrato anche dalla stampa nazionale (vedi caso Volkswagen).

A parte l’inquinamento derivante dalla circolazione dei mezzi di trasporto, il dato più preoccupante deriva dagli impianti di riscaldamento dei vari complessi abitativi. Da uno studio del Politecnico di Milano effettuato su 5 città italiane, apprendiamo che il 64% dell’anidride carbonica (CO2) dipende proprio dal riscaldamento degli edifici di qualsivoglia genere. Quindi la cementificazione o riminizzazione (come ormai viene tristemente definita) come ad esempio i nuovi palazzoni in Via della Fiera, non faranno altro che aggravare la situazione.

Il fenomeno non è sicuramente facile da gestire, ma a tutela della salute pubblica, che è preminente, necessitano scelte coraggiose che ad oggi sono mancate. A livello nazionale, regionale e locale servono interventi strutturali ed urbanistici per ripensare la mobilità e riprogettare le città stesse.
Servirebbe ridisegnare gli spazi pubblici, strade e piazze con questo obiettivo. Centri urbani rinnovati, in grado di tornare a respirare anche grazie alla creazione di nuovi spazi verdi e alla piantumazione di nuovi alberi in città, in centro e nelle periferie. È fondamentale avviare la riqualificazione degli edifici privati e pubblici, per diminuire i consumi energetici e le emissioni inquinanti e rendere gli edifici più sicuri dal rischio sismico e idrogeologico con l’obiettivo di una riqualificazione totale programmata di tutti gli edifici pubblici e privati.

Le domeniche ecologiche come quella programmata per il 7 gennaio e poi spostata al 14 con ordinanza sindacale costituiscono un semplice palliativo di irrilevante incidenza sulla qualità dell’aria come media annuale. Ci auguriamo che a tal proposito si intavoli una seria discussione per individuare azioni più proficue”.