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Rimini FC. Grassi: "Ho stretto un patto coi tifosi, decideremo insieme il futuro della società"

In foto: Giorgio Grassi a Calcio.Basket
Giorgio Grassi a Calcio.Basket
di Icaro Sport   
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gio 4 gen 2018 20:51 ~ ultimo agg. 6 gen 13:04
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“Il Rimini non ha prezzo ma valore”. Si intitola così il post pubblicato da pochi minuti sulla pagina Facebook del Rimini Football Club, una lettera aperta ai tifosi scritta dal patron biancorosso, Giorgio Grassi:

“In questi 17 mesi ho avuto la grande fortuna di comprendere quanto per i tifosi la passione per il calcio biancorosso sia forte, come dietro a quei colori ci siano storie, emozioni e aspettative. I tanti che mi hanno raccontato con trasporto il primo giorno al Neri, spesso sopra le ginocchia del babbo, mi hanno ricordato ancora una volta come le cose veramente importanti della vita siano quelle che non si possono contare.

Ed è così anche per il Rimini FC, un progetto ed una realtà che non ha prezzo ma valore. Due cose molto diverse.

Nel Rimini FC c’è il lavoro quotidiano di 60 persone, molte volontarie, i sogni dei nostri ragazzini delle giovanili di arrivare in Prima Squadra, i chilometri macinati dai tifosi in tutti questi anni, le gioie per le vittorie, le notti insonni per le sconfitte, le ripartenze. E tanto altro. Perché il Rimini, sia chiaro, non è di Giorgio Grassi ma di una comunità sportiva, di tutti coloro che si riconoscono e ci accompagnano nel nostro agire quotidiano, nella coerenza dei nostri passi, in un cammino tutto nuovo dove la strada giusta non è detto che sia quella più semplice, anzi.

Viviamo il tempo del “tutto e subito” a colpi di annunci, a questi preferisco la programmazione e la sostenibilità economica per dare gambe e credibilità ad ogni nostra parola. È con questa moneta che abbiamo affiliato tante realtà calcistiche del territorio, coinvolto società sportive di altre discipline, mettendo in campo progetti di comunicazione e di marketing nella città, per la città e i suoi cittadini. Rilanceremo l’Art Bonus per recuperare la facciata del Romeo Neri, investiremo in conoscenze e competenze per formare e far crescere i nostri giovani: finalmente già tanti riminesi giocano in prima squadra, di ritorno da altre società, in futuro dovranno arrivarci direttamente dal nostro vivaio. E questo non significa avere un profilo basso, ma l’esatto contrario. Continueremo, vista la classifica attuale, a fare il massimo per provare a salire di categoria, come sempre, pensando al domani. E lo faremo insieme ai tifosi con i quali ho stretto un patto: decideremo insieme il futuro della società.

Se in città prevarrà la volontà di affidare il futuro della società alla realtà croata, proprietaria del Santarcangelo, che ambisce a prendere, dopo il Santarcangelo anche il Rimini, lo faremo. E nell’eventuale passaggio farò dono alla città, tolte le tasse, del 90% della somma per progetti di sviluppo e formazione sportiva ed il 10% lo riserverò ai volontari che ci hanno fino qui sostenuto. Si chiuderà così un percorso, imboccandone uno diverso ma lo deciderà la città.

Se invece, come spero con tutto il cuore, Rimini sceglierà di portare avanti il nostro progetto spalancherò da subito le porte della società, attraverso un azionariato diffuso. Sarà con noi chi si riconosce nei valori etici che portiamo avanti e nel progetto sportivo per il quale lavoriamo quotidianamente. E lo faremo ricordando a tutti, l’assenza di debiti della nostra gestione, i risultati sportivi fin qui conseguiti, la puntualità dei pagamenti e la trasparenza societaria dei nostri bilanci che permette e permetterà ad ogni nuovo socio, sostenitore o simpatizzante di capire come viene impegnato ogni singolo euro. E ci sarà bisogno di tutti, dei grandi e dei piccoli perché un gesto d’amore per il Rimini non si conta, al massimo si pesa. E tutto questo ci servirà per consolidarci e crescere ancora di più.

Anche io sogno la B, ma non di un uomo solo al comando ma la serie B di una città, di una comunità sportiva: quella dove un ragazzino riminese di oggi spera di poter esordire o viverla ancora una volta accompagnato dal proprio babbo in uno stadio accogliente, con standard europei, luogo di aggregazione, vivo sette giorni su sette e prodotto turistico-sportivo a due passi da un centro storico già rinato. Un obiettivo da inseguire con passione e lucidità, con cuore e testa.

A chi dice “troppo complicato, impossibile a Rimini” rispondo con l’ottimismo della ragione ma anche del cuore, quello che mi ha aiutato anche nella mia attività di imprenditore. Viviamo in un tempo in cui raccontare qualcosa di positivo desta sospetto. Credo che dovremmo abbassare le nostre difese e cercare ciò che in mezzo all’inferno non è inferno, farlo durare e dargli spazio. Questo però richiede coraggio, perché accogliere qualcosa di bello, vero, buono, cioè riconoscerlo come bello, vero, buono, significa mettersi in gioco personalmente per difendere e ampliare quel bello, vero, buono. E serve farlo senza supponenza, mettendo al centro il progetto di una comunità sportiva, con umiltà, pensando al presente ma anche al futuro.

ll cinismo è la scorciatoia che ripara dal coinvolgimento personale e dal conseguente impegno, e a volte sembra un comodo rifugio, ma alla lunga inaridisce. E Rimini sportiva è quasi un deserto, ingabbiata spesso dal suo glorioso passato.

Io sono qui, ora, insieme a tanti amici, collaboratori, volontari con un seme per me preziosissimo appena piantato, a tutti noi la decisione se volerlo innaffiare per raccoglierne con continuità i frutti insieme; perché il Rimini non ha prezzo ma valore.

Forza Rimini!
Giorgio