Indietro
sabato 20 aprile 2024
menu
Icaro Sport

Muay Thai. Il titano Roberto Gheorghita racconta il suo Oktagon

In foto: Roberto Gheorghita
Roberto Gheorghita
di Icaro Sport   
Tempo di lettura lettura: 3 minuti
mer 24 gen 2018 18:34 ~ ultimo agg. 18:36
Facebook Whatsapp Telegram Twitter
Print Friendly, PDF & Email
Tempo di lettura 3 min
Facebook Twitter
Print Friendly, PDF & Email

9 dicembre 2017: una data che difficilmente si scorderà il fighter e campione di Muay Thai nella categoria Light Welterweight Roberto Gheorghita perché per lui è arrivata la prima convocazione ad uno degli eventi più importanti per tutti gli appassionati delle arti marziali miste, ovvero l’Oktagon.

Questa manifestazione si tiene ogni anno in Italia e comprende alcune discipline come la kickboxing, Muay Thai e le MMA. La prima edizione si tenne nel 1996, fino ad arrivare all’ultima di un mese e mezzo fa tenutasi al “Nelson Mandela Forum” di Firenze che nella card proponeva un match di cartello come quello tra il canadese Gabriel Varga, vincitore per due volte del ‘Glory Featherweight Champion’ nel 2015 e 2016 oltre al WKF World Light Welterweight K-1 Championship, e Roberto Gheorghita, quest’ultimo alla prima presenza assoluta in questo evento.

La preparazione a questo tipo di scontro non è stata diversa dal solito, ma sempre molto intensa, come afferma Gheorghita: “Otto allenamenti a settimana, doppio il martedì e il giovedì, ho lavorato molto sulla parte tecnico-tattica con il preparatore del pugilato e ho voluto aumentare il mio ritmo visto che Varga faceva molto leva su questa qualità; io e il mio staff abbiamo svolto allenamenti mirati alla copertura del fegato, parte che il mio avversario colpisce spesso.”

Il match è stato vinto dal canadese al secondo round per ko tecnico da parte di Gheorghita, il quale ha espresso le sue sensazioni sulla sfida e sull’essere all’Oktagon: “Quasi 9mila persone fanno un certo effetto, si vedeva che era una ‘serie A’ della kickboxing; dovevo però essere bravo a mantenere la concentrazione alta e focalizzarmi sul duro match che mi aspettava. Posso solo parlare bene di tutta l’organizzazione, dovevo attenermi al regolamento americano bevendo solo acqua e restando dentro lo spogliatoio fino all’inizio della gara – prosegue-. Il match contro Varga poteva essere gestito meglio, l’arbitro ha deciso di fermare la contesa a 9″ dal termine della ripresa. Lui è molto forte, la sua esperienza a quel livello e in quel palcoscenico sono stati determinanti per la vittoria. Sono convinto dei miei mezzi e con molto impegno posso raggiungere il suo livello.”

Uno degli obiettivi principali nel 2018 per il ragazzo rumeno residente a San Marino è quello di essere richiamato a questo evento, a tal proposito ha dichiarato: “Mi preparerò al meglio per essere presente anche alla prossima edizione, il patron dell’Oktagon mi ha confermato che questo è solo l’inizio di un lungo percorso. Ora ho ripreso gli allenamenti analizzando gli errori commessi contro Varga, devo migliorare a livello mentale; sono solo in attesa di una chiamata per il prossimo match da disputare. Il nuovo anno deve essere al pari dello scorso dove ho ottenuto grandi risultati, lavorando sempre con la solita serietà e cercando di vincere più match possibili.”

Curiosando abbiamo scoperto che il campione di Muay Thai ha qualche aneddoto prima dell’inizio di ogni contesa: “Prima di tutto sono molto attaccato alla mia canzone di ingresso ‘Clubbed to Death’ di Rob Dougan, non vorrei mai che fosse sbagliata. Solitamente prima di ogni sfida faccio una preghiera alle corde e il giorno che precede l’incontro vado in chiesa; sono molto preciso in quello che faccio e un altro aspetto a cui tengo particolarmente è la perfezione nel sistemare gli indumenti nella borsa.”

Si parla sempre degli altri sport che sono seguitissimi, mentre non viene dedicato troppo spazio a queste discipline come la Muay Thai o la kickboxing che negli ultimi mesi hanno visto aumentare il numero di iscritti a San Marino: “L’interesse in questo tipo di sport nasce dal momento in cui viene fatta vedere al pubblico attraverso show o semplici incontri, gli sport da combattimento sono da sempre visti con un occhio diverso. Voglio impegnarmi per promuovere questo sport, non c’è un limite di età dal momento che in palestra alleno persone dagli 8 ai 56 anni.”

Non resta che augurare il meglio per il suo futuro al fighter Gheorghita che vorrà tornare il prima possibile a vincere e conquistare altri titoli da aggiungere al suo palmarès.

Matteo Pascucci