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Confcommercio: vendite buone, peccato per chiusure in giorni strategici

Gianni Indino

Il 38% di commercianti, pubblici esercizi e operatori turistici dichiara vendite stabili, il 15% in aumento con un +3% sullo stesso periodo del 2016. Il periodo è quello degli acquisti prenatalizi, analizzata da Centro studi Iscom Group per Confcomemercio. Una fine 2017, quindi, positiva per la Riviera riminese che porta a guardare con un certo ottimismo ai saldi invernali, in partenza il 5 gennaio. Per Gianni Indino, presidente di Confcommercio della Provincia di Rimini molti operatori hanno saputo comprendere le potenzialità del Capodanno, anche se “ è stata un’amara sorpresa vedere bar e ristoranti chiusi il 1° gennaio, mentre il centro storico pullulava di persone a passeggio

I numeri sono positivi su tutto il territorio, ma non possiamo cullarci sugli allori – sottolinea il presidente di Confcommercio della Provincia di Rimini, Gianni Indino -. Anzi, è proprio questo il momento di rimboccarci di nuovo le maniche per cavalcare le opportunità di un’offerta capace di attirare tantissimi turisti anche in questo periodo invernale. I numeri ci sono e ora sta a noi, come commercianti e pubblici esercizi, stare in linea con quando si sta facendo con servizi e qualità. Per capirci, nel 2011 alla prima edizione del ‘Capodanno più lungo del mondo’ erano state numerose le proteste di chi, arrivato in centro, aveva trovato impossibile anche prendere solo un caffè poiché tutte le attività erano chiuse l’ultima notte dell’anno. Grazie alla sensibilizzazione che abbiamo portato avanti come associazione, poco alla volta gli esercizi del centro hanno iniziato ad offrire i loro servizi, dando il via ad un impulso propulsivo che ha fatto guardare il centro storico riminese sotto altri occhi anche la sera, con una proposta che non si limita più alle sole cantinette, ma che va ad intercettare anche altre richieste come ristorazione e cucina di qualità.

Ma prosegue con una stoccata ai gestori del bar e ristoranti  per il primo dell’anno: “E’ stata un’amara sorpresa vedere bar e ristoranti chiusi il 1° gennaio, mentre il centro storico pullulava di persone a passeggio. Intendiamo dunque ripetere l’appello ai nostri associati e tutti a coloro che ne sono interessati. Bisogna pensare al 1° gennaio come un’occasione incredibile di business personale, ma anche di mantenimento di un’offerta di servizi che una città a vocazione turistica come Rimini non può non avere“.

Ma ne ha anche per i negozi, chiusi domenica 31: “Pur non essendo favorevoli alle aperture 365 giorni l’anno e considerando il riposo sacro e le festività degne di essere celebrate, è stato altrettanto spiacevole constatare che il 31 dicembre, ultimo giorno dell’anno, i negozi nel centro commerciale naturale della città fossero aperti a macchia di leopardo. Era domenica, certamente, ma ciò non toglie che chi ha scelto questa attività svolge anche un importante lavoro di servizio al pubblico che a nostro avviso, in determinate giornate, non dovrebbe mancare”.

La proposta: “in queste occasioni ci si doti di personale aggiuntivo per coprire le giornate topiche facendo uno sforzo in più per contribuire ai risultati di tutti. Per i pubblici esercizi, si potrebbe anche pensare a delle rotazioni, restando aperti ad annate alterne. Un’alternanza di riposo che ci sembra giusta e che non va a ledere le iniziative che amministrazione e privati mettono in campo per ottenere questi importanti risultati”.

Da ultimo un plauso all’amministrazione comunale di Rimini: “Da sottolineare come l’amministrazione locale riminese abbia accolto la richiesta di posticipare la ‘Domenica Ecologica’ del 7 gennaio al 14 gennaio, per permettere di arrivare comodamente a fare acquisti in centro a soli due giorni dall’avvio dei saldi”.