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Cronaca Rimini

Arrestati i rapinatori della Banca Malatestiana in via Marecchiese

In foto: Adriapress
Adriapress
di Redazione   
Tempo di lettura lettura: 3 minuti
mer 10 gen 2018 13:25 ~ ultimo agg. 11 gen 11:34
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Gli uomini della Squadra Mobile della Questura di Rimini, nel tardo pomeriggio di ieri, hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Giudice delle indagini preliminari Vinicio Cantarini, su richiesta del Sostituto Procuratore Cerioni, e hanno arrestato due uomini, di 20 e 40 anni, entrambi nati a Palermo, responsabili della rapina aggravata avvenuta l’estate scorsa all’agenzia di via Marecchiese della Banca Malatesiana. Sono stati riconosciuti come gli autori di un’altra rapina a Cesena.

Il 19 giugno due malviventi si erano introdotti, indossando occhiali da sole e cappellini (con la parte inferiore del volto travisto da un fazzoletto) all’interno dell’istituto di credito Banca Malatestiana di via Marecchiese, e, dopo aver minacciato due dipendenti con un taglierino, si erano fatti consegnare alcune migliaia di euro. Il primo rapinatore si era avvicinato alla cassa armato di un taglierino e rivolgendosi alla dipendente le aveva ordinato di sbloccare il bussolotto d’ingresso e di consegnare il denaro presente nella cassa; la donna aveva eseguito l’operazione, e dopo alcuni secondi, anche il secondo rapinatore aveva fatto irruzione all’interno della Banca prendendo il comando delle operazioni e gridando: “FATE QUELLO CHE DICO IO, CHE NON VI FACCIO NIENTE,
CHE DI RAPINE NE HO GIA ‘ FATTE ALTRE E COSI’ NON VI SUCCEDE NIENTE”. I rapinatori avevano costretto i dipendenti a entrare in bagno facendosi prima sbloccare il bussolotto per poter poi fuggire.
Gli uomini della Squadra Mobile fin da subito, avevano intuito che i responsabili di quella rapina non erano persone originarie della provincia o “legate” a questa provincia da precedenti attività: si trattava di trasfertisti, ovvero persone che partono dalla loro città verso una o più mete già individuate, studiano i luoghi, colpiscono e tornano nella loro città.
Decisiva è stata l’immediata condivisione del materiale video-fotografico raccolto nel sopralluogo e la condivisione delle immagini all’interno del circuito interno alle Squadre Mobili di tutto il territorio nazionale: gli investigatori riminesi, infatti, fin da subito hanno verificato, avvalendosi delle esperienze dei colleghi della Romagna, se rapine con modalità e autori simili fossero state compiute in altri territori. Analizzando i fotogrammi a disposizione, gli uomini della Squadra Mobile hanno riconosciuto gli autori, già individuati, di una analoga rapina avvenuta a Cesena.
E i successivi accertamenti hanno infatti consentito di verificare che il modus operandi adottato per entrambi gli episodi delittuosi era il medesimo: come nella rapina riminese, infatti, il primo malvivente a entrare in banca, travisato da un berrettino con visiera, era il soggetto identificabile nel ventenne arrestato, il quale – dopo aver mostrato un taglierino e quindi minacciato i presenti, ordinando loro di consegnare il denaro contante – intimava di aprire il bussolotto d’ingresso per consentire anche al complice (identificabile invece nel quarantenne) di entrare per dargli man forte (individuo più anziano del primo, un po’ più alto, ma travisato rispetto al primo con sciarpa/fazzoletto che gli copriva parzialmente i  viso). Entrambi parlavano con inflessione dialettale meridionale. L’unica differenza era che il secondo rapinatore si era premurato di indossare dei guanti per evitare di lasciare impronte.
E’ stata inoltre dimostrata la presenza in Romagna del quarantenne nei giorni precedenti l’evento delittuoso: cosi come rimarcato anche dalle indagini
forlivesi, ha goduto evidentemente di appoggi logistici in particolare a Gatteo Mare. E sia nella rapina di Cesena che in quella di Rimini, si è astenuto dall’utilizzo del cellulare dal giorno prima a qualche ora dopo la consumazione del reato. Dopo la rapina i due rapinatori in fuga hanno raggiunto in auto Palermo con un viaggio autostradale  attraversando le province di Ancona-Ferino-Teramo- Frosinone-Caserta e Napoli.
Nel pomeriggio di ieri, quindi, i poliziotti in esecuzione del provvedimento restrittivo, hanno arrestato i due uomini già detenuti presso la Casa Circondariale di Palermo per episodi
criminali analoghi.