Indietro
menu
Attualità Riccione

Ordinanza anti accattonaggio, la riflessione del parroco di San Martino

In foto: repertorio
repertorio
di Redazione   
Tempo di lettura lettura: 4 minuti
ven 1 dic 2017 21:07 ~ ultimo agg. 21:38
Facebook Whatsapp Telegram Twitter
Print Friendly, PDF & Email
Tempo di lettura 4 min Visualizzazioni 1.120
Facebook Twitter
Print Friendly, PDF & Email

Don Antonio Moro, parroco di San Martino a Riccione, ha pubblicato su Facebook una riflessione sull’ordinanza contro l’accattonaggio emanata dal Comune di Riccione per ilperiodo natalizio. Una riflessione che non vuole entrare nel merito politico, ma su quello etico-morale.


LONTANO DAGLI OCCHI LONTANO DAL CUORE 

Per un contributo alla riflessione

Nei giorni scorsi il Comune di Riccione ha emesso un’ordinanza dal titolo: “Ordinanza in materia di decoro e sicurezza urbana, inerente il divieto di accattonaggio e mendicità durante le festività natalizie”. Premesso che non desidero entrare in questioni di scelte politiche in materia ma mi pare importante riflettere su un piano etico – morale sulla vicenda in questione che aiuti ad entrare nella complessità del problema.

Noi parroci di Riccione conosciamo molto bene il fenomeno di cui tratta l’ordinanza. Ogni domenica, ed anche nei giorni feriali, si trovano fuori dalle chiese persone che chiedono l’elemosina. A volte chiedono l’elemosina in silenzio senza disturbare la gente, anzi alcune persone si fermano a parlare per conoscerle, è capitato anche che qualcuno si facesse carico di alcuni bisogni che nel dialogo emergevano. Non mancano anche chi disturba con insistenza e a volte impedendo la libera entrata nelle chiese.

Una prima considerazione che va tenuta presente è il fatto che esse sono persone con volti, con storie di sofferenza o di povertà che provengono da paesi stranieri o anche cittadini italiani. Seconda considerazioni: la classificazione generalizzata che si fa di queste persone, considerate come “accattoni molesti e mendicanti invasivi”, è molto riduttiva e semplicistica che non aiuta e capire il complesso fenomeno. Ci sono persone che vengono costrette a chiedere l’elemosina da gruppi malavitosi che non guardano in faccia a nessuno.  In questa situazione ci sono già  leggi a riguardo e non c’è bisogno di altri regolamenti e sarebbe giusto, per limitare il fenomeno,  intervenire e perseguire gli sfruttatori e non gli sfruttati.

Ci sono persone che vivono realmente in uno stato di povertà, per i tanti motivi che conosciamo, e sono costretti a chiedere l’elemosina facendolo in modo silenzioso, senza molestare nessuno, senza recare danno al decoro urbanistico e senza compromettere la sicurezza pubblica o il potenziale turistico di un comune. Non possiamo criminalizzare i poveri e i bisognosi. In questo secondo caso, ogni situazione sarebbe da analizzare attentamente e farsi carico di tante storie concrete di povertà subita e non certo voluta.

Un’altra domanda alla quale non riesco a trovare risposta è: come faranno le persone colte in flagranza di accattonaggio a pagare la sanzione amministrativa di € 50? A chi sbarca il lunario con le briciole raccolte elemosinando, credo risulti difficile trovare cifre per pagare la multa … ironia della sorte: dovranno fare gli straordinari e accattonare ancora di più! Le Caritas parrocchiali insieme alla Caritas Cittadina sono impegnate quotidianamente nell’ascolto dei bisogni di molte persone che si trovano in un stato di povertà, anche assoluta, e si cerca di rispondere con interventi adeguati alle necessità.

Nel Rapporto sulle povertà 2016, redatto dall’Osservatorio delle povertà e delle risorse della Caritas Diocesana, possiamo trovare alcuni dati interessanti sull’attività della Caritas Cittadina e delle Caritas Parrocchiali di Riccione. La Caritas cittadina è una realtà, nata nel 2000, voluta e sostenuta dalle parrocchie di Riccione, lo scorso anno ha distribuito 4622 pasti, 1729 capi di indumenti per non contare tutte le persone che usufruiscono del servizio docce. Ogni persona prima di tutto passa dal Centro di ascolto per una conoscenza approfondita e per un primo discernimento, lo scorso anno sono state ascoltate 6461 persone.

Coloro che normalmente si rivolgono alla Caritas Cittadina sono persone di passaggio, oppure che vivono ai margini della società e che non hanno sicurezze sociali. Anche le Caritas parrocchiali hanno un forte impegno ed una presenza capillare sul territorio per interventi a sostegno delle famiglie e persone con forti disagi economici e sociali. Sempre dal rapporto del 2016 possiamo attingere i seguenti dati che fotografano molto bene l’impegno dei vari Centri di ascolto: le persone ascoltate sono state 1730, sono stati distribuiti 1535 pacchi viveri e sono stati elargiti più di € 18.000 per pagare, utenze, affitti ed altro.

Dobbiamo sottolineare che dietro questi numeri ci sono persone che prima si cerca di accogliere, ascoltare le loro storie e capire insieme i veri bisogni ed i possibili interventi che rispettino innanzitutto la dignità della persona. Le varie Caritas collaborano costantemente con i servizi sociali dell’AUSL e del Comune di Riccione, perché l’obiettivo comune è quello di creare condizioni dignitose per quelle persone che, per vari motivi, si trovano a vivere in condizioni non rispettose della persona. La grande sfida per le nostre comunità è quello di sentirci tutti impegnati a testimoniare la carità. La Caritas non è solo il piccolo gruppo di volontari che sono impegnati nel Centro di ascolto, ma la Caritas è un organismo pastorale chiamato a educare ed animare alla carità le parrocchie.

Ancora molto dobbiamo fare nelle parrocchie per metterci in ascolto delle vecchie e nuove povertà; passare sempre di più dal servizio di distribuzione alla condivisione accompagnando ed affiancandoci alle persone che sono nel bisogno. Il tempo di Avvento, che iniziamo, sia occasione per conoscere meglio le Caritas delle nostre parrocchie il loro impegno e le loro attività e sostenerle con aiuti concreti. La gente di Riccione è molto sensibile e generosa quando c’è da aiutare qualcuno che è nel bisogno.

Gesù, che ha provato lui stesso ad essere rifiutato e a nascere in condizioni di povertà, ci doni la grazia di incontrarlo sempre di più nei volti delle persone povere.

Don Antonio Moro – Parroco di San Martino