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Politica Regione

Nuova legge urbanistica approvata in Regione. Ma si spacca la maggioranza

In foto: il voto in assemblea legislativa
il voto in assemblea legislativa
di Redazione   
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mar 19 dic 2017 18:49 ~ ultimo agg. 20 dic 15:10
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E’ arrivato oggi in assemblea legislativa regionale il via libera alla nuova legge urbanistica. Ma il provvedimento non ha avuto vita facile e ha provocato una spaccatura all’interno della stessa maggioranza: a votare a favore è stato solo il Partito Democratico mentre è arrivata l’astensione di Forza Italia e il nodi Lega Nord e Movimento 5 stelle ma anche di Sinistra Italiana, Misto-Mdp e Altra Emilia-Romagna. In particolare lo scontro tra Pd e Si, Misto-Mdp e AltraER si è giocato sull’articolo 5 che regola il limite del consumo di suolo. Ha spiegato Igor Taruffi (Si) in Aula: “Chiediamo che la quota di insediamenti in espansione realizzata nel periodo transitorio, ovvero a 18 mesi dall’entrata in vigore della legge, non sia superiore alla media del consumo di suolo rilevato negli ultimi dieci anni nella regione e, in caso contrario, domandiamo di applicare correttivi in ordine alla compatibilità”. “Vogliamo evitare che la legge si contraddica” ha aggiunto Pier Giovanni Alleva di AltraER, ma l’emendamento è stato respinto così come gli altri 7 proposti da Si, Misto-Mdp e Altra Er. Respinta anche la proposta di un nuovo articolo sulla disciplina urbanistica dei servizi religiosi presentata da Forza Italia, finalizzato a una regolamentazione più puntuale dei luoghi di culto, mentre è stato accolto accolto l’emendamento dei forzisti sull’introduzione nel regolamento edilizio del riferimento agli usi temporanei.
In totale sono stati votati 48 emendamenti: accolti 21 del Pd, 2 firmati da Rainieri (Ln) per riconoscere gli alloggi di edilizia residenziale sociale come opere pubbliche con finalità sociale, uno di Galeazzo Bignami (Fi), quattro della Giunta. Accolto anche l’ordine del giorno di Tommaso Foti (Fdi) per istituire un’apposita unità tecnica di missione con compito di supporto agli enti locali per l’applicazione della nuova legge e quello del Pd per costituire “una base conoscitiva condivisa con gli enti locali e divulgare le buone pratiche amministrative e di governo del territorio”. Respinti invece i quattro ordini del giorno di M5S. “Una legge fatta di contraddizioni dove si può dire addio alla pianificazione” ha commentato la pentastellata Giulia Gibertoni. “Il nostro voto di astensione non nasconde la spaccatura avvenuta in seno alla maggioranza” è invece il commento di Bignami di Forza Italia. Taruffi di Sinistra Italiana pur riconoscendo che “eravamo vicini a un punto di equilibrio, ovvero l’astensione” ha espresso dispiacere per le distanze emerse col Pd. “Saremo qui anche fra qualche mese, quando discuteremo le conseguenze di questa legge” ha detto.
Di tutt’altro avviso il presidente Stefano Bonaccini. “Oggi è una giornata importante per l’Emilia-Romagna – ha detto –. Decidiamo di invertire la tendenza e di frenare il consumo di suolo, scegliendo un modello di sviluppo sostenibile. Ci arriviamo dopo una discussione vera, ampia e partecipata fatta nei territori, con le parti sociali, i professionisti, le associazioni e nelle commissioni consiliari con l’apporto di tutti i Gruppi e le forze politiche. Dal mondo del lavoro, dell’impresa e da molti sindaci è arrivato il sostegno a questa legge, nel solco di quel Patto per il Lavoro che ci sta permettendo di crescere e creare occupazione. E il mio grazie va anche a chi ha espresso opinioni differenti e contrarie, perché anche da loro abbiamo preso contributi rilevanti. Il territorio, i luoghi in cui viviamo e che abitiamo sono una risorsa fondamentale per le nostre comunità. Vogliamo portare avanti un’idea di uso intelligente del suolo e il tetto che abbiamo previsto del 3% quale percentuale di territorio urbanizzato nei Comuni ci rende la Regione più avanzata nella sfida contro la cementificazione e l’espansione urbanistica. La nostra ambizione era ed è quella di avere una legge in grado di accompagnare e governare il passaggio culturale verso un modo innovativo di concepire l’ambiente urbano e il territorio, salvaguardando i cittadini e l’ambiente, il tessuto produttivo, l’agricoltura, cioè la competitività e l’attrattività della nostra regione. L’approvazione della legge- ha concluso – rappresenta quindi una svolta storica”.

La rigenerazione urbana che sarà innescata dalla limitazione del consumo di suolo – gli fa eco l’assessore regionale alla Programmazione territoriale, Raffaele Doninie dall’obiettivo del saldo zero è l’altra chiave di lettura e il grande obiettivo di questa legge. È importante ridurre l’urbanizzazione senza mortificare lo sviluppo riqualificando e migliorando quello che abbiamo già per rendere le città più belle e più vivibili. Ci servono progetti e interventi all’avanguardia in grado di metterci al passo con quanto già si vede nelle realtà più innovative in Europa, per questo- conclude Donini- la Regione Emilia-Romagna è già pronta a stanziare i primi 30 milioni per rigenerazione, adeguamento sismico, sicurezza degli edifici e efficientamento energetico, per cominciare a rendere concreto un aspetto tra i più qualificanti di questa legge”.

I punti cardine della legge secondo la Giunta

Tutela del territorio, rispetto per l’ambiente, crescita intelligente, attenzione alla legalità. Sono i punti centrali della legge (“Disposizioni regionali sulla tutela e l’uso del territorio”), che sarà operativa dal primo gennaio 2018.

Tra gli obiettivi la riduzione delle attuali previsioni urbanistiche e l’introduzione del principio del consumo di suolo a saldo zero: secondo le stime, con la nuova legge si passa da 250 chilometri quadrati di previsione, sulla base degli attuali strumenti urbanistici, a 70 kmq. Si riduce anche la percentuale di territorio urbanizzato per ogni Comune: dall’11 al 3%.
Sono questi i numeri che certificano il limite all’espansione delle città e spingono verso la rigenerazione urbana e la riqualificazione degli edifici. Per questo sono già previsti 30 milioni di contributi regionali.

Il freno all’espansione urbanistica è però accompagnato allo sviluppo dell’edilizia residenziale sociale, al sostegno alle imprese in caso di investimenti strategici che puntino alla crescita economica e all’aumento dell’occupazione, alla tutela del territorio agricolo.
Inoltre, per il raggiungimento di questi obiettivi è prevista la semplificazione delle procedure e una forte affermazione dei principi di legalità e trasparenza.

La scheda

Consumo di suolo a saldo zero: -60% per le previsioni urbanistiche, limite del 3% per i Comuni

Scopo della legge è abbattere del 60% le attuali previsioni urbanistiche passando, secondo le stime, dai 250 km quadrati di espansione previsti dagli attuali strumenti urbanistici a un massimo di 70 e introdurre il principio del consumo di suolo a saldo zero, anticipando quanto fissato per il 2050 dal settimo Programma di azione ambientale dell’Unione europea. Il consumo di suolo per ogni Comune non dovrà superare il 3% del territorio urbanizzato (oggi è l’11%) e sarà consentito solo per progetti capaci di sostenere lo sviluppo e l’attrattività del territorio come i nuovi insediamenti produttivi. Inoltre saranno esclusi dal limite i nuovi insediamenti residenziali legati a interventi di rigenerazione urbana in territori già urbanizzati o di edilizia sociale.

Anche le opere pubbliche e i parchi urbani, gli insediamenti strategici di rilievo regionale e gli ampliamenti delle attività produttive esistenti non concorreranno, quindi, al raggiungimento del limite del 3% (in quanto interventi diretti a sostenere l’attrattività regionale e la sostenibilità e vivibilità dei territori) e saranno possibili sempre che non vi siano “ragionevoli alternative” in termini di riuso e di rigenerazione dell’esistente.

Prevista anche una disciplina ad hoc per tutelare e valorizzare il territorio agricolo che prevede la possibilità di costruire nuovi fabbricati se funzionali alle aziende o se inseriti in un piano di ammodernamento dell’attività rurale, oltre a incentivi per la demolizione dei fabbricati dismessi.
Per i progetti, agricoli o urbani, la promozione della qualità consiste nello scomputo dei contributi di costruzione fino al 50% dei costi sostenuti per lo svolgimento di concorsi di progettazione.

Incentivi alla rigenerazione urbana e adeguamento sismico: 30 milioni a fondo perduto

La legge prevede poi forti incentivi per la rigenerazione urbana, interventi di adeguamento sismico ed efficientamento energetico. In particolare, la Regione stanzierà entro il 2020 contributi fino a 30 milioni di euro a fondo perduto per la rigenerazione delle città. Inoltre, sono previsti incentivi fiscali, volumetrici, legati alla qualità del progetto, oltre a procedure più veloci e snelle.
Tra le novità, per quanto riguarda l’adeguamento sismico, vi è una norma “sblocca interventi” che prevede la possibilità per il 50% dei proprietari di un edificio di imporne la realizzazione alla restante quota di proprietari, anche se contrari.

Semplificazione amministrativa: un unico piano per ogni livello territoriale

Per quanto riguarda la semplificazione degli strumenti urbanistici, la legge vuole superare il sistema della “pianificazione a cascata” attribuendo più precise competenze a ogni ente, prevedendo inoltre un unico piano generale per ogni livello territoriale: per la Regione il Ptr, Piano territoriale regionale, che ricomprenderà anche il piano paesaggistico e quello dei trasporti, mentre Città metropolitana di Bologna e amministrazioni provinciali si doteranno di un Piano territoriale metropolitano (Ptm) o d’area vasta (Ptav).
Anche per i Comuni c’è un unico Piano urbanistico generale (Pug) per stabilire programmazione e pianificazione del loro territorio, che sostituisce il Piano strutturale comunale (Psc) e il Regolamento urbanistico edilizio (Rue).
I Pug saranno poi attuati attraverso “Accordi operativi”, che sostituiranno Poc e Pua e che regoleranno nel dettaglio gli interventi da realizzare. Gli enti locali, che si doteranno di uffici di piano per svolgere le funzioni in materia di governo del territorio, avranno tre anni dall’approvazione delle nuove norme per avviare i procedimenti di approvazione dei Pug e due anni per concluderli.

Legalità: concorsi di architettura, maggiore partecipazione e antimafia per i privati

Per promuovere la partecipazione dei cittadini alle scelte urbanistiche dei Comuni, vengono incentivati concorsi di architettura e incontri pubblici.

Per aumentare la trasparenza e la legalità dei progetti urbanistici ed evitare infiltrazioni mafiose o corruttive, la legge impone le informazioni antimafia per i soggetti privati che propongono progetti urbanistici e recepisce le disposizioni dell’Autorità nazionale anticorruzione e le norme contro i conflitti di interesse.