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Attualità Rimini

Imposta di soggiorno anche per gli Airbnb

In foto: repertorio
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di Redazione   
Tempo di lettura lettura: 2 minuti
gio 7 dic 2017 11:25 ~ ultimo agg. 17:39
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Dal prossimo anno non saranno solo le strutture ricettive tradizionali a dover pagare l’imposta di soggiorno, ma anche Airbnb, Homeway e tutti i vari intermediari che gestiscono l’affitto di appartamenti per periodi inferiori ai 30 giorni. Le novità sono state spiegate mercoledì in prima commissione.

[fvplayer src=”https://www.youtube.com/watch?v=cTgwWE2n9cE&feature=youtu.be” splash=”https://i.ytimg.com/vi/cTgwWE2n9cE/hqdefault.jpg” caption=”Imposta di soggiorno anche per gli Airbnb. Intervista all’assessore Brasini”]

La nota stampa del comune

Anche i gestori delle “locazioni brevi”, gli affitti turistici sotto i trenta giorni, saranno definiti responsabili di imposta, per favorire il versamento dell’imposta di soggiorno e quindi contrastare l’evasione tributaria. E’ una modifica sostanziale oltre che formale quella che sarà introdotta nel regolamento dell’imposta di soggiorno del Comune di Rimini e oggetto di confronto oggi nell’ambito della I commissione consigliare.

Si vanno quindi a chiarire i ruoli e gli adempimenti dei vari soggetti che intervengono nella riscossione e nel riversamento dell’imposta, definendo in maniera puntuale i nuovi obblighi di chi gestisce le locazioni brevi in qualità di intermediari, anche tramite portali web (come Airbnb, Homeway, Casamundo), che vengono definiti responsabili dell’imposta. Nel nostro comune – sottolinea – l’assessore al Bilancio Gian Luca Brasini – le locazioni brevi a scopo turistico erano già sottoposte all’imposta di soggiorno, ma con questa modifica si favorisce l’efficacia della riscossione e l’emersione di situazioni di ‘affitti in nero’, stabilendo anche una maggiore equità tra i gestori di servizi rivolti all’accoglienza. Si tratta quindi di un ulteriore tassello nel contrasto all’evasione che, nonostante le diverse lacune normative, per quanto riguarda il nostro territorio registra una percentuale di riscossione positiva, che si attesta sul 63%. Se però con i gestori degli alberghi si è comunque condivisa una linea comune, per le locazioni brevi mancavano riferimenti più certi, ora introdotti dal decreto legislativo 50/2017”.

“Il senso del DL 50/2017 – aggiunge l’assessore Brasini – è quello di definire un “campo di gioco” comune e regole certe per le strutture turistiche di tipo tradizionale e per le nuove forme di ospitalità. Non si può tenere verso qualsiasi forma di innovazione tecnologica che interessa i nostri stessi stili di vita un approccio ‘antistorico’, ma è anche vero che queste nuove forme di impresa devono giocare ad armi con le imprese tradizionali, senza poter godere di benefici o esenzioni che le altre non hanno”.

Oltre alla definizione dei gestori delle locazioni brevi come responsabili di imposta, il regolamento introduce la norma secondo cui le modalità operative per il versamento dell’imposta e per consentire le attività di controllo, “potranno essere definite con atto convenzionale”. Il Comune in particolare è da mesi impegnato in trattative per trovare un’intesa con Airbnb Ireland UC, il colosso dell’home sharing e nel giro di qualche settimana si prevede di arrivare alla sottoscrizione di una convenzione che, prendendo atto delle specificità tecnologiche della piattaforma, disciplina il pagamento dell’imposta direttamente sul sito web, al momento della prenotazione, oltre al relativo riversamento all’Amministrazione comunale.

Le azioni per il recupero dell’evasione si muovono su più fronti, con l’intervento e la collaborazione di vari enti. Ai procedimenti amministrativi (solleciti, diffide, ingiunzioni fiscali) e alla consolidata sinergia con la Guardia di Finanza e l’Agenzia delle Entrate, su aggiunge anche l’attività della Corte dei Conti, che sta approfondendo le istruttorie relative ai gestori inadempienti per la costruzione di percorsi comuni d’indagine mirati verso fattispecie a maggior rischio di evasione.

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