Indietro
menu
Medicina del dolore

Spine center: l'importanza dell'approccio di equipe contro il dolore

Tempo di lettura lettura: 3 minuti
gio 9 nov 2017 16:50 ~ ultimo agg. 9 ago 15:24
Facebook Whatsapp Telegram Twitter
Print Friendly, PDF & Email
Tempo di lettura 3 min
Facebook Twitter
Print Friendly, PDF & Email

Il riposo notturno, l’appetito, l’umore, la vita relazionale. Quanto vengono influenzati dal dolore, soprattutto quando questo si manifesta in maniera acuta, come nel caso di una sciatica o lombosciatalgia, oppure quando si presenta in maniera più subdola e insidiosa come nel caso del vero e proprio ”mal di schiena” che invece di migliorare spontaneamente diventa sempre più invalidante? In ambedue i casi è importante fare subito una diagnosi e una presa in carico del paziente da parte dell’equipe di specialisti.

L’elevata complessità strutturale della colonna vertebrale, che è basata su un delicato equilibrio tra scheletro, articolazioni, muscolatura e midollo spinale, pone la necessità di affrontare la patologia dolorosa acuta o degenerativa del rachide secondo un approccio multidisciplinare. Il dolore rachideo deve essere valutato anche nella prospettiva di una possibile cronicizzazione e degli atteggiamenti disfunzionali ad esso conseguenti. Per questo nasce lo Spine-Center: per integrare le competenze di branche complementari come l’algologia, la neurochirurgia, l’ortopedia, la riabilitazione e la psicologia, che spesso si trovano ad affrontare la patologia acuta e degenerativa del rachide nella loro pratica quotidiana, al fine di trovare un percorso diagnostico e terapeutico integrato.

“Nel nostro “Spine Center”- spiega il dottor Gilberto Pari – “i diversi professionisti si confrontano utilizzando un linguaggio ed un background scientifico comune, utilizzando gli strumenti della diagnostica algologica ed i concetti più validati secondo la più moderna letteratura scientifica basata sulla medicina dell’evidenza. (Evidence Based Medicine)”.
Secondo quello che è oggi chiamato un approccio di “bio-psico-sociale”, infatti, il paziente necessita di una precisa e corretta diagnosi algologica. Spiega il dottor Pari: “ Serve una diagnosi che definisca la sede della lesione algogena ed il possibile meccanismo patogenetico (ovvero se il dolore sia ancora “normale” o sia diventato “patologico”) e viene poi avviato ad un percorso terapeutico il più possibile personalizzato secondo le sue esigenze.

Le terapie disponibili e spesso integrate nel percorso terapeutico personalizzato sono:

Terapia farmacologica. Utilizzando farmaci adeguati al tipo di dolore si riesce ad ottenere una terapia ritagliata ad hoc, con il miglior profilo tra effetti benefici ed effetti avversi.
Fisioterapia. La Fisioterapia o Chinesiterapia è l’attività sanitaria che cura il sistema muscoloscheletrico o neurologico attraverso il movimento. Essa possiede quindi un ruolo primario nelle problematiche rachidee con un dolore di origine prevalentemente meccanico e ha il compito di riportare il distretto muscolare del paziente ad una omeostasi funzionale e, anche in presenza di alterazioni strutturali degenerative non modificabili, a sopportare il carico delle attività quotidiane. Questa terapia, così come viene intesa nello Spine Center, è programmata dopo la diagnosi della lesione algogena e attraverso una valutazione funzionale personalizzata. Terapia infiltrativa eco guidata. L’utilizzo dell’ecografo ha permesso di affinare notevolmente le tecniche infiltrative sul rachide, e di massimizzare l’efficacia di farmaci come i cortisonici, gli anestetici locali, l’ozono (ozonoterapia), l’acido ialuronico che vengono portati proprio nella zona dove nasce il dolore.

Terapia infiltrativa per via peridurale selettiva. In alcuni casi specifici come l’ernia discale in fase acuta, trova indicazione la somministrazione di farmaci per via peridurale selettiva
Terapia interventistica Rx- guidata. La decompressione discale meccanica mini invasiva, la denervazione delle articolazioni posteriori della colonna e le terapie per via epidurale come la neuro modulazione elettrica, la radio frequenza pulsata centrale e la peridurolisi eletroguidata sono tecniche che rappresentano l’ultima frontiera della medicina del dolore. Si tratta di interventi mini-invasivi in cui attraverso sofisticati strumenti si influenzano i centri del dolore o la sede di origine del dolore. Anche se poco invasivi e con basso impatto sul paziente, sono interventi a tutti gli effetti e meritano un regime di ricovero.
Terapia chirurgica. Nei casi in cui la terapia microchirurgica sia di prima scelta o se le terapie proposte non abbiamo dato un beneficio apprezzabile o duraturo. In questo caso il neurochirurgo integrato nello Spine Center proporrà il miglior intervento in base al tipo di problema: dalla decompressione microchirurgica, all’utilizzo di distanziatori vertebrali, alle stabilizzazioni mediante viti.
Terapia psicologica. Il dolore della colonna condivide con tutti i dolori cronici la dimensione della compromissione emotiva. In più, la colonna vertebrale è il nostro fulcro portante e l’asse che ci sostiene, in,teso sia fisicamente che simbolicamente, ed una sua malattia significa il venir meno di questo sostegno e spesso condanna all’impossibilità di azione, alla mancanza di efficienza nella vita di tutti i giorni con il rischio dell’isolamento relazionale. In tal senso un inquadramento psicologico ed una eventuale psicoterapia di sostegno può rivelarsi uno strumento molto utile per integrare e completare la cura medica tradizionale.

“Il fine che ha ispirato in tutti questi anni l’attività dell’equipe di Medicina del Dolore è stato realizzare un modello organizzativo che avesse come punto di forza il miglioramento della presa in carico del paziente” sottolinea ancora il dottor Pari. Questo obiettivo è stato perseguito partendo da una valutazione oggettiva da cui è emersa la necessità da parte del paziente di essere seguito in tutti gli aspetti del suo percorso, diagnostico, terapeutico-riabilitativo e assistenziale. Si sono così integrate le diverse figure professionali.
“Sulla base di queste osservazioni e sull’esperienza maturata in questi anni si vuole estendere questo modello “circolare integrato” a tutti i pazienti con dolore rachideo integrando i vari specialisti: chirurghi vertebrali, algologi, fisiatri, fisioterapisti e psicologi allo scopo di avere all’interno del gruppo tutte le figure professionali che possano rispondere al meglio ai bisogni dei pazienti. Un vero e proprio “spine center”.

 

Meteo Rimini
booked.net