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Ambiente Regione

Hera, sale al 94,6% la raccolta differenziata recuperata

In foto: Stefano Venier
Stefano Venier
di Redazione   
Tempo di lettura lettura: 4 minuti
mar 7 nov 2017 16:50 ~ ultimo agg. 19:03
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È un anno davvero importante quello che Hera si accinge a chiudere. Sono molte, infatti, le novità che hanno contraddistinto il 2017 della multiutility, cui si aggiungono altrettante e puntuali conferme. Una di queste è senz’altro “Sulle Tracce dei Rifiuti”, report sulla tracciabilità dei rifiuti giunto all’ottava edizione che la multiutility – in una logica di trasparente rendicontazione – ha presentato proprio oggi alla fiera Ecomondo di Rimini, per mettere nero su bianco i numeri di un impegno congiunto impresa-cittadini sul fronte del riciclo, e dunque dell’economia circolare, ma anche dell’innovazione e, in generale, dell’attenzione all’ambiente.

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Differenziare conviene: il materiale differenziato dai cittadini è recuperato da Hera al 94,6%

Fari puntati, per cominciare, sulla raccolta differenziata che ha raggiunto una media del 56,6%, pari a 271,6 kg di rifiuti raccolti per abitante, con l’ulteriore aumento della quota di materia portata a recupero, salita al 94,6%. Un risultato molto positivo, di cui Hera però non si accontenta, continuando a incentivare le buone pratiche dei cittadini con tante iniziative mirate, come i progetti di educazione ambientale nelle scuole e artistici, nonché con campagne di sensibilizzazione e informazione e strumenti digitali come la app Rifiutologo, che ha già registrato quasi 200.000 download.

Tra gli impianti di recupero dei vari materiali ci sono, tra gli altri, 52 aziende che producono plastica riciclata, 22 cartiere, 10 acciaierie, 7 pannellifici, 6 vetrerie. Per fare qualche esempio, si recupera il 95,6% della carta raccolta in modo differenziato, il 98,5% del legno, il 95,8% del vetro, il 98,2% del verde.

Il valore medio della raccolta differenziata in Hera trova, poi, delle punte di eccellenza nei comuni, come Budrio in provincia di Bologna e Castelfranco Emilia in provincia di Modena, che hanno superato l’80% anche grazie all’introduzione di nuovi sistemi di raccolta controllata propedeutici all’introduzione della tariffazione puntuale che va a premiare i cittadini più virtuosi in termini di contenimento nella produzione di rifiuti indifferenziati.

“Sulle Tracce dei rifiuti” nasce proprio con l’intento di rendere trasparente il processo che segue l’impegno quotidiano di ciascuno nel fare la raccolta differenziata, riportando informazioni chiare e puntuali sull’effettivo riciclo e recupero dei materiali raccolti e fornendo garanzie sull’avvenuto recupero dei materiali separati, a beneficio dell’ambiente.

9 miliardi di euro la ricchezza generata dalla filiera del riciclo del Gruppo Vicino al target UE 2020 sul tasso di riciclo complessivo, il Gruppo Hera ha anticipato quello al 2025 sul riciclo degli imballaggi e quello al 2030 sulla riduzione del ricorso alla discarica, manifestando chiaramente una vocazione all’economia circolare che nel report trova puntuali riscontri. Con 80 impianti di prima destinazione e 174 di recupero finale, infatti, Hera è al centro della green economy del recupero che complessivamente dà lavoro a 19 mila persone e genera ricchezza per 9 miliardi di euro. Le aziende della green economy che si trovano sul territorio servito da Hera hanno 8.000 dipendenti e 4 miliardi di fatturato.

L’economia circolare di Hera fra rinnovabili, efficienza e impiantistica

RD e riciclo sono strumentali allo sviluppo dell’economia circolare, che del resto è un modello a cui il Gruppo tende attraverso tutti i propri business, come dimostra l’utilizzo di sola energia elettrica rinnovabile per alimentare le attività di Hera in Emilia-Romagna, uno standard in via di estensione all’intero perimetro del Gruppo. A questo, si aggiunge anche un lavoro fondamentale di efficientamento dei propri processi che consentirà di superare un risparmio sui consumi energetici del 3% nel 2017, con l’obiettivo di portare tale riduzione al 5% entro il 2020.

Ma economia circolare, per il Gruppo Hera, vuol dire anche investimenti, infrastrutture, impianti. Basti pensare ai tre biodigestori di Rimini, Lugo (RA) e Cesena, che nel solo 2016 hanno consentito di recuperare fertilizzante per
l’agricoltura biologica e hanno soprattutto coperto i consumi elettrici di 8.000 famiglie producendo energia dai rifiuti organici. Sempre di rifiuti organici, fra l’altro, si alimenterà l’impianto a Sant’Agata Bolognese per la produzione di biometano, la cui realizzazione – prevista entro il 2018 – consentirà di fare fronte ai consumi di ulteriori 6.000 famiglie, nonché di ottenere biocarburante per i veicoli a metano.

Un altro contributo alle performance “circolari” della multiutility è inoltre venuto dalla recente acquisizione della trevigiana Aliplast, che nel 2016 ha trattato circa 85 mila tonnellate di rifiuti plastici producendo 80 mila tonnellate di plastica riciclata utilizzata da produttori di mobili, componenti di arredo o materiali in plastica e in edilizia.

Hera nel CE100: la multiutility nel gotha mondiale della circolarità

Forte di tutte queste esperienze, Hera è la prima realtà industriale italiana ad aver completato l’iter per l’ingresso nel CE100, il programma della Fondazione Ellen MacArthur che riunisce i 100 soggetti più attivi su scala mondiale nella transizione verso il modello dell’economia circolare, con l’intento di favorire la conoscenza dei temi legati a queste importanti sfide, lo scambio di idee, l’avvio di progetti in partnership e di collaborazioni nel campo della ricerca e dello sviluppo.

Hera nel Global Compact Network Italia: 300 milioni di Mol come contributo alle priorità dell’Agenda Onu

Recentemente entrata a far parte della Fondazione Global Compact Network Italia, l’organizzazione che ha lo scopo di promuovere gli obiettivi dell’ONU di cui è diretta emanazione, Hera già da quest’anno quantifica nel proprio Bilancio di Sostenibilità la quota di Margine operativo lordo che deriva da attività che rispondono alle priorità
fissate dall’Agenda Globale, come tali in grado di contribuire in modo concreto allo sviluppo sostenibile del territorio servito e alle sfide per il cambiamento. Si tratta del cosiddetto valore condiviso, ovvero della creazione di valore per l’azienda con attività e progetti che rispondono ai bisogni della società, una sfida che Hera ha colto pienamente e che corrisponde a 300 milioni di euro nel 2016, pari al 33% circa del Margine operativo lordo totale.

“Il futuro si scrive adesso – afferma proprio Stefano Venier, Amministratore Delegato del Gruppo Hera – ed è un futuro a cui è necessario guardare insieme, in una logica di condivisione che si sta diffondendo e che può accelerare la transizione dall’economia lineare a quella circolare, nell’interesse dell’ambiente, delle comunità per le quali operiamo e soprattutto delle nuove generazioni. Hera – prosegue Venier – lavora a 360° in questa precisa direzione, migliorando sempre più le performance ambientali del servizio; la qualità dei materiali raccolti è migliorata ulteriormente come confermato dal fatto che i ricavi dalla valorizzazione del materiale (che vanno a ridurre i costi per i cittadini) sono superiori rispetto alla media italiana e in crescita del 12% rispetto all’anno scorso. I risultati ottenuti sono un ulteriore passo avanti per valorizzare al meglio l’attività di differenziazione svolta dai cittadini e dunque per proseguire nel percorso verso la circolarità. E di questo diamo conto con la nostra reportistica di sostenibilità, che ogni anno produciamo con la massima trasparenza, a beneficio di tutti i nostri stakeholder”.