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Genitorialità, teatro, ascolto: nuovi progetti per i detenuti

In foto: repertorio
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di Redazione   
Tempo di lettura lettura: 2 minuti
mer 29 nov 2017 18:38
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Abbiamo parlato ieri della sezione Andromeda, un progetto all’interno della casa circondariale di Rimini e oggi arriva la notizia di sei nuovi progetti per persone sottoposte a limitazione della libertà personale, appena approvati e finanziati all’interno degli stanziamenti regionali ai piani di zona e rivolti a Comuni sede di carceri.

Più di 16 mila euro sono stati così destinati a Rimini per la realizzazione di progetti preventivamente approvati in sede di Comitato di distretto di Rimini nord, nell’ambito di un più ampio confronto tra istituzioni, aziende sanitarie, associazionismo e cooperazione sociale. Queste risorse vanno dunque a finanziare il Programma Attuativo Annuale 2017 ed i relativi progetti sul carcere con interventi in vari ambiti come; il centro di ascolto e supporto per la popolazione carceraria e le famiglie, i progetti di educazione e formazione, il teatro evasione per lo sviluppo dell’espressività, i percorsi di inclusione sociale, e quelli di genitorialità “al di là delle sbarre”.

L’anno scorso sono stati cinquanta i padri in regime carcerario a partecipare al progetto sulla enitorialità; continuare ad essere genitori oltre le sbarre è una necessità, una sfida, un impegno che necessita di quotidiano supporto, sostegno e speranza per i detenuti.

“Non solo, le sbarre delle loro celle rischiano giorno dopo giorno di limitare anche le prospettive e le possibilità dei loro figli – si legge nella nota del Comune di Rimini – per non lasciarli soli e supportarli nelle loro attività genitoriali sono stati così pensati diversi momenti di incontro e confronto, anche attraverso la condivisione di momenti ludici, espressivi, educativi”.

“In un contesto sempre più sotto pressione – commenta il Vice Sindaco con delega alla protezione sociale del Comune di Rimini, Gloria Lisi – come quello del carcere, questi progetti assumono un’importanza strategica. Sostenere l’ascolto, l’espressività e le relazioni sociali aumenta la qualità di chi vive il carcere, non solo per chi è recluso ma più in generale per tutto il sistema carcere, le famiglie ma anche la comunità nel quale il carcere è inserito”.