Indietro
menu
Rimini Rimini Social

Suor Angela: 60 anni a servizio dei poveri

di Redazione   
Tempo di lettura lettura: 3 minuti
ven 13 ott 2017 10:54
Facebook Whatsapp Telegram Twitter
Print Friendly, PDF & Email
Tempo di lettura 3 min
Facebook Twitter
Print Friendly, PDF & Email

Suor Angela Postacchini, è una piccola – di statura – suora delle “Figlie della Carità” che presta servizio nella Caritas diocesana insieme a suor Assunta, suor Giovanna e suor Elsa. Ha 82 anni, seconda per età solo alla decana suor Assunta che ne ha 94, ed è impegnata nel settore smistamento abiti. Riceve gli indumenti che la gente porta, li controlla, butta via quelli inutilizzabili e sistema gli altri che verranno poi donati a chi ne ha bisogno.

Quest’anno suor Angela festeggia i 60 anni di vita religiosa e sentendola parlare, la prima cosa che viene in mente è che “ il vino buono sta nella botte piccola”. Suor Angela è alta solo un metro e 45 (sulla carta d’identità, 1 metro e 50) ma è un concentrato di gioia e di amore per il Signore e per i poveri.

 

Suor Angela, come è nata la tua vocazione?

“Fin da piccola, ogni giorno accompagnavo la mamma che portava a spasso il mio fratellino più piccolo e passavamo sempre davanti ad una chiesa, vicina al Duomo di Fermo (la mia città d’origine).

Qui sentivo sempre cantare ed entrando in chiesa vedevo e ascoltavo estasiata il coro delle suore clarisse. Sentendo le loro melodie e guardando i loro volti pensavo: « Ecco, delle persone felici; anch’io voglio essere come loro! ». E ho sempre coltivato il desiderio di diventare monaca.

Poi, a 15 anni, mio zio mi ha invitato ad un pellegrinaggio da Padre Pio. Ho avuto un colloquio con lui e gli ho espresso il mio desiderio; Padre Pio mi ha detto che la clausura per me non andava bene ma che sarei diventata suora prima dei 21 anni. Ho provato una gioia grandissima, come se mi avesse abbracciato. A 17 anni sono entrata nella congregazione delle Figlie della Carità a Siena; a 20 ho iniziato il mio cammino da religiosa; a 27 anni sono diventata suora e dentro di me ho gridato: « Ce l’ho fatta! »”.

 

Cosa ti ha fatto scegliere le Figlie della Carità?

“L’amore per i poveri, gli ammalati, le persone sole. Fin dai primi tempi, da novizia, prestavo servizio in ospedale e davanti ad ogni ammalato, ogni volta che facevo un servizio, sentivo Gesù che mi diceva: « Sono io in quel letto ammalato, bisognoso di cure, di essere lavato, cambiato, accudito; sono io che ho bisogno della tua tenerezza ». E così l’ho sempre fatto con tanta dedizione e tanta gioia nel cuore”.

Nel 2001 sei arrivata in Caritas a Rimini.

“Sì, e mi sono subito sentita a casa sia con le consorelle della comunità che in Caritas. Dopo aver seguito per alcuni mesi gli anziani, l’allora superiora suor Stefania mi disse che dovevo occuparmi dello smistamento indumenti e delle camere del dormitorio. Un lavoro umile e nascosto, ma lo faccio molto volentieri e quando preparo i vestiti che verranno poi donati ai poveri, penso che potranno ridare un po’ di dignità a quelle persone, penso che sto preparando i vestiti per Gesù povero”.

 

Quali sono le cose che più ti hanno colpito, entrata in Caritas?

“La grande attenzione che tutti hanno per i poveri ma anche l’aspetto educativo, il far rispettare le regole, l’aiutarli a riscoprire la loro dignità.

Questo l’ho imparato anch’io: quando viene una persona ubriaca a chiedere un vestito, prima di darglielo lo invito a smettere di bere e a utilizzare quei pochi euro che ha per comperarsi un panino. Ho capito che la tenerezza deve camminare insieme alla fermezza educativa. Quando vedo don Renzo, mi viene in mente mio padre che era burbero, severo, qualche volta alzava la voce, ma aveva un cuore grande dove c’era posto per tutti, in particolare per i poveri. In negativo, mi rende molto triste vedere tante persone che hanno perso il senso della vita e mi fa star male vedere come troppi cittadini ci portino vestiti sporchi e rotti che nessuno metterebbe. Molte volte lo diciamo (soprattutto suor Assunta): « Voi la mettereste questa roba? ». Spesso abbiamo l’impressione che usino la Caritas come discarica, ma questo è mancanza di rispetto”.

 

Tu lavori con Zineb, una ragazza musulmana. Come va?

“All’inizio ho fatto un po’ fatica perché non capivo la sua religiosità e cercavo di spiegarle come fosse bello credere in Dio. Ma poi lei mi ha fatto capire e vedere come anche lei creda in Dio, lo preghi e cerchi di vivere la carità anche attraverso il digiuno; ogni tanto si mette in un’altra stanza per recitare le sue preghiere. Mi sembra più coerente di tante persone che si dicono cristiane ma solo a parole. Adesso lavoriamo insieme con grande rispetto reciproco”.

 

Suor Angela, 60 anni di vita religiosa.

“Provo una grande gioia; non mi sono mai pentita. L’essere diventata suora e servire i poveri è per me un tutt’uno; non potrei dividere le due cose.

Ogni giorno prego il Signore perché mi aiuti ad amarlo nei poveri che servo e affido a Lui i poveri che incontro. La mia gioia più grande è quando posso ricevere l’Eucarestia sotto le due specie dell’acqua e del vino; questo per me è l’incontro più bello, più pieno e più gioioso con il mio sposo Gesù e so che è lo stesso Gesù che poi troverò nei poveri”.

 


Fatal error: Uncaught Error: Cannot use object of type WP_Term as array in /var/www/vhosts/newsrimini.it/httpdocs/wp-content/themes/newsrimini/single-post.php:301 Stack trace: #0 /var/www/vhosts/newsrimini.it/httpdocs/wp-includes/template-loader.php(106): include() #1 /var/www/vhosts/newsrimini.it/httpdocs/wp-blog-header.php(19): require_once('/var/www/vhosts...') #2 /var/www/vhosts/newsrimini.it/httpdocs/index.php(17): require('/var/www/vhosts...') #3 {main} thrown in /var/www/vhosts/newsrimini.it/httpdocs/wp-content/themes/newsrimini/single-post.php on line 301
WordPress › Errore

Si è verificato un errore critico sul tuo sito web.

Scopri di più riguardo la risoluzione dei problemi in WordPress.