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Regione Scuola

Scuola. Docenti e genitori contro l'avvio posticipato: cultura sottomessa al mercato

di Andrea Polazzi   
Tempo di lettura lettura: 2 minuti
lun 2 ott 2017 17:51 ~ ultimo agg. 3 ott 12:16
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La decisione aveva trovato un’accoglienza più che positiva a Rimini, ma a questo punto potrebbe arrivare anche una marcia indietro. Il tema è quello dell’avvio dell’anno scolastico che la Regione Emilia Romagna aveva annunciato, per voce dell’assessore al turismo Corsini, a partire dal 2018 sarebbe avvenuto il terzo lunedì di settembre (vedi notizia). Passato oltre un mese dalla notizia, arriva l’appello ad un passo indietro da parte del comitato bolognese Scuola e Costituzione che ha lanciato una raccolta firme (da oggi anche on line) sottoscritta finora da oltre 250 tra docenti, genitori, studenti e cittadini. I firmatari si dicono “indignati da questa proposta di sottomissione della cultura e della scuola a interessi di mercato“, e chiedono alla Regione “un calendario scolastico con tempi distesi, rispettosi delle esigenze didattiche, dei tempi di apprendimento degli studenti e di quelle sociali dei genitori”. Quindi “inizio delle lezioni anticipato il più possibile“, anche “per garantire i 200 giorni di lezione previsti per legge che possono essere ridotti da eventi come elezioni, ordinanze dei sindaci, calamità naturali“. La legge Gelmini – ricorda la petizione – “ha già ridotto drasticamente dal 2008 le ore di lezione settimanali e altri tagli sono intollerabili“.

Nessuna decisione è stata ancora presa e su un tema come il calendario scolastico la posizione di famiglie, genitori e insegnanti è ovviamente importante e attesa”. Questa la risposta dell’assessore regionale alla Scuola, Patrizio Bianchi, che rinvia la discussione “a novembre nella Conferenza regionale del sistema formativo, dove sono rappresentati tutti i soggetti interessati.

Tutto – ricorda in una nota Federalberghi – è nato da una richiesta della categoria, di spostare di due giorni, dal venerdì al lunedì successivo, l’inizio delle lezioni scolastiche. E’ bene ricordare che il numero dei giorni di lezione, previsti per legge (200 nell’arco dell’anno scolastico), è rimasto invariato.” L’associazione ricorda che “anticipare l’inizio delle scuole vuole dire di fatto anticiparne la chiusura; tenendo inoltre conto che le singole Istituzioni scolastiche hanno l’autonomia di procedere ad adattamenti del calendario scolastico fatto salvo il numero delle giornate previste“. Da Federalberghi arriva l’apertura al confronto su questo tema con la Regione “fermo restando che siamo per la cultura e per la scuola, essendo anche noi genitori prima ancora che imprenditori. Siamo sicuri che le decisioni future terranno conto delle esigenze di tutti: studenti, famiglie, lavoratori, economia regionale, senza limitare l’attività scolastica“.