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San Giovanni in Galilea. Un piccolo borgo, un museo dai grandi numeri

In foto: Il museo di san Giovanni in Galilea
Il museo di san Giovanni in Galilea
di Simona Mulazzani   
Tempo di lettura lettura: 2 minuti
mer 25 ott 2017 13:13
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Un piccolo museo, in una frazione di cinquanta abitanti, capace di attrarre oltre 2300 visitatori. Sono più che raddoppiati gli accessi al Museo Renzi di San Giovanni in Galilea, nel Comune di Borghi. 2.348 per l’esattezza le visite da gennaio a settembre, con una media di 261 accessi mensili, nel 2016 erano 128. Museo aperto quattro giorni su sette senza biglietto d’ingresso.

Una collezione vasta, affiancata da biblioteca, archivio storico e laboratori, fulcro del complesso di architetture storiche in cui è immersa e punto di riferimento del vicino sito archeologico delle antiche pievi: è il centro culturale che non ci si aspetta certo di trovare in una piccola località collinare un po’ decentrata.

A spiegare come si è arrivati a questo risultato il direttore del museo:

Tantissimo lavoro con le scolaresche, iniziative rivolte a pubblici diversi e stretto legame con eventi e attività del borgo, e più in generale con l’intero territorio di Borghi e del Rubicone: la nostra scommessa – spiega il direttore Andrea Antonioliè non stare fermi neanche un attimo. Non creare solo occasioni per venire a scoprire il museo ma anche per tornarci, e scoprire ogni volta qualcosa di nuovo”.

Il museo è uno dei più antichi musei italiani, fondato – anzi istituito con regio decreto – nel 1885 da don Francesco Renzi, che della sua passione per civiltà antiche e reperti archeologici ha fatto un’opportunità di crescita per l’intero borgo. Nell’ex palazzo comunale risalente al tredicesimo secolo, già fortificazione dei Malatesta, un allestimento in sette sezioni permette di ripercorrere il percorso di uomo e territorio nella storia: naturalistica, protostorica, romana, maioliche, medievale, antiquarium e, immancabile, una specifica area dedicata alle vicine Pievi.

Tante le attività, i laboratori, le visite guidate: dalla classica “fossiliziamoci” tra ammoniti, trilobiti, gasteropodi alla stanza del tempo in cui ricomporre il puzzle dell’evoluzione mettendo in fila invertebrati, dinosauri e ominidi, dalle tecniche medievali per progettare l’assedio al castello alla fornace romana per imprimere il proprio “marchio di fabbrica” nella storia dell’edilizia antica. A non molti poi sarà capitato di vivere un’intera giornata da villanoviano in un villaggio dell’età del Ferro, né di realizzarsi da sè strumenti da caccia o monili, figurarsi poi crearsi il proprio profumo con spezie ed essenze alla maniera degli antichi romani.

Il museo – aggiunge il sindaco di Borghi Piero Mussoniha una storia gloriosa ma travagliata, con periodi di chiusura obbligata che ne hanno purtroppo frammentato l’attività. Ora però è finalmente nel pieno del suo allestimento, e ha imboccato con convinzione la via della divulgazione esperienziale: oltre il 60 per cento dei visitatori sceglie infatti di partecipare a visite guidate e laboratori. Anche l’attività di rete porta risultati: aderire a iniziative sovraterritoriali come la Giornata nazionale delle famiglie al museo, alla rete dei musei del Rubicone, permette di fare circolare nome e offerta del museo in circuiti diversi”.

Prossimo appuntamento domenica 29 con l’inaugurazione della mostra “Archeologia a fuoco” con un pomeriggio di iniziative a tema.