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Attualità Rimini

Riconsegna chiavi alloggio popolare: datelo a chi ha più bisogno

In foto: repertorio
repertorio
di Simona Mulazzani   
Tempo di lettura lettura: 2 minuti
lun 23 ott 2017 12:38 ~ ultimo agg. 24 ott 15:32
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[fvplayer src=”https://www.youtube.com/watch?v=svC0JpGQnUQ” splash=”https://i.ytimg.com/vi/svC0JpGQnUQ/hqdefault.jpg” caption=”Case Popolari, restituisce chiavi: datele a chi ne ha bisogno”]

L’anziano a cui furono trovati post mortem dai tecnici di Acer 240mila euro nascosti nel forno, la signora a cui è stato scoperto un tesoretto da 500mila euro, recentemente sfrattata da una casa popolare. Sono queste le notizie che solitamente balzano all’onore delle cronache quando si parla di alloggi pubblici e della difficoltà di far uscire assegnatari che non hanno più i requisiti per restarci. Eppure c’è anche una storia di tutt’altro tenore, talmente rara, da sorprendere gli stessi impiegati dell’Acer di Rimini. A Raccontarla questa mattina sulle colonne del Resto del Carlino Riccardo Fabbri, presidente di Acer, poi intervistato nella nostra trasmissione Tempo Reale. “In ufficio – racconta Riccardo Fabbri, presidente Acer Rimini – è arrivato un 40enne, che preferisce mantenere l’anonimato, accompagnato dal figlioletto  e questo a mio avviso dà una forte impronta educativa al gesto e ci ha riconsegnato le chiavi del suo alloggio pubblico, dicendoci: non ne ho più bisogno, datolo a qualcuno che ha più bisogno. E’ una persona che ha avuto grandi difficoltà, a cui la casa era stata assegnata dieci anni fa, e il suo gesto è veramente esemplare. E pensare che ancora le sue condizioni economiche gli avrebbero permesso di restare in casa popolare. Credo sia veramente un successo dei servizi sociali che hanno permesso a questo giovane uomo di ripartire“.

Nel solo comune di Rimini sono oltre mille le persone in attesa dell’assegnazione di una casa popolare. Il nuovo regolamento regionale che impone parametri più rigidi per garantire un maggiore turn over comincia a sortire qualche effetto, ma ancora di strada da fare ce n’è tanta: “Ogni giorno – spiega Fabbri – nei nostri uffici facciamo i conti con difficoltà sempre più importanti, con la fragilità della solitudine che spesso accompagna queste situazioni. E’ per questo che il rigore dei controlli è sempre più importante. Con il nuovo regolamento c’è possibilità di un maggiore turn over ma c’è ancora molto da fare