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Rimini Scuola

Mense scolastiche. Save the children mette Rimini tra città disomogenee. Il Comune non ci sta

In foto: repertorio
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di Lucia Renati   
Tempo di lettura lettura: 2 minuti
mer 6 set 2017 15:44 ~ ultimo agg. 18:17
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La ricerca si basa su dati dell’Ufficio Statistica e Studi -MIUR- Fonte Rilevazione sulle scuole – Dati Generali”, a.s. 2015/2016 (alunni delle scuole primarie e secondarie di primo grado). Quasi metà degli alunni (il 48%) delle scuole primarie e secondarie di primo grado non avrebbe accesso alla mensa scolastica. L’assenza di regole condivise, inoltre, contribuisce all’ampia disparità nelle modalità di accesso e di erogazione del servizio, anche laddove presente, con molti istituti che non assicurano ai bambini e alle loro famiglie condizioni adatte ad avvalersi in modo adeguato di un importante strumento di educazione alimentare e inclusione. A rilevarlo è il rapporto “(Non) Tutti a Mensa 2017”, quarta edizione del monitoraggio realizzato nell’ambito della Campagna “Illuminiamo il Futuro” da Save the Children – l’Organizzazione internazionale per i diritti dei bambini, alla vigilia dell’inizio dell’anno scolastico.Secondo la ricerca, il comune di Rimini, nonostante applichi la tariffa di 6 euro a tutte le famiglie con ISEE inferiore a 35.000 euro, dichiara che la tariffa minima può scendere a 0 nei casi di accordo tra comune e Asl e prevede diminuzioni tariffarie nel caso in cui più fratelli frequentino scuole o servizi educativi.

L’ufficio Diritto allo studio del Comune di Rimini risponde alla ricerca a cura di ‘save the children’:
“A distanza di un paio d’anni ci troviamo ancora una volta a intervenire per precisare alcuni elementi dell’annuale pubblicazione, a cura dell’Associazione Save the Children, sulle mense scolastiche italiane. Questo perché a nulla evidentemente sono servite la precedente rettifica a mezzo stampa, e le successive specifiche scritte inviate, e nemmeno le spiegazioni data direttamente a voce dai funzionari riminesi nelle scorse settimane per spiegare nel dettaglio il sistema di calcolo ed esenzione delle rette scolastiche da parte del Comune di Rimini.
Proviamo ancora una volta, sperando di avere più fortuna e più ascolto da parte di un’associazione che pare più interessata al sensazionalismo che a riportare ogni situazione nel più corretto contesto. Il Comune di Rimini prevede, e non da oggi, una esenzione TOTALE dal pagamento della mensa per le famiglie dei bimbi in difficoltà e dunque non è vero, come scrive Save the children, che esiste una tariffa unica e sola di 6 euro. La tariffa 0, ovvero l’esonero totale dal pagamento della mensa, a Rimini non viene decretato asetticamente per calcolo automatico dell’ISEE (un parametro peraltro non assoluto perché non tiene conto dei tassi territoriali di evasione) ma attraverso un colloquio con dei professionisti, gli assistenti sociali, che valutano tutta una serie di parametri, non solo economici ma anche famigliari, relazionali, educativi. Valutato il bisogno sociale si chiede e ottiene l’esonero per quella famiglia. A questo specifico fine sono stati investiti dal servizio sociale di tutela minori, solo nell’ultimo anno, 50 mila euro.
Questi sono i fatti, scritti, spiegati, ribaditi più volte a un’associazione che preferisce fare e scrivere altro. E visto che errare è umano ma perseverare lo è meno, valuteremo di qui in avanti l’opportunità di proseguire la nostra collaborazione – di fatto inutile ai fini dell’esposizione finale del report – con questo tipo di ricerca parziale e incongrua”.