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Regione Turismo

In Emilia Romagna presenze a +6,8% nei primi otto mesi. +5,7% in Riviera

In foto: il mare a Rimini
il mare a Rimini
di Redazione   
Tempo di lettura lettura: 3 minuti
sab 23 set 2017 11:13 ~ ultimo agg. 24 set 16:15
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Nei primi otto mesi dell’anno si registrano oltre 46 milioni di presenze in Emilia Romagna, quasi 3 milioni in più (+ 6,8%) rispetto allo stesso periodo del 2016, mentre salgono a 9,7 milioni (+8%) gli arrivi. In aumento i turisti italiani (+6% le presenze, +7,9% gli arrivi) quanto quelli stranieri, con incrementi vicini alla doppia cifra: +9,7% le presenze, +8,3% gli arrivi.
La Riviera è il comparto tradizionale che continua a tirare (+5,7% le presenze, +7,5% gli arrivi). Ma registrano incrementi ancora più significativi le Città d’arte con un +12,7% di presenze e un +8% di arrivi; e l’Appennino: +10,5% le presenze, +8,7% gli arrivi. Le altre località che non rientrano nei tradizionali prodotti turistici registrano un +13,9% per le presenze, +11,9% per gli arrivi. I numeri arrivano dall’Osservatorio turistico regionale in collaborazione con Trademark Italia.
Un settore, quello turistico, nel quale a ogni 100 euro di valore aggiunto diretto se ne aggiungono altri 84 da attività indirette, che conta 220mila addetti e 55mila imprese (il 13,5% del totale). La ricerca è stata presentata presentata oggi a Ferrara da Unioncamere Emilia Romagna.

il convegno a Ferrara

La sintesi della ricerca:

Con oltre 46 milioni, aumentano del 6,8% le presenze turistiche (erano 43,1 milioni nel 2016), mentre gli arrivi passano a 9,7 milioni, con una crescita dell’8% rispetto ai 9 milioni del 2016.
Per la Riviera in crescita sia la componente nazionale (+7,2% gli arrivi e +4,9% le presenze) che quella internazionale (+9% gli arrivi e +8,7% le presenze), complici anche le condizioni meteo favorevoli. Per quanto riguarda i mercati internazionali, nel periodo estivo da maggio ad agosto, si rileva una crescita significativa dalla Germania (oltre il +15%), dalla Russia e dalla Polonia (+25% circa), dalla Repubblica Ceca (+18% circa).
Le città d’arte e d’affari incrementano dell’8% gli arrivi e del 12,7% le presenze. In crescita sia la clientela italiana (+7,6% degli arrivi e +12,1% delle presenze) che quella internazionale (+8,5% gli arrivi e +13,6% le presenze). L’aeroporto Marconi di Bologna è tra i protagonisti dell’ottimo risultato internazionale delle città della regione, con circa 5,5 milioni di passeggeri alla fine di agosto, in crescita del 6,8% sul 2016.
L’Appennino emiliano-romagnolo, condizionato a inizio anno dalle condizioni meteo sfavorevoli, presenta un bilancio invernale salvato parzialmente da una discreta seconda parte di stagione (febbraio e marzo). Positiva invece l’estate, grazie al bel tempo e il caldo, che ha spinto in quota numerosi turisti già dal mese di giugno. Complessivamente però il periodo gennaio-agosto si chiude positivamente per il comparto ricettivo appenninico, con una crescita del +8,7% degli arrivi e del +10,5% delle presenze. Aumentano sia i turisti italiani (+9,2% gli arrivi e +11,1% le presenze), che quelli internazionali (+6,1% gli arrivi e +8% le presenze), a conferma di una crescente attrattività del territorio in chiave ambientale-naturale e sportiva.
Per quanto riguarda l’offerta termale, in aumento gli arrivi (+2,7%), in calo le presenze nelle strutture ricettive (-2,4%), risultati in linea con quelli di tutte le città termali d’Italia dove tengono o aumentano i curandi a fronte di una contrazione dei turisti.
Infine, il comparto delle “Altre località” registra un incremento sia degli arrivi (+11,9%) che delle presenze (+13,9%) nelle strutture ricettive. In crescita sia gli italiani (+13,4% gli arrivi e +13,5% le presenze), che gli ospiti internazionali (+8,9% di arrivi e +14,9% di presenze).


La ricerca, il cui titolo è un omaggio alle città invisibili di Calvino, è stata realizzata dal Centro studi e ricerche di Unioncamere Emilia-Romagna (promossa dall’Osservatorio regionale sul turismo di Regione e Unioncamere). La prima parte si concentra sull’analisi del modello di sviluppo, mentre le parti successive esaminano l’industria turistica italiana, tra numeri e riflessioni, partendo dal confronto internazionale per arrivare alle economie locali. In particolare, un capitolo è dedicato alla misurazione dell’incidenza dell’industria turistica nelle province e regioni italiane proponendo un’analisi realizzata con una metodologia innovativa che, attraverso l’incrocio di più fonti informative inerenti l’offerta e la domanda turistica diretta ed indiretta, fornisce una stima del valore aggiunto turistico locale e, per aggregazione, del dato nazionale.
Emerge quindi che in Emilia-Romagna il valore aggiunto turistico risulta pari a 16,2 miliardi di euro, l’11,8% di quello regionale. Il valore aggiunto diretto è di 8,8 miliardi, equivalente al 6,4 per cento del valore aggiunto complessivo; ogni cento euro di valore aggiunto diretto se ne aggiungono altri 84 da attività indirette. Gli addetti superano le 220mila unità (13,5 per cento del totale), le imprese sono 55mila (13,5 per cento).
La città maggiormente turistica in termini di valore aggiunto provinciale è Rimini (28%), seguita da Ravenna (23%), Forlì-Cesena (17,9%), Ferrara (15,6%) e Bologna (8,5%). Lungo la via Emilia, dove è più forte e prevale il radicamento industriale dei territori, si prosegue con Parma (6,2%), a Reggio Emilia (3,4%), Modena (4,2%) e Piacenza (4,8%).