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Cronaca Politica

Stupri. Lega contro Lisi per mancata convocazione commissione. I commenti di oggi

In foto: Matteo Zoccarato
Matteo Zoccarato
di Andrea Polazzi   
Tempo di lettura lettura: 5 minuti
mar 29 ago 2017 14:15 ~ ultimo agg. 30 ago 11:11
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Mentre proseguono serrate le indagini, continuano ad arrivare commenti dalla politica sul doppio stupro di sabato a Miramare.
Dalle Lega parte un attacco al vicesindaco Lisi, presidente della commissione Pari Opportunità, per la mancata convocazione all’incontro tra Comune e associazioni di volontariato, avvenuto lunedì mattina alla casa delle donne. “Noi donne della minoranza – scrive Chiara Merlini membro in quota Lega della Commissione – avevamo diritto di essere informate, ma evidentemente un confronto sul tema non era di interesse, o evidentemente la nostra parola non ha alcun valore per lei.” Secondo il consigliere leghista Matteo Zoccaratosi è deciso di invitare al tavolo di lavoro, con tutto il dovuto rispetto, enti come sindacati e partigiani, estromettendo chi è stato effettivamente nominato per trattare proprio questo genere di argomenti”. Non una dimenticanza, attacca Zoccarato.

A livello regionale invece arriva, con una risoluzione firmata dal leghista Daniele Marchetti, la richiesta alla Giunta di attivarsi “affinché ogni rapporto tra Regione e Lai-momo sia interrotto e valuti una richiesta di danni alla società cooperativa”. La vicenda è quella del mediatore culturale Abid Jee, che risulta collaboratore della società Lai-momo di Sasso Marconi, autore del “commento choc” sul caso di stupro avvenuto di recente a Rimini. La sospensione dal lavoro “in via cautelativa” dell’operatore, decisa dalla cooperativa che avrebbe avviato anche “una procedura disciplinare” nei suoi confronti, “è una forma troppo lieve”.

Dall’aula dell’assemblea legislativa regionale il consigliere di Fdi-An Tommaso Foti chiede al governo regionale di assumere iniziative anche per tutelare l’immagine di Rimini, enormemente danneggiata dall’episodio, e di conseguenza dell’intera regione.


I commenti

La nota della Lega Nord di Rimini

“È davvero inaccettabile il comportamento del vice sindaco Lisi, nonché Presidente della Commissione P.O., riguardo la mancata convocazione all’incontro tra Comune e associazioni di volontariato, avvenuto ieri mattina presso la casa delle donne.”- Incalza Chiara Merlini, componente della Commissione Pari Opportunità del Comune di Rimini, in quota Lega Nord. – “Alla luce dei fatti accaduti qualche giorno fa nei confronti dei giovani turisti polacchi, aggrediti da una branco di criminali, noi donne della minoranza avevamo diritto di essere informate, ma evidentemente un confronto sul tema non era di interesse, o evidentemente la nostra parola non ha alcun valore per lei.”

“Quando si insediò per la prima volta la Commissione Pari Opportunità, le mie parole avevano creato subbuglio… Dopo pochi mesi, le previsioni si sono avverate” – le fa eco Zoccarato, Consigliere Comunale della Lega Nord. – “La Commissione Pari Opportunità dovrebbe essere uno degli strumenti più importanti in mano all’amministrazione, per affrontare temi delicati come questo. Invece si è deciso di invitare al tavolo di lavoro, con tutto il dovuto rispetto, enti come sindacati e partigiani, estromettendo chi è stato effettivamente nominato per trattare proprio questo genere di argomenti. A questo punto viene da chiedersi quale sia l’utilità di una Commissione dalle potenzialità infinite, ma convocata solo quando fa comodo. Perché non ci vuole un genio per capire che quella dell’Assessore Lisi non è stata una dimenticanza; è chiara l’intenzione di voler estromettere la Lega Nord e le opposizioni tutte dalla trattazione dell’argomento; probabilmente per paura di sentirsi dire qualcosa di sgradito o scomodo…
Alla faccia delle Pari Opportunità!”

Il commento di Marzio Pecci capogruppo della Lega Nord

E’ da sempre che denunciamo il problema della sicurezza a Rimini e siamo rimasti sempre inascoltati, anzi abbiamo ricevuto smentite e ci hanno accusato di fare un inutile allarmismo.

Purtroppo l’ultimo fatto di cronaca è la prova provata che Rimini ha problemi di sicurezza ed occorre invertire la marcia.

Il controllo del territorio va recuperato e non basta l’affermazione del Sindaco “ci costituiremo parte civile” come se questa affermazione d’incanto cambiasse la situazione e si ripristinasse la sicurezza.

In città l’immigrazione la fa da padrone: sia presidiando gli incroci con i lavavetri che nel traffico degli stupefacenti così come fuori dai bar e locali pubblici.

Il “finto buonismo” della maggioranza del governo della città, PD e Patto Civico, quella dell’accoglienza, dagli zingari ai clandestini, sta portando la città in mano alla criminalità, sia grande che piccola.

La Lega ha l’obbligo di denunciare questo stato di cose, lo ha fatto in passato, lo sta facendo ogni volta in Consiglio comunale allorché si discuta della sicurezza dei cittadini.

Adesso però la misura è colma ed occorre dire basta. E’ necessario, in tempi rapidi, convocare un consiglio comunale aperto ai cittadini affinché ogni istituzione si assuma le proprie responsabilità nella risoluzione del problema della sicurezza.

Nel contempo inviteremo il Presidente della Commissione di controllo e garanzia a convocare sul tema la Commissione, invitando Sindaco, Comandante dei Vigili, Questore, Prefetto e Procuratore della Repubblica affinché tutti prendano atto della grave situazione che vive la città di Rimini e sollecitino le istituzione che rappresentano ad inviare più uomini e più risorse, elementi indispensabili per ripristinare ordine e legalità.

L’intervento di Gianni Indino, presidente della Confcommercio di Rimini

I gravissimi episodi di violenza avvenuti qualche notte fa, ci inducono ad una riflessione su ciò che sta accadendo da quel momento attorno alla città di Rimini. Vogliamo innanzitutto partire dal dichiarare pubblicamente la nostra piena solidarietà e vicinanza alle tre vittime della folle aggressione, ma inevitabilmente dobbiamo passare ad analizzare tutta la situazione che si è venuta a creare, dal piano della sicurezza a quello mediatico.

“Come Confcommercio della Provincia di Rimini da tempo ci sediamo al tavolo insieme ad amministrazione, prefettura e forze dell’ordine per affrontare il tema della sicurezza, che da sempre ci sta a cuore – spiega il presidente Gianni Indino -. Dunque con cognizione di causa possiamo dire che Prefettura, Questura, forze dell’ordine, amministrazione e imprenditori stanno compiendo grandi sforzi per garantire la sicurezza sul nostro territorio e una tranquilla vacanza ai milioni di turisti che hanno scelto la nostra località per il loro relax e divertimento. Assistiamo invece ad una copertura e ad un’aggressione mediatica al nostro territorio che ritengo ingiusta. Imbarazzanti anche le dichiarazioni che lo mettono in correlazione con gli eventi: è forse proprio durante gli eventi che la spiaggia diventa più sicura con l’afflusso di persone e grazie a controlli e sforzi aggiuntivi.

Questo vile atto sarebbe potuto avvenire in qualsiasi altro luogo e non può essere un caso, seppur gravissimo, a mettere in discussione l’enorme e meritevole sforzo che tutte le componenti stanno portando avanti, con uomini e risorse limitatissimi. Io non ci sto, Confcommercio non ci sta. E ci auguriamo che tutti, istituzioni, mondo imprenditoriale e società civile siano insieme a noi a denunciare questa vera e propria aggressione mediatica che sta subendo un’intera città. Questa è la terra dell’accoglienza, non della violenza e un fatto gravissimo non può inficiare quanto di buono viene fatto durante tutto l’anno”.

Risoluzione primo firmatario Daniele Marchetti, consigliere regionale Lega

“La Giunta si attivi affinché ogni rapporto tra Regione e Lai-momo sia interrotto e valuti una richiesta di danni alla società cooperativa”. Con una risoluzione, di cui è primo firmatario Daniele Marchetti, il gruppo della Lega nord interviene sulla vicenda del mediatore culturale Abid Jee, che risulta collaboratore della società Lai-momo di Sasso Marconi (Bologna), autore del “commento choc” sul caso di stupro avvenuto di recente a Rimini. La sospensione dal lavoro “in via cautelativa” dell’operatore, decisa dalla cooperativa che avrebbe avviato anche “una procedura disciplinare” nei suoi confronti, “è una forma troppo lieve – rimarcano i consiglieri –  considerati i fatti accaduti”. Sarebbe al contrario “auspicabile – aggiungono – il licenziamento immediato nel rispetto delle vittime a cui le parole del mediatore culturale erano riferite”. Ma c’è di più. Visto che svariate attività svolte dalla cooperativa sociale sono realizzate in collaborazione e/o con il patrocinio della Regione, lo stesso ente regionale rischierebbe – a parere dei leghisti – “un danno di immagine nell’intrattenere rapporti con società” che non puniscono in modo esemplare chi commette errori come quelli rilevati. I consiglieri impegnano quindi la Giunta a condannare i fatti accaduti a Rimini e le parole espresse da Abid Jee e a valutare eventuali danni di immagine alla Regione, con la conseguente richiesta di danni alla cooperativa Lai-momo. L’atto è stato sottoscritto anche da Alan Fabbri, Fabio Rainieri, Gabriele Delmonte, Stefano Bargi, Matteo Rancan, Marco Pettazzoni, Andrea Liverani e Massimiliano Pompignoli.