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Economia Rimini

Zanzini (Federmoda): bene misure decoro sul lungomare

di Redazione   
Tempo di lettura lettura: 2 minuti
ven 7 lug 2017 10:15 ~ ultimo agg. 11:44
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Chi passeggia sul lungomare di Rimini, da un po’ di giorni trova un panorama diverso dal recente passato. Marciapiedi sgombri da bancarelle e paccottiglie, minimarket e attività commerciali che rispettano gli spazi consentiti per l’esposizione delle merci. Banale dirlo ma è tutto più gradevole e a misura di cittadino e turista“. A parlare Giammaria Zanzini, presidente di Federmoda della provincia, da sempre in prima linea nella battaglia per il decoro della città.

E pure i “pallinari” hanno vita meno facile grazie a vigili e forze dell’ordine. L’impegno dell’amministrazione comunale e la nostra fattiva collaborazione, hanno prodotto buoni risultati. È la dimostrazione che norme e regolamenti sono utili e si possono fare rispettare“.

Ma, ricorda Zanzini, c’è ancora tanta strada da fare soprattutto contro la piaga della contraffazione, che pesa fortemente sull’economia: “Su questo settore pesa il macigno di 7 miliardi di euro di merce contraffatta venduta nel nostro Paese. In termini di entrate fiscali qualcosa come 1 miliardo e mezzo di euro in meno di gettito. Per Federmoda un buon modo di farlo è partire dal basso. Dai comportamenti dei consumatori, dalla correttezza dei commercianti: da un buon impianto normativo a livello locale“.

Bazar e bancarelle infrangono le norme, non solo perché invadono il suolo pubblico, ma anche perché commerciano prodotti spesso fuori norma, non pagano IVA, falsificano griffe italiane e internazionali, sfruttando manodopera con paghe ridicole (un operaio cinese lavora 100 ore settimanali per 88 euro). Buona cosa sarebbe, quindi, muoversi verso misure di prevenzione condivise con Comune, Prefettura e associazioni di categoria: sanzionare con cifre simboliche chi compra merci abusive; chiudere per un periodo le attività che fanno da magazzino per merce contraffatta consegnata ai venditori abusivi; coinvolgere i commercianti nel monitoraggio delle zone dove avvengono queste attività. Inoltre, sgombrare gli appartamenti dormitorio, dove sono costretti a vivere i “vu cumpra” (confiscando l’appartamento dopo la terza recidiva al proprietario). Sono l’ultimo, debolissimo e sfruttato anello di una catena di illegalità, ciascuno di loro guadagna dal suo lavoro di abusivo dai 6/7 mila euro l’anno“.