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Economia Rimini

Salvataggio Carim, non si scioglie il nodo dei crediti deteriorati. Il tempo stringe

In foto: la sede Carim
la sede Carim
di Andrea Polazzi   
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ven 28 lug 2017 10:51 ~ ultimo agg. 18:53
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I giorni passano è il salvataggio di Carim, insieme a quello delle casse di Cesena e San Miniato, stenta ad arrivare. Tutti concordi, l’ultimo intervento è quello del sindacato bancari Fabi, sul fatto che la liquidazione delle tre banche peserebbe troppo sul sistema bancario (2,7 miliardi di euro) ma la fumata bianca ancora non c’è stata.

Proprio ieri, riferisce il quotidiano economico Milano Finanza, il fondo Atlante 2 ha confermato, con una lettera ai vertici dei tre istituti, la disponibilità a partecipare al salvataggio ma ha specificato che le risorse a disposizione sono limitate e, tra l’altro, non tutte utilizzabili nell’immediato. Il problema è sempre quello dei crediti deteriorati che, dalle analisi del Fondo Interbancario, ammonterebbero a circa 3 miliardi lordi (900milioni quelli di Carim) con un prezzo di cessione di circa un terzo (un miliardo di euro). Proprio il Fondo sarebbe disposto a sottoscrivere la parte più rischiosa dei crediti da cartolarizzare, la cosiddetta “junior note”, per 170 milioni e a mettere sul piatto 250 milioni per la ricapitalizzazione di Rimini e San Miniato (Cesena ha già ricevuto 280milioni). La restante parte dei crediti deteriorati dovrebbe accollarsela proprio Atlante che avrebbe però a disposizione solo 150milioni nell’immediato più altri 100 con l’ingresso di coinvestitori.

I conti al momento non tornano e i tempi stringono: lunedì scadrà la due dilgence in esclusiva con Cariparma – Credit Agricole. Nel pomeriggio una schiarita potrebbe arrivare dalla riunione straordinaria del Fondo Interbancario che dovrebbe deliberare un aumento della “dote” per il salvataggio: da 420 (i 170milioni per la cartolarizzazione più i 250 per la ricapitalizzazione) a 620 milioni. E anche Credit Agricole potrebbe contribuire con 130 milioni, acquistando poi Carim e San Miniato al prezzo simbolico di 1 euro. Decisivi i primi giorni della prossima settimana.

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