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Attualità Rimini

Nomadi, Comune sceglie le microaree. I commenti di politici, comitati e cittadini

In foto: il campo di via Islanda
il campo di via Islanda
di Redazione   
Tempo di lettura lettura: 6 minuti
ven 21 lug 2017 08:12 ~ ultimo agg. 22 lug 15:38
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Una riunione di maggioranza importante per lo smantellamento del campo di via Islanda quella che si è svolta mercoledì sera a Rimini. Finalmente sono state svelate le microaree che ospiteranno le casette in cui saranno trasferite 8 delle 11 famiglie che ora abitano nel campo. Per 3 è già stata trovata una situazione alternativa.

Dove sorgeranno le microaree

Le vie sono: Cupa a Corpolò, Feleto sulla via di Coriano, Montepulciano a Gaiofana, Lontra alla Grotta Rossa e Tombari (o Orsoleto) a Viserba. Si tratta di cinque vie perché in alcuni casi ci sarà la coabitazione di due nuclei familiari.La notizia è riportata questa mattina dalla stampa locale.

Novità anche per le risorse: le otto casette, per un costo che dovrebbe aggirarsi tra i 250 e i 300mila euro, saranno pagate dal comune. Alle famiglie Sinti spetterà il pagamento del canone d’affitto. Dopo la riunione di maggioranza di mercoledì dovrebbero ora partire tavoli tecnici verifiche e poi l’approdo in consiglio comunale. Il trasferimento potrebbe avvenire nella primavera del 2018.

I commenti

Siamo ad un buon punto – commenta il capogruppo del Pd in consiglio comunale Enrico Piccarianche se manca ancora qualche rifinitura al quadro complessivo della delibera, che poi verrà discussa e approvata in giunta.” “Oltre alle aree, su cui in maggioranza c’è un sostanziale accordo, con giusto un paio di alternative possibili – prosegue – in delibera ci sarà anche il contratto di locazione, in cui saranno definiti tutti i doveri e gli obblighi del caso. Inoltre poi i tecnici stanno elaborando il bando“. Visto che si tratta di una questione complessa che interessa vari uffici e richiede diverse competenze tecniche ed amministrative l’iter – afferma il capogruppo Pd – “sarà ancora un po’ lungo. Ma siamo prossimi all’approvazione da parte della giunta. Poi ci sarà la pubblicazione, la raccolta delle osservazioni da parte della cittadinanza, le controdeduzioni e l’approvazione finale in consiglio comunale“.

Sulla pagina Facebook del comitato ProRimini che si batte proprio contro la scelta da parte del comune di realizzare microaree, arriva un primo commento da parte di uno dei portavoce Loreno Marchei. “E’ palese – scrive – che, la maggioranza politica che sostiene l’amministrazione, ha seguito, quali unici criteri, quello delle zone in cui è minore la perdita di consenso ed è più difficile l’aggregazione della protesta, infischiandosene altamente dei propositi di integrazione che, in ogni caso, non sono perseguibili attraverso la soluzione delle microaree“. Marchei contesta poi le cifre relative ai costi che non terrebbero con di tante voci in grado di farli lievitare notevolmente e rileva poi che ben tre microaree su 5 insistono nel Quartiere 6. Alcune settimane fa, durante la trasmissione Come Se Fosse Facile di Icaro Tv, gli esponenti del comitato avevano avanzato il sospetto che l’amministrazione attendesse proprio il pieno dell’estate, con un fisiologico calo d’attenzione sul tema, per definire dopo mesi d’attesa il progetto microaree.

Non tardano ad arrivare anche i commenti da parte della minoranza in consiglio. Il primo ad intervenire è il capogruppo di Forza Italia Carlo Rufo Spina. “Il Comune – attacca – ha compiuto una scelta politica vergognosa: regalare e pagare con soldi pubblici case, utenze e aree verdi a chi per 40 anni è stato nell’illegalità a spese di tutti. Questi abusivi andavano puniti, invece vengono premiati.
Con tante grazie dei residenti di Viserba, di Corpolò, del Villaggio 1° Maggio, della Grotta Rossa, della Gaiofana e dei Riminesi in generale”.
Rufo Spina si dice scettico sul fatto che le famiglie Sinti siano disponibili a pagare l’affito e annuncia che “alla prima morosità chiederò subito la notifica dello sfratto. Vedremo poi cosa faranno“.
L’esponente di Forza Italia si scaglia poi anche sulla legge regionale (la n.11 del 2015) che definisce “ignobile” e che “facoltizza questa irritante disparità di trattamento. Come sempre chi paga sono i cittadini onesti“. Rufo Spina mette sul banco degli imputati la sinistra che governa Comune e Regione e chiede all’amministrazione quando avverrà la chiusura definitiva del campo di via Islanda dal quale dovranno essere allontanati gli occupanti non di etnia Sinti. “Dato che volevano farci intendere che il Sindaco rischiava la galera se non si chiudeva il campo di Via Islanda – conclude Rufo Spina – a quando la chiusura effettiva per i non Sinti? Aspettiamo altri 40 anni? Le contraddizioni, le ipocrisie e la cattiva politica alla fine non pagano mai.

Non tarda ad arrivare neppure la contestazione da parte della Lega, che negli ultimi mesi si è spesa contro le microaree portando a Rimini anche il leader Salvini. “La drammatica roulette dei quartieri – commenta ironicamente il consigliere Matteo Zoccaratoha pescato i suoi vincitori. Fuori quelli più ostinati e attivi nella protesta (Villaggio primo maggio, Via Orsoleto, e Torre Pedrera), a riprova che il tandem comitati/Lega Nord ha prodotto gli effetti sperati, dentro la Gaiofana del capogruppo di Patto Civico Erbetta che ad agosto 2016 aveva dichiaro guerra al progetto della Giunta Gnassi e che invece, a un anno di distanza, ne ha ‘vinte’ 2 di famiglie (4 se contiamo anche quelle di via Feleto). Dentro anche Viserba e Corpolò e soprattutto la Grotta Rossa, che quest’inverno aveva abbandonato la protesta dopo aver ricevuto rassicurazioni da Palazzo Garampi e che ora, per buona misura, si beccherà la sua quota di sinti.” Zoccarato si sofferma poi sui costi: “300mila euro che pagheremo tutti, a prescindere dal quartiere di residenza“. L’esponente della Lega, ricordando i precedenti per allacciamenti abusivi avvenuti in via Islanda, definisce poi fiabesco” l’auspicio dell’amministrazione di “incassare utenze e un affitto mensile.
Ci sarebbe da ridere se non fosse che a prevalere è la disperazione” – conclude Zoccarato – “Gnassi e la Lisi stanno scialacquando soldi pubblici per un’operazione già fallita. E pensare che le priorità, per il nostro Comune, sarebbero ben altre”.

Per Mario Erbetta, capogruppo di Patto Civico, il progetto rappresenta “la luce in fondo al tunnel dopo “20 anni a far finta di niente“. Erbetta non nasconde che si tratta di un progetto “antipopolare” ma lo ritiene capace di risolver in modo definitivo il problema del campo di via Islanda. “Tutte le nostre istanza – dice – sono state accolte: nuclei monofamiliari divisi tra quartieri in casette prefabbricate costruite dal comune secondo standard estetici uniformi e gestite dall’Acer come case popolari con pagamento del canone mensile di affitto e vincoli precisi per le famiglie per poter restare all’interno (lavoro del capo famiglia, frequenza scolastica per i minori, pagamento delle utenze da intestarsi al capo famiglia), superamento totale del campo nomadi di Via Islanda che verrà raso al suolo, regolamento rigido e restrittivo a cui devono aderire le famiglie e tolleranza zero in caso di mancanze. Secondo il capogruppo di Patto Civico il progetto porta avanti “un concetto di integrazione serio che si basa su casa, lavoro e studio.” Erbetta mette in chiaro che sarà redatto un regolamento che impedirà il ricrearsi di campi nomadi e rivendica nella dislocazione tra i quartieri “un certo equilibrio in relazione anche ad altri nuclei presenti sul territorio. Poi quando si parla di due famiglie in alcune zone bisogna tenere conto che ci sono nuclei da 2 e 3 persone quindi al massimo in una zona ci saranno 10 persone compresi i bambini e invalidi. Sicuramente una soluzione all’avanguardia su un problema annoso, soluzione che non toglie nulla ai 1100 cittadini in lista per una casa popolare anzi non li svantaggia ulteriormente”. 

La scelta delle aree viene commentata anche da parte del Gruppo famiglie giovani Parrocchia La Resurrezione (zona Grotta Rossa), che già nei mesi scorsi si era attivato per creare contatti e migliorare la conoscenza delle famiglie sinti presenti in via Islanda. Proprio in via della Lontra alla Grotta Rossa sarà realizza una delle aree. “Questo quartiere e la nostra comunità parrocchialesi legge in una nota del Gruppo sono da sempre aperte all’accoglienzaCome gruppo famiglie ci siamo già impegnati anche in passato nel cercare di conoscere la realtà delle famiglie Sinti e questo nuovo passo avanti non potrà che essere una nuova opportunità”. Il Gruppo dice di essere “consapevole che oggi sono molte le persone anche nel nostro quartiere che commentano negativamente il progetto; spesso si leggono o si ascoltano parole false che non rappresentano le persone di Via Islanda. Il nostro impegno è e sarà quello di metterci a disposizione di tutti i futuri nuovi residenti senza distinzione di provenienza, di cultura, di religione, di etnia; il nostro impegno è di non giudicare senza conoscere ma piuttosto di incontrare per vivere insieme. Crediamo che solo tramite una relazione vera ci si possa aiutare nel crescere”.

 Gennaro Mauro del Movimento per la Sovranità Nazionale vede uno scenario politico apocalittico per la maggioranza: “Una decisione che produrrà un effetto boomerang che si ritorcerà su Gnassi e la sua maggioranza. Sarà la Waterloo del Partito Democratico e della sua stampella Patto Civico“. E “fornire delle villette sparse per la città è un provvedimento impopolare e discriminatorio nei confronti delle tante famiglie riminesi che vivono il dramma dell’emergenza abitativa.  Una soluzione sbagliata – dice Mauro – perché va in direzione opposta ai suoi iniziali propositi, in quanto non favorisce alcun processo di integrazione ma alimenta solo diffidenza ed emarginazione nei confronti di un gruppo etnico in profonda crisi di identità“. Se oggi l’amministrazione comunale viene incontro “a tutte le pretese dei Sinti – prosegue il consigliere – lo fa perché è fallita  la sua rete di mediazione sociale, non si è stati capace di far comprendere che tutti devono rispettare le regole della società civile, e che bisognerebbe accettare di vivere in modo dignitoso e salubre all’interno di normali abitazioni, e di costruire sani rapporti relazionali”. E infine un annuncio: “nelle prossime settimane – conclude Mauro – mi farò promotore di un’iniziativa per trovare la medesima soluzione abitativa “villette con annesse aiuole” a cittadini riminesi con gravi disaggi sociali che non hanno la fortuna di essere Sinti”.