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Cronaca Rimini

Aggressioni e tensioni in carcere, la denuncia del Sappe

In foto: il carcere dei casetti
il carcere dei casetti
di Redazione   
Tempo di lettura lettura: 2 minuti
lun 17 lug 2017 12:36 ~ ultimo agg. 17:56
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Ancora disagi presso la casa circondariale di Rimini segnalati dal Sappe, sindacato autonomo di Polizia Penitenziaria. Nel pomeriggio di ieri, riferisce una nota del sindacato, è stato aggredito un’Assistente Capo della Polizia Penitenziaria ad opera di un detenuto straniero causandogli una frattura a una mano con prognosi di trenta giorni.

Appena aperto il blindo – recita il resoconto dei fatti trasmesso dal Sappe – risulta che il detenuto abbia preso uno sgabello e scagliato con forza nei confronti dell’Assistente Capo che, per attutire il colpo, ha frapposto la sua mano nell’intento di difendersi. Lo stesso detenuto, nella stessa giornata (in mattinata) aveva posto in essere identica condotta violenta, colpendo con calci un’altro appartenente alla Polizia Penitenziaria per futili motivi. A tutto questo si aggiunge l’evento critico di sabato mattina, allorquando un detenuto ha posizionato il fornellino con della carta su di un materasso dando origine ad un incendio sedato dal pronto intervento del personale. Nei confronti del detenuto si è poi avuta la reazione di alcuni detenuti, le cui fasi concitate hanno richiesto l’intervento di alcuni colleghi per separare i facinorosi. Anche qui a farne le spese un’Assistente di Polizia Penitenziaria che ha riportato ferite guaribili in iniziali sette giorni.

Negli ultimi tempi le criticità all’interno della struttura riminese sono emerse sempre con maggior frequenza: dai telefonini rinvenuti in due distinte perquisizioni, alle sostanze stupefacenti, ai detenuti che in due diverse occasioni sono addirittura saliti sul tetto della chiesa, alle aggressioni perpetrate in seno ai colleghi e, per finire, ad un organizzazione dei sistemi lavorativi da rivedere

Da alcuni anni la Casa Circondariale di Rimini non ha una direzione in pianta stabile e da almeno sette mesi ci sono funzionari del Corpo che si alternano in sostituzione del titolare assente al vertice del Comando. L’attuale direzione reggente (già titolare in altro istituto romagnolo e con soli due giorni a settimana a Rimini) cerca di affrontare e risolvere i tanti problemi, anche se appare chiaro che da sola non possa riuscire a risolvere. Tocca un intervento forte e deciso dall’Amministrazione Penitenziaria con il coinvolgimento della parte politica. Non si escludono iniziative concrete al fine di invogliare gli organi Superiori a perorare (una volta per tutte) la grave situazione riminese.

In una nota il segretario generale aggiunto, Giovanni Durante, ed il segretario nazionale, Francesco Campobasso richiamano “il senso di responsabilità dell’Amministrazione Penitenziaria che da troppo tempo omette di considerare le gravi criticità in cui versa la struttura riminese. La vicenda che ha visto determinare gravi lesioni fisiche ad un collega con prognosi di trenta giorni per frattura ad un dito, poteva benissimo far scattare misure precauzionali diverse, tra queste anche l’arresto del malcapitato. Il codice di procedura penale ha identica portata e valenza per tutti i Corpi di Polizia, anche della stessa Penitenziaria. Se per fatti analoghi (e a volte anche di minor gravità) si procede anche con arresti dei soggetti meritevoli ddell’adozione di simili misure, non si vede perché nel caso di specie non si possa procedere in tal senso, indipendentemente dalla convalida o meno dell’Autorità Giudiziaria. Fatti gravi come quelli avvenuti a Rimini richiedono provvedimenti adeguati, giusti e che per quanto tali possono fungere anche da veri e propri deterrenti. Riteniamo che, nel caso in questione, probabilmente la classica denuncia a piede libero poteva lasciare il campo ad altra e ben diversa valutazione sui provvedimenti da adottare (come successo – tanto per citare alcuni esempi – a Modena e a Piacenza per fatti analoghi)”.

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