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Panathlon Club Rimini. La conviviale di giugno: "Tennis Viserba, il segreto di un successo"

In foto: Campana, Paolini e Rinaldi
Campana, Paolini e Rinaldi
di Icaro Sport   
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gio 22 giu 2017 16:08 ~ ultimo agg. 16:09
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Tra primavera ed estate, tra presente e futuro del tennis in Romagna, il Panathlon Club Rimini si è ritrovato mercoledì sera per la conviviale di giugno, un appuntamento che ha voluto festeggiare la crescita e descrivere l’operato di un circolo tennis che sta lavorando alla grande, il CT Viserba. Titolo della serata: “Tennis Viserba, il segreto di un successo”.

Nella sede del tennis club, accanto a campi e struttura principale, i soci del Panathlon hanno potuto apprezzare il racconto e le spiegazioni da parte dei dirigenti e dei tecnici del circolo.

Ha fatto gli onori di casa il Presidente del CT Viserba, Marco Paolini, che dopo aver salutato gli ospiti ha ricordato l’ultimo evento agonistico del Club, la sfida al Circolo Tennis Filari di Messina per il tabellone di promozione in Serie B. È arrivata una sconfitta, ma va sottolineata la prova di alto valore di Viserba, che attraverso i giovani talenti del suo vivaio ha tenuto testa a un club che si è rinforzato con giocatori “extra” come l’argentino Carry.

“L’etimologia di Viserba è quella di Vis ed Herba, dunque la forza nell’erba, nel territorio – spiega il vicepresidente del circolo, Roberto Rinaldi -. Noi un po’ ci riconosciamo, visto che vogliamo crescere soprattutto attraverso i nostri ragazzi, gli atleti che si allenano tutti i giorni sui campi del club e faticano col sorriso sulle labbra. Cerchiamo di insegnare lo sport nel senso più largo del termine. Per la scorsa sfida a Messina, ad esempio, avevamo preparato dei fuochi d’artificio che poi abbiamo puntualmente lanciato anche se a vincere sono stati gli avversari. Ci riproveremo”.

Viserba cresce. Lo fa attraverso i suoi 500 iscritti e sulla forza del lavoro giornaliero. Come quello dei tecnici. “Cerchiamo di insegnare ai ragazzi il piacere di competere – spiega il maestro Marco Mazza -. Per arrivare al massimo del potenziale, è stato calcolato che un atleta deve allenarsi per 10mila ore. Non è necessariamente vero che tutti quelli che arrivano a 10mila ore poi si ritrovano professionisti del ranking mondiale, ma sicuramente tutti quelli che sono arrivati al grande tennis si sono allenati 10mila ore”.

Alla serata hanno partecipato anche i giovani talenti del club. Tra questi, anche il figlio del maestro, Manuel Mazza, un ragazzo classe ’99 già in bella evidenza anche nella sfida a Messina.

Tanto lavoro sul campo, ma anche altrettanta attenzione alla mente di chi gioca. Come? Lo spiega il maestro Luca Gasparini. “Vogliamo crescere i ragazzi secondo lo spirito del ‘Vincere o imparare’, non del ‘Vincere o perdere’. La parola sconfitta è bandita dal nostro vocabolario. La nostra intenzione è quella di instillare in chi gioca il piacere di competere, al di là del risultato finale. Secondo noi è questa la strada. Una rivoluzione, ma ci crediamo”.