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Cronaca Rimini

Operazione "Sms" dei Carabinieri: 18 misure cautelari per spaccio e detenzione di stupefacenti

In foto: Un momento della conferenza stampa
Un momento della conferenza stampa
di Roberto Bonfantini   
Tempo di lettura lettura: 2 minuti
ven 16 giu 2017 11:41 ~ ultimo agg. 17 giu 13:40
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Si è conclusa da poche ore un’operazione dei Carabinieri della Compagnia di Rimini, denominata “sms”, che ha portato a 18 indagati (12 italiani, cinque albanesi e un algerino), tutti per spaccio e detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti del tipo cocaina, eroina, hashish e marijuana.

Nel dettaglio: tre con custodia cautelare in carcere, quattro arresti domiciliari, cinque obblighi di dimora nel Comune di Rimini, due divieti di dimora nella provincia di Rimini e quattro obblighi di presentazione alla P.G.

14 le misure cautelari già applicate.

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La denominazione “Sms” nasce dalla modalità con cui avveniva l’accordo tra spacciatori e clienti: tramite messaggi al cellulare del tipo: “Ci prendiamo due birre ai cani” per indicare la richiesta di due dosi da consegnare davanti a un negozio di animali, preso come punto di riferimento, ma risultato del tutto estraneo all’attività di spaccio.

L’indagine, condotta dall’Aliquota Operativa del Norm dal 3 marzo al 10 agosto 2015, trae origine dagli approfondimenti investigativi connessi a numerose segnalazioni che hanno consentito, mediante l’analisi dei tabulati telefonici, l’individuazione di una fitta rete di soggetti, inizialmente albanesi (due sono irreperibili) per quanto riguarda la cocaina, ed in seconda battuta italiani appartenenti a due famiglie storiche della città di Rimini dedite allo spaccio in particolare di eroina.

Complessivamente sono oltre 200 gli episodi di cessione di stupefacente rilevati dall’Arma.

Lo smercio avveniva per lo più presso le abitazioni degli spacciatori, situate in via Moretti, via Betti e via di Mezzo, ma anche in via della Fiera e via Euterpe.

Durante l’indagine sono state tratte in arresto in flagranza di reato nove persone, altre tre sono state deferite in stato di libertà.

Sequestrati 42 grammi di cocaina, 74 di hashish, 50 piantine e 66 semi di marijuana e circa 10 grammi di eroina.

Renato Savarese è l’unico in carcere. Vito Lacriola, Davide Pansini, Rosario Miniati e Adbelkader Boutefnouchet sono agli arresti domiciliari.

A casa di Davide Pansini sono stati rinvenuti 12 grammi di marijuana, a casa di Rosario Miniati, costretto sulla sedia a rotelle, sono stati trovati otto grammi di eroina. Entrambi sono stati deferiti in stato di libertà.

Nell’abitazione di Minati viveva anche Savarese, che faceva da “cavallino”. Un ruolo di rilievo lo aveva anche la madre di Miniati, un’anziana nel frattempo deceduta, che agiva da vedetta, avvisando i familiari dell’arrivo delle forze dell’ordine, in modo che potessero sbarazzarsi in tempo della sostanza stupefacente.